Il Parco del Monte Barro in festa nel 40° di fondazione
"Lo spirito della montagna è lo spirito del sublime, lo spirito del bello. Vi invito a vivere questa giornata con quest'attenzione al bello". In questa citazione leonardesca ripresa da Piergiovanni Montanelli, sindaco di Galbiate, è racchiuso il significato dell'evento svoltosi questa mattina all'Eremo del Monte Barro. La festa per i 40 anni di vita dell'ente parco, nonché per i 10 anni dell'apertura dell'ostello gestito da Legambiente, è stata un vero e proprio trionfo del bello.
Accanto alla bellezza dei paesaggi, uno dei tanti tesori del sito, le autorità che hanno preso parte all'evento hanno potuto godere della bellezza dei principali spazi dell'ostello grazie ad un tour guidato curato da Giulia Apolloni, responsabile della struttura per Legambiente Lecco. "Ci siamo presi cura di ogni locale seguendo il principio del riciclo creativo, ovvero cercando di donare nuova vita a beni che oggi non vengono più utilizzati" ha raccontato la giovane volontaria. La platea comprendeva i rappresentanti di diversi comuni confinanti con il parroco, nonché il parroco di Galbiate Don Erasmo Rebecchi.
Il giro si è concluso di fronte al nuovo ascensore, inaugurato proprio questa mattina. "Abbiamo partecipato ad un bando del Gal 4 parchi con un progetto intitolato inclusività. Oltre all'ascensore per l'ostello abbiamo realizzato il parco giochi aperto a tutti nella zona del cappello degli alpini e un punto informativo presso la baita GPL raggiungibile anche da chi ha difficoltà di deambulazione" ha spiegato Paola Golfari, presidente del parco monte barro. Più che quella dei luoghi, però, oggi è stata celebrata la bellezza della storia che sta dietro il parco del Monte Barro.
Benché ufficialmente istituito, come gli altri, con la legge del 1983, l'ente con sede a Villa Bertarelli è forse l'unico dei parchi regionali lombardi nato dalla volontà popolare. Fin dal 1969, infatti, alcuni volontari si erano riuniti e avevano dato vita al comitato per la salvaguardia del monte barro, poi diventato consorzio.
Tra le menti di questo progetto alcuni "Politici con la P maiuscola", come li ha definiti Federico Bonifacio, ovvero il professor Giuseppe Panzeri, presidente del parco per trent'anni, e Cesare Golfari, ex presidente di regione Lombardia.
"L'acquisto dell'eremo nel 1976 per 450 milioni di lire, di cui 200 messi da regione, fu un atto di lungimiranza da parte dell'allora consorzio. L'abbattimento di tre piani nel 1998, invece, fu un atto di coraggio. Quando sono stato eletto presidente del parco, nel 2008, uno dei primi pensieri che ho avuto è stato trovare un modo per valorizzare questa struttura" ha spiegato ancora Bonifacio, predecessore di Paola Golfari a Villa Bertarelli.
Tra le molte funzioni dall'eremo nel corso dei decenni ricordiamo quella di convento francescano, hotel e sanatorio.
"Nel 2010 presentiamo un progetto incentrato sul turismo sostenibile e otteniamo un contributo di 400mila euro. Dopo qualche mese esce un bando Cariplo a cui partecipiamo con il progetto Lecco Medievale. Un progetto da 1milione e 340mila euro curato da un'ampia rete di istituzioni e realtà. Otteniamo 770mila euro" ha aggiunto Bonifacio, il quale ha poi rivolto un sentito ringraziamento a Mauro Villa, storico direttore nel parco.
Dopo tutti questi investimenti, a inizio anni 10 serviva qualcuno a cui affidare la gestione dell'eremo. Qualcuno disposto a fare una grande e decisiva scommessa. "Abbiamo formulato un bando molto articolato, poi vinto dal associazione temporanea di imprese costituita da Legambiente Lecco, cooperativa Eliante e la ghianda sas. L'obiettivo era coniugare i principi di sostenibilità, ecologia e cura della natura con una gestione alberghiera di qualità e un'offerta di progetti didattici adeguata. A distanza di dieci anni, è stato un successo anche commerciale" ha sottolineato Golfari.
Basti pensare che nel 2022 tutto il parco ha registrato 30mila presenze. "L'ente parco ha avuto molto coraggio a lasciare la gestione di un edificio come questo in mano ad un gruppo di giovani volontari, tra cui tante donne. All'inizio questo luogo era di fatto abbandonato. Nel tempo, però, c'è ne siamo presi cura e abbiamo apportato tanti cambiamenti" ha ricordato Giulia Apolloni.
Tra I passaggi decisivi per la buona riuscita di questa scommessa c'è sicuramente l'arrivo di volontari internazionali. "Pensate che c'è in tutto il mondo c'è gente che quando pensa a Galbiate pensa a casa. L'arrivo dei volontari internazionali ha cambiato il nostro destino" ha rivendicato con orgoglio la giovane volontaria di Legambiente. "Oggi disponiamo di 50 posti letto totali, divisi in due settori. Il nostro staff è composto da 4 persone più due ragazzi del servizio civile e tre o quattro volontari che vengono ad aiutarci".
In seguito, Elisabetta Vento di La ghianda, la cooperativa che gestisce il ristorante, ha sottolineato come l'impegno nella missione lasciata dal professor Panzeri, ovvero accogliere e dare ospitalità ai visitatori del parco, prosegua intatto anche a distanza di anni. "Eppure all'inizio non è stato facile. Il nostro budget sul progetto per i primi tre anni è stato in negativo" ha ricordato sorridendo Mauro Belardi.
Nonostante questo, oggi il successo dell'eremo di Monte Barro è certificato dai numeri e riconosciuto dalle autorità. "Veniamo chiamati nei workshop e nelle conferenze di regione Lombardia per raccontare la storia di quest'esperienza. Uno degli elementi che ha reso possibile raggiungere I risultati odierni è stata la possibilità concessa ai membri dell'ati di ragionare sul lungo periodo fin dall'inizio" ha spiegato Antonio Bossi, vero e proprio braccio operativo di Eliante nell'area galbiatese.
A tali riconoscimenti si è aggiunta la presenza questa mattina dell'assessore regionale ai parchi e alle aree verdi Gianluca Comazzi. "Oggi ci troviamo in un luogo meraviglioso. 44 chilometri di sentieri, migliaia di specie di piante e animali in un parco che nasce dalla volontà popolare. Come regione Lombardia siamo impegnati nel valorizzare e nel rafforzare il nostro sistema di parchi e aree protette. La nostra regione gode di un patrimonio naturalistico straordinario. Vogliamo che entro il 2030 il 30% del territorio lombarda sia incluso in aree protette" ha sottolineato l'assessore, accompagnato per l'occasione da Mauro Piazza, Giacomo Zamperini e Gianmario Fragomeli, i tre rappresentanti lecchesi in consiglio regionale.
Prima di lasciare spazio all'aperitivo, la presidente Golfari ha ricordato come l'impegno dell'ente parco nella tutela e nella valorizzazione dei tesori del Barro si estende ben oltre l'esperienza del centro turistico e culturale creato all'eremo.
"Gli scavi archeologici effettuati negli anni hanno permesso di portare alla luce l'insediamento di epoca gota, ovvero V - VI secolo, più grande mai trovato in Italia. I reperti più significativi sono stati collocati presso il museo archeologico del barro" ha spiegato Golfari. "Quest'anno, inoltre, ricorrono i vent'anni del Museo Etnografico dell'Alta Brianza. Entro la fine del 2023, infine, acquisiremo nel nostro patrimonio anche i monumenti naturali del sass neger e del sasso di Preguda, nonché i boschi della val garlasca".
Proprio una bella storia.
Accanto alla bellezza dei paesaggi, uno dei tanti tesori del sito, le autorità che hanno preso parte all'evento hanno potuto godere della bellezza dei principali spazi dell'ostello grazie ad un tour guidato curato da Giulia Apolloni, responsabile della struttura per Legambiente Lecco. "Ci siamo presi cura di ogni locale seguendo il principio del riciclo creativo, ovvero cercando di donare nuova vita a beni che oggi non vengono più utilizzati" ha raccontato la giovane volontaria. La platea comprendeva i rappresentanti di diversi comuni confinanti con il parroco, nonché il parroco di Galbiate Don Erasmo Rebecchi.
Il giro si è concluso di fronte al nuovo ascensore, inaugurato proprio questa mattina. "Abbiamo partecipato ad un bando del Gal 4 parchi con un progetto intitolato inclusività. Oltre all'ascensore per l'ostello abbiamo realizzato il parco giochi aperto a tutti nella zona del cappello degli alpini e un punto informativo presso la baita GPL raggiungibile anche da chi ha difficoltà di deambulazione" ha spiegato Paola Golfari, presidente del parco monte barro. Più che quella dei luoghi, però, oggi è stata celebrata la bellezza della storia che sta dietro il parco del Monte Barro.
Benché ufficialmente istituito, come gli altri, con la legge del 1983, l'ente con sede a Villa Bertarelli è forse l'unico dei parchi regionali lombardi nato dalla volontà popolare. Fin dal 1969, infatti, alcuni volontari si erano riuniti e avevano dato vita al comitato per la salvaguardia del monte barro, poi diventato consorzio.
Tra le menti di questo progetto alcuni "Politici con la P maiuscola", come li ha definiti Federico Bonifacio, ovvero il professor Giuseppe Panzeri, presidente del parco per trent'anni, e Cesare Golfari, ex presidente di regione Lombardia.
"L'acquisto dell'eremo nel 1976 per 450 milioni di lire, di cui 200 messi da regione, fu un atto di lungimiranza da parte dell'allora consorzio. L'abbattimento di tre piani nel 1998, invece, fu un atto di coraggio. Quando sono stato eletto presidente del parco, nel 2008, uno dei primi pensieri che ho avuto è stato trovare un modo per valorizzare questa struttura" ha spiegato ancora Bonifacio, predecessore di Paola Golfari a Villa Bertarelli.
