Varenna: ristoratore a processo per un 'colpo' a un francese
È accusato di lesioni personali aggravate G.C., titolare di alcune strutture ricettive nel lecchese: stando al capo d'imputazione nella notte del 22 maggio del 2022 avrebbe colpito con un bastone un cittadino francese che avrebbe cercato riposo in uno dei suoi ristoranti a Varenna (all'epoca ridotto in cantiere perché in fase di ristrutturazione).
Quest'oggi davanti al giudice Giulia Barazzetta è stato sentito in qualità di testimone uno dei carabinieri della stazione di Bellano che si era occupato delle indagini, prima con l'escussione della persona offesa (nel frattempo trasportata in pronto soccorso a Lecco per una ferita alla testa), che ha poi deciso di sporgere formalmente denuncia, poi prendendo visione delle registrazioni dei circuiti di videosorveglianza disponibili in prossimità del cantiere.
Tra le 4.40 e le 5del mattino le telecamere del Comune di Varenna e di alcuni bar della zona avrebbero ripreso l'odierno imputato (che secondo le annotazioni dei Carabinieri avrebbe imbracciato un fucile) dirigersi verso la proprietà. Qualche minuto dopo avrebbero filmato anche la persona offesa fuggire in direzione opposta con una mano alla testa.
È quindi stata la volta dell'albergatore 63enne esporre la propria versione dei fatti, guidato nel proprio esame dalle domande del proprio difensore. L'uomo ha raccontato al giudice di essere stato allertato nel cuore della notte da una fototrappola che aveva lasciato nel locale in ristrutturazione - visto il notevole valore economico di alcuni oggetti ed utensili già posizionati al suo interno - e di essersi lì recato solo per andare a controllare. “Non sono andato armato: semplicemente usavo un bastone per camminare” ha spiegato per giustificare l'oggetto che i Carabinieri di Bellano avevano identificato come un fucile, raccontando di aver subito da poco un intervento chirurgico ad una gamba.
“Al mio ingresso mi sono annunciato, chiedendo se ci fosse qualcuno all'interno” ha continuato. “Poi il francese mi ha caricato di corsa, al buio, con un braccio proteso verso di me: la prima reazione è stata quella di allungare verso di lui il bastone per deviare la sua corsa”. Sarebbe stato in quel momento che lo straniero sarebbe stato colpito. L'imprenditore ha poi concluso: “semplicemente mi sono spaventato: nulla sarebbe successo se questa persona si fosse mostrata alla luce, dicendomi perché fosse lì. Non ci sarebbe stato nessun problema”.
Il procedimento penale è stato riaggiornato per le conclusioni delle parti al prossimo 11 dicembre.
Quest'oggi davanti al giudice Giulia Barazzetta è stato sentito in qualità di testimone uno dei carabinieri della stazione di Bellano che si era occupato delle indagini, prima con l'escussione della persona offesa (nel frattempo trasportata in pronto soccorso a Lecco per una ferita alla testa), che ha poi deciso di sporgere formalmente denuncia, poi prendendo visione delle registrazioni dei circuiti di videosorveglianza disponibili in prossimità del cantiere.
Tra le 4.40 e le 5del mattino le telecamere del Comune di Varenna e di alcuni bar della zona avrebbero ripreso l'odierno imputato (che secondo le annotazioni dei Carabinieri avrebbe imbracciato un fucile) dirigersi verso la proprietà. Qualche minuto dopo avrebbero filmato anche la persona offesa fuggire in direzione opposta con una mano alla testa.
È quindi stata la volta dell'albergatore 63enne esporre la propria versione dei fatti, guidato nel proprio esame dalle domande del proprio difensore. L'uomo ha raccontato al giudice di essere stato allertato nel cuore della notte da una fototrappola che aveva lasciato nel locale in ristrutturazione - visto il notevole valore economico di alcuni oggetti ed utensili già posizionati al suo interno - e di essersi lì recato solo per andare a controllare. “Non sono andato armato: semplicemente usavo un bastone per camminare” ha spiegato per giustificare l'oggetto che i Carabinieri di Bellano avevano identificato come un fucile, raccontando di aver subito da poco un intervento chirurgico ad una gamba.
“Al mio ingresso mi sono annunciato, chiedendo se ci fosse qualcuno all'interno” ha continuato. “Poi il francese mi ha caricato di corsa, al buio, con un braccio proteso verso di me: la prima reazione è stata quella di allungare verso di lui il bastone per deviare la sua corsa”. Sarebbe stato in quel momento che lo straniero sarebbe stato colpito. L'imprenditore ha poi concluso: “semplicemente mi sono spaventato: nulla sarebbe successo se questa persona si fosse mostrata alla luce, dicendomi perché fosse lì. Non ci sarebbe stato nessun problema”.
Il procedimento penale è stato riaggiornato per le conclusioni delle parti al prossimo 11 dicembre.
F.F.