Garlate: sbranati 3 agnelli, è colpa di un lupo? In 'azione' fototrappole, attesa per i test
Per conoscere la verità bisognerà attendere ancora un po'. Ad oggi, però, tutto fa pensare che possa esserci un lupo dietro alla brutale uccisione di tre grossi agnelli - uno dei quali di ben 30 chili - in un allevamento situato in via Valcavellino a Garlate. L'episodio, su cui ora stanno indagando i Carabinieri forestali dietro indicazione di ATS Brianza, risale al fine settimana del 14-15 ottobre: due, inizialmente, gli esemplari trovati morti, ai quali poi se n'è aggiunto un terzo, persino più grosso, nella notte di lunedì scorso. Ed è proprio l'importante mole dei tre animali a far credere che il responsabile dell'aggressione possa essere un lupo.
"Da queste parti si vedono spesso cinghiali e soprattutto volpi e tassi, che però difficilmente potrebbero avere la meglio contro agnelli di tali dimensioni" ci ha spiegato il giovane Andrea Redaelli (che ricopre anche il ruolo di presidente dell'Associazione della pecora brianzola), proprietario dell'allevamento insieme al padre Pasquale. "Non abbiamo prove concrete di quanto accaduto, se non i segni rimasti sui corpi senza vita dei nostri poveri animali, dove sono state trovate tracce biologiche che ora sono in fase di analisi da parte di ATS: da questo punto di vista il rischio è che le si possa confondere con quelle di un cane, motivo per cui sarà decisivo incrociare gli esiti dei test con le immagini delle fototrappole che nel frattempo sono state installate in zona dai Forestali, circa una settimana fa. Probabilmente rimarranno lì ancora qualche giorno, poi saranno rimosse per prenderne in esame le immagini".
Non sarebbe nemmeno la prima volta, tra l'altro, che un lupo viene avvistato nei dintorni di Garlate. Una segnalazione a tal proposito risale allo scorso agosto, quando un esemplare è stato "immortalato" alle pendici del Monte Barro, sul territorio comunale di Galbiate. "So che si sono verificati altri casi simili al nostro, seppur di gravità minore, anche tra Olginate e Valgreghentino, ma purtroppo non tutti vengono denunciati e ciò non facilita le indagini da parte delle autorità competenti" ha concluso Redaelli, senza nascondere una certa preoccupazione. "Ci auguriamo che si possa risalire presto all'esatta dinamica degli episodi, per poi capire come è più opportuno comportarci".
"Da queste parti si vedono spesso cinghiali e soprattutto volpi e tassi, che però difficilmente potrebbero avere la meglio contro agnelli di tali dimensioni" ci ha spiegato il giovane Andrea Redaelli (che ricopre anche il ruolo di presidente dell'Associazione della pecora brianzola), proprietario dell'allevamento insieme al padre Pasquale. "Non abbiamo prove concrete di quanto accaduto, se non i segni rimasti sui corpi senza vita dei nostri poveri animali, dove sono state trovate tracce biologiche che ora sono in fase di analisi da parte di ATS: da questo punto di vista il rischio è che le si possa confondere con quelle di un cane, motivo per cui sarà decisivo incrociare gli esiti dei test con le immagini delle fototrappole che nel frattempo sono state installate in zona dai Forestali, circa una settimana fa. Probabilmente rimarranno lì ancora qualche giorno, poi saranno rimosse per prenderne in esame le immagini".
Non sarebbe nemmeno la prima volta, tra l'altro, che un lupo viene avvistato nei dintorni di Garlate. Una segnalazione a tal proposito risale allo scorso agosto, quando un esemplare è stato "immortalato" alle pendici del Monte Barro, sul territorio comunale di Galbiate. "So che si sono verificati altri casi simili al nostro, seppur di gravità minore, anche tra Olginate e Valgreghentino, ma purtroppo non tutti vengono denunciati e ciò non facilita le indagini da parte delle autorità competenti" ha concluso Redaelli, senza nascondere una certa preoccupazione. "Ci auguriamo che si possa risalire presto all'esatta dinamica degli episodi, per poi capire come è più opportuno comportarci".