“Capolavoro per Lecco” il sacrificio di Isacco con il 'mistero della paternità'

Un disegno di Michelangelo, un dipinto del pittore caravaggesco Giuseppe Vermiglio e la replica bronzea delle formelle di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per il concorso delle porte del battistero di Firenze. Soggetto, il sacrificio di Isacco, quale occasione per ragionare attorno al “Mistero della paternità”. E' la proposta di quest’anno dell’ormai tradizionale appuntamento natalizio del “Capolavoro per Lecco” promosso dalla comunità pastorale della Madonna del Rosario che fa riferimento alla basilica di San Nicolò. 
LeccoCapolavoro1.JPG (53 KB)Giorgio Cortella, Susanna De Maron, don Davide Milani,
Simona Piazza, Laura Polo D'Ambrosio e Giorgio Melesi

La mostra è stata presentata a Palazzo delle paure dal prevosto