Valvarrone 'riparte' dall'ex latteria e dall'ex asilo, in attesa del maxi ponte tibetano

È di pochi giorni fa l’annuncio dell’importante stanziamento che la Valsassina e la Valvarrone hanno ottenuto da Regione Lombardia, nell’ambito dell’“Avviso di manifestazione d’interessi per la selezione di nuove strategie per lo sviluppo delle Valli Prealpine”, dove uno scorrimento di graduatoria ha portato 5.3 milioni alle due progettualità “Re-start terre alte Valsassina Valvarrone” e “Valorizzazione turistica delle valli prealpine nella provincia di Lecco: Grigne, Valsassina e Pian dei Resinelli”.
Della prima – che vede come Ente capofila il Comune di Premana e che riceverà un contributo di poco più di 3 milioni di euro – beneficerà anche il Comune di Valvarrone, al quale saranno destinati nello specifico 715.328,60 €, divisi tra due diversi insiemi di interventi. Il sindaco Luca Buzzella, da noi intervistato, apre con “un doveroso ringraziamento a Massimo Sertori (Assessori agli Enti Locali e Montagna di Regione Lombardia, ndr) e al Sottosegretario Mauro Piazza, per l’attenzione verso il nostro territorio e per l’impegno nel mettere a disposizione queste risorse”. Risorse che prevedono una copertura dell’89% circa da parte di Regione Lombardia, mentre il restante 11% sarà a carico del comune. Passiamo ad elencare i progetti per Valvarrone.
Scheda_progetti.jpg (124 KB)
La prima serie di interventi (cui sono stati destinati 270.328,60 €) riguarda la realizzazione di un’area parcheggio a Introzzo – nelle vicinanze del municipio -  strutturata su due livelli: il piano superiore sarà adibito a mercato settimanale a servizio della popolazione, oltre che a “semplice” area di sosta, a vantaggio anche delle attività economiche presenti; il piano inferiore costituirà invece un’autorimessa per il ricovero degli automezzi comunali, oltre che un deposito per il Gruppo comunale di Protezione Civile.
Municipio_di_Valvarrone.jpg (71 KB)
Il municipio
Municipio_di_Valvarrone__Introzzo_.jpg (115 KB)
La seconda voce di spesa – più consistente, con un finanziamento pari a 445.000,00 € - consta invece di quattro interventi di rigenerazione urbana, sparsi un po’ su tutto il territorio comunale. “Parliamo di una serie di aree che sono state abbandonate – a volte per anni – e che ora andranno riqualificate” dichiara Buzzella.
Ex-latteria_Avano.jpg (111 KB)
La ex latteria
Ex-latteria_Avano_2.jpg (98 KB)
Scendendo dalla “sommità” della Valvarrone verso il Lario, si parte con il recupero dell’area antistante l’ex latteria turnaria di Avano (frazione di Valvarrone) - edificio costruito nei primi anni del ‘900 per il conferimento del latte e abbandonato dopo che la produzione di formaggio si è interrotta - già ristrutturata recentemente nella sua parte esterna dall’Associazione Val D’Aven, che ha rifatto il tetto in piotte. L’obiettivo è quello di offrire uno spazio pubblico accessibile a tutta la comunità in cui ritrovarsi, chiacchierare e svolgere attività. 
Museo_Cantar_di_Pietra_esterno.jpg (69 KB)
Il Museo (sotto lo scantinato)
Scantinato_Museo_Cantar_di_Pietra__intervento_.jpg (94 KB)
Il secondo progetto riguarda invece la sistemazione dell’edificio che ospita il Museo Cantar di Pietra, a Tremenico. Spostandoci invece nell’abitato di Introzzo, “troviamo” la riqualificazione dello spazio sottostante il municipio di Valvarrone, che ospita un’area manifestazioni e un parco giochi. 
Ex-asilo_di_Vestreno.jpg (55 KB)
L'ex asilo

Infine, l’ultimo intervento riguarda la parte esterna dell’ex-asilo di Vestreno - dove alcuni lavori sono già in corso (con fine prevista entro il 2023) – che verrà riconvertito in un centro di aggregazione per giovani, oltre a costituire un punto di ritrovo per le associazioni.