Tra le molte funzioni dall'eremo nel corso dei decenni ricordiamo quella di convento francescano, hotel e sanatorio.
"Nel 2010 presentiamo un progetto incentrato sul turismo sostenibile e otteniamo un contributo di 400mila euro. Dopo qualche mese esce un bando Cariplo a cui partecipiamo con il progetto Lecco Medievale. Un progetto da 1milione e 340mila euro curato da un'ampia rete di istituzioni e realtà. Otteniamo 770mila euro" ha aggiunto Bonifacio, il quale ha poi rivolto un sentito ringraziamento a Mauro Villa, storico direttore nel parco.
Dopo tutti questi investimenti, a inizio anni 10 serviva qualcuno a cui affidare la gestione dell'eremo. Qualcuno disposto a fare una grande e decisiva scommessa. "Abbiamo formulato un bando molto articolato, poi vinto dal associazione temporanea di imprese costituita da Legambiente Lecco, cooperativa Eliante e la ghianda sas. L'obiettivo era coniugare i principi di sostenibilità, ecologia e cura della natura con una gestione alberghiera di qualità e un'offerta di progetti didattici adeguata. A distanza di dieci anni, è stato un successo anche commerciale" ha sottolineato Golfari.
Basti pensare che nel 2022 tutto il parco ha registrato 30mila presenze. "L'ente parco ha avuto molto coraggio a lasciare la gestione di un edificio come questo in mano ad un gruppo di giovani volontari, tra cui tante donne. All'inizio questo luogo era di fatto abbandonato. Nel tempo, però, c'è ne siamo presi cura e abbiamo apportato tanti cambiamenti" ha ricordato Giulia Apolloni.
Tra I passaggi decisivi per la buona riuscita di questa scommessa c'è sicuramente l'arrivo di volontari internazionali. "Pensate che c'è in tutto il mondo c'è gente che quando pensa a Galbiate pensa a casa. L'arrivo dei volontari internazionali ha cambiato il nostro destino" ha rivendicato con orgoglio la giovane volontaria di Legambiente. "Oggi disponiamo di 50 posti letto totali, divisi in due settori. Il nostro staff è composto da 4 persone più due ragazzi del servizio civile e tre o quattro volontari che vengono ad aiutarci".
In seguito, Elisabetta Vento di La ghianda, la cooperativa che gestisce il ristorante, ha sottolineato come l'impegno nella missione lasciata dal professor Panzeri, ovvero accogliere e dare ospitalità ai visitatori del parco, prosegua intatto anche a distanza di anni. "Eppure all'inizio non è stato facile. Il nostro budget sul progetto per i primi tre anni è stato in negativo" ha ricordato sorridendo Mauro Belardi.
Nonostante questo, oggi il successo dell'eremo di Monte Barro è certificato dai numeri e riconosciuto dalle autorità. "Veniamo chiamati nei workshop e nelle conferenze di regione Lombardia per raccontare la storia di quest'esperienza. Uno degli elementi che ha reso possibile raggiungere I risultati odierni è stata la possibilità concessa ai membri dell'ati di ragionare sul lungo periodo fin dall'inizio" ha spiegato Antonio Bossi, vero e proprio braccio operativo di Eliante nell'area galbiatese.
A tali riconoscimenti si è aggiunta la presenza questa mattina dell'assessore regionale ai parchi e alle aree verdi Gianluca Comazzi. "Oggi ci troviamo in un luogo meraviglioso. 44 chilometri di sentieri, migliaia di specie di piante e animali in un parco che nasce dalla volontà popolare. Come regione Lombardia siamo impegnati nel valorizzare e nel rafforzare il nostro sistema di parchi e aree protette. La nostra regione gode di un patrimonio naturalistico straordinario. Vogliamo che entro il 2030 il 30% del territorio lombarda sia incluso in aree protette" ha sottolineato l'assessore, accompagnato per l'occasione da Mauro Piazza, Giacomo Zamperini e Gianmario Fragomeli, i tre rappresentanti lecchesi in consiglio regionale.
Prima di lasciare spazio all'aperitivo, la presidente Golfari ha ricordato come l'impegno dell'ente parco nella tutela e nella valorizzazione dei tesori del Barro si estende ben oltre l'esperienza del centro turistico e culturale creato all'eremo.
"Gli scavi archeologici effettuati negli anni hanno permesso di portare alla luce l'insediamento di epoca gota, ovvero V - VI secolo, più grande mai trovato in Italia. I reperti più significativi sono stati collocati presso il museo archeologico del barro" ha spiegato Golfari. "Quest'anno, inoltre, ricorrono i vent'anni del Museo Etnografico dell'Alta Brianza. Entro la fine del 2023, infine, acquisiremo nel nostro patrimonio anche i monumenti naturali del sass neger e del sasso di Preguda, nonché i boschi della val garlasca".
Proprio una bella storia.
Andrea Besati