Lecco: tanti amministratori al 'Pranzo della Legalità', al tavolo anche Lorenzo Sanua

A tavola... per la legalità. In tanti nella giornata di oggi, domenica 22 ottobre, hanno preso parte al pranzo organizzato dal Coordinamento Provinciale di Avviso Pubblico - rete di amministratori ed enti locali contro le mafie e la corruzione - nell'ambito della campagna di raccolta fondi "Metti il bene... in Comune", a sostegno di alcuni progetti rivolti ai giovani per la promozione della cultura della legalità democratica.
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Da sinistra Clelia La Palomenta, Lorenzo Sanua, Fabio Bottero, Micol Missana,
Paolo Lanfranchi, Roberto Nigriello e Alberto Bonacina

L'iniziativa, che ha trovato ospitalità presso l'oratorio lecchese di Acquate, ha richiamato soprattutto numerosi volti noti della politica locale, dal Senatore Tino Magni al consigliere regionale Gianmario Fragomeli fino al presidente del Consiglio Comunale di Lecco (e vice presidente di Avviso Pubblico) Roberto Nigriello, attorniati da tanti sindaci e amministratori di vari paesi del territorio lecchese; tra i convitati, inoltre, anche il primo cittadino di Trezzano sul Naviglio Fabio Bottero e la "numero uno" della Commissione antimafia di Rho Clelia La Palomenta.
L'ospite "d'onore", però, era un altro: stiamo parlando di Lorenzo Sanua, responsabile di "Libera contro le mafie" e figlio di Pietro Sanua, ambulante e sindacalista ucciso il 4 febbraio 1995 a Corsico, a sud-ovest di Milano, in un agguato della criminalità organizzata. 
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Presidente a livello provinciale dell'Associazione Nazionale Venditori Ambulanti (ANVA) affiliata a Confesercenti e fondatore di SOS Impresa Milano, Pietro aveva denunciato il "racket dei fiori", che coinvolgeva funzionari del Comune, membri della polizia annonaria, associazioni di categoria e grossisti, in una città ancora scossa da Tangentopoli e dalle inchieste Nord-Sud e Wall Street, che avevano certificato la presenza della mafia anche al Nord; il procedimento per il suo omicidio fu archiviato già sei mesi dopo, il 7 agosto 1995, ma nell'aprile scorso, a 28 anni di distanza, è emerso il nome di un primo indagato, con la Squadra Mobile e la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano arrivate a perquisire a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, l'abitazione di Vincenzo Ferraro, fratello del boss Giuseppe, detenuto a Sassari in regime di 41bis.

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"Probabilmente non avrò mai giustizia, però la verità la pretendo", aveva dichiarato allora il figlio Lorenzo, che all'epoca dei fatti aveva 21 anni. "Mio padre non ha fatto nulla di straordinario, ha scelto semplicemente da che parte stare senza mai scendere a compromessi", aveva aggiunto. "Oggi sono qui perché la legalità è un problema che deve riguardare tutti, perché bisogna far capire quanto le mafie siano forti nonostante magari siano meno percepite, specie in territori come questo" ha commentato invece Sanua prima del pranzo di oggi ad Acquate, complimentandosi con gli organizzatori per l'iniziativa. "Si dice che l'ultima mafia è sempre la penultima, ed è proprio vero perché le mafie hanno la capacità di rigenerarsi per creare potere e discrepanze sociali, per togliere lavoro e opportunità. Tutti noi, quindi, abbiamo il compito di aumentare la consapevolezza intorno a questi temi".
"Ero già stato a Lecco, in due diverse occasioni" ha poi ricordato l'ospite di giornata. "Una decina di anni fa ero intervenuto al campo "E!State Liberi!", una bellissima esperienza per guidare i giovani alla legalità e aiutarli a diventare "antenne", cittadini vigili e attenti; più di recente, invece, ho partecipato all'apertura della pizzeria Fiore, uno dei più importanti simboli in Lombardia di rinascita e "liberazione" dalla criminalità organizzata".
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Oltre a Sanua è intervenuta al pranzo anche Emanuela Sannino, figlia di Palma Scamardella, uccisa per errore dalla mafia il 12 dicembre 1994 a Pianura, quartiere di Napoli. All'epoca dei fatti la giovane donna di soli 35 anni venne colpita mortalmente dai proiettili che invece erano destinati ad uno dei fedelissimi di un clan della camorra.
A fare gli "onori di casa", poi, è stato il coordinatore provinciale di Avviso Pubblico Paolo Lanfranchi, affiancato da Roberto Nigriello e dal referente di Libera Lecco Alberto Bonacina. "Effettivamente, qui come altrove, c'è un problema di sottovalutazione di questi temi" ha commentato quest'ultimo, auspicando quindi un "lavoro di squadra" per una società che - come ha poi sostenuto anche il presidente del Consiglio Comunale - possa essere "diversa anche nell'immagine che offre di sè".
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"Qui sento un grande entusiasmo: stiamo lavorando molto a livello regionale, e dal lecchese abbiamo un contributo importante, con l'adesione ad Avviso Pubblico che non vuole essere solo una "formalità" ma piuttosto è garanzia di un impegno concreto a lavorare, costruire e far crescere le comunità" ha concluso Fabio Bottero, il cui Comune è particolarmente sensibile ai temi della legalità. "Abbiamo promosso un'iniziativa simile a Milano ed eravamo meno, c'è una bellissima competizione" ha aggiunto con un sorriso. "Da questi momenti viene fuori bene il fatto che la gente che vuole una società pulita è la maggioranza. A volte mi sento dire che su questi argomenti non bisogna insistere troppo per non dare alle mafie una rilevanza eccessiva, ma invece credo che sia fondamentale parlarne per aumentare la consapevolezza, anche perché con il lavoro quotidiano possiamo poi valorizzare ciò che c'è di buono".
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Terminati gli interventi ha quindi preso il via il vero e proprio pranzo, reso possibile grazie alla collaborazione dei volontari di "Vivi Dolzago" e di alcune aziende del territorio che, senza nemmeno voler essere nominate, hanno offerto i loro prodotti per la composizione del menù; a fornire le stoviglie (in materiali "green") è stata invece Silea Spa di Valmadrera, a cui gli organizzatori hanno rivolto un ringraziamento speciale. Eventuali avanzi saranno consegnati alla Caritas.

B.P.
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