Non solo “Re-start terre alte Valsassina Valvarrone”, però, nei piani del comune di Valvarrone, il quale sta lavorando parallelamente ad un altro “mega-progetto”, che lo stesso sindaco Buzzella ha definito “forse l’unica vera occasione all’orizzonte per rilanciare la valle, per creare qualcosa in termini di attività economiche e dunque di occupazione - anche, e soprattutto, per i giovani”. Stiamo parlando di “Tra sogno e realtà: il territorio si rinnova guardando la sua storia passata”. Trattasi del recupero e della valorizzazione a fini turistici delle miniere di feldspato di Lentrèe, di fronte a Tremenico, in funzione da oltre cento anni e ritirate nel 2006. Un progetto che ha come capofila la Comunità Montana V.V.V.E.R. e a cui collabora anche il Comune di Bellano. Lo stesso Buzzella lo definisce “tanto ambizioso quanto complicato”, ma questo non scoraggia l’amministrazione comunale e gli altri enti coinvolti.
Miniere_4.jpg (172 KB)
Immagini dell'area delle miniere
Il progetto sarà finanziato da Regione Lombardia insieme con Fondazione Cariplo e prevede innanzitutto di rendere accessibile uno dei tanti livelli su cui si struttura la miniera, dove si potranno visitare gli enormi “cameroni” scavati nelle viscere della terra, osservare i camini e i fornelli, per ammirare poi l’intero complesso minerario. Il percorso, facile e per tutti, prenderà il via dal “borgo fantasma” di Lentrèe, dove si possono ancora osservare le cascine (e gli adiacenti fienili) dove vivevano i minatori con le loro mogli.  
Miniere_3.jpg (119 KB)
“Il primo passo sarà quello di riqualificare uno di questi edifici” racconta ancora il primo cittadino di Valvarrone “per creare allo stesso tempo una sorta di punto-accoglienza e una casa-museo delle tradizioni contadine, dove cercheremo di ricostruire e mostrare com’era la vita ai tempi”.
Miniera_2.jpg (132 KB)
Ma non è finita qui. Attualmente, il borgo abbandonato e la miniera si possono raggiungere in un circa un’ora di cammino, percorrendo la mulattiera che scende da Tremenico verso il Varrone, per poi risalire dall’altro versante della valle. Il sentiero, suggestivo ma anche impegnativo, è stato recentemente riqualificato nell’ambito del progetto della ciclovia Trans Orobica, che vuole unire Bergamo e la Valtellina con una serie di percorsi ciclabili.
Sopralluogo_alla_miniera_.jpg (124 KB)
La grande proposta sarebbe però quella di costruire un ponte tibetano – della lunghezza di 450 m e con un’altezza di 200 m nel punto più elevato – che permetterebbe ai visitatori di attraversare agevolmente la vallata, costituendo al contempo un’enorme attrattiva “in sé e per sé”. Insieme con la riqualificazione delle miniere, parliamo di cinque milioni di euro di investimento totale, con la fine dei lavori prevista nel 2025. “Si tratta certamente di un’opera molto importante, ma che è anche – tra le possibili infrastrutture di collegamento tra le due sponde della valle - la più veloce da realizzare e la più sostenibile in termini economici. Ci tengo a precisare che non vogliamo copiare altri ponti di valli vicine, ma creare invece una via di comunicazione in più, con l’auspicio – questo sì - che una realizzazione del genere costituisca anche un volàno di sviluppo per tutto il territorio della Valvarrone. Noi ci crediamo molto, nonostante le difficoltà” afferma ancora Buzzella. 
Miniere_6.jpg (163 KB)
Di tutto il progetto si parla in un bellissimo filmato – dal titolo “L’inizio di una rinascita: il borgo fantasma e la miniera” - pubblicato sul sito internet dell’Ecomuseo della Valvarrone, nel quale vengono offerte “preziose riprese di angoli suggestivi della valle altrimenti invisibili”. Sono inoltre diverse le autorità che intervengono nel merito.
Attilio Fontana – presidente di Regione Lombardia – afferma che “valorizzare le nostre bellezze nascoste, come le miniere, significa generare attrattività scientifica, turistica e culturale, ma anche preservare la nostra storia e offrire un'occasione di protagonismo per lo sviluppo locale, per i comuni e le aree interne meno note, a partire dal cuore della terra”. 
Miniere_5.jpg (162 KB)
Il Sottosegretario in Regione Mauro Piazza parla di “bellezza, natura, fruibilità e salute come parole chiave che hanno portato Regione Lombardia ad investire moltissime risorse sule ciclovie. La Valvarrone è interessata dalla Trans Orobica, nell’ambito di un sistema che renderà il quadrante dell'Alto Lario un unicum per quanto riguarda la proposta delle ciclovie”. 
Il presidente della Comunità Montana V.V.V.E.R. Fabio Canepari definisce la cultura “uno dei messaggi che, come Comunità Montana, cerchiamo di portare sul territorio per incentivare il turismo. Il recupero di antichi mestieri e tradizioni è una voce culturale forte che agisce in questo senso, rivolgendosi ai giovani e permettendo il rilancio di attività economiche”. 

Infine, anche la presidente provinciale Alessandra Hofmann dichiara che “cultura e turismo dialogano sempre insieme” e che “raccontare la vita di questa terra e delle miniere significa rinascere, rigenerarsi, ripartire dalla propria storia per guardare verso il futuro di questa bellissima valle”. Dal lato di Fondazione Cariplo, è il suo presidente – Giovanni Azzone – ad affermare che “questo progetto, lavorando sulle aree interne: garantisce maggiore prossimità nei servizi per la popolazione; lavora su un patrimonio culturale importante per il territorio; garantisce un miglioramento della cura del territorio”.
“Re-start terre alte Valsassina Valvarrone” e “Tra sogno e realtà” sono in fondo due iniziative fortemente legate, dove il recupero e la riqualificazione di spazi condivisi si uniscono ad una nuova proposta turistica che migliorerà l’attrattività di un territorio - tra l’altro, facilmente raggiungibile dal sempre più “gettonato” Lario – che ha davvero bisogno di essere rilanciato. Per rinascere.
Alessandro Tenderini
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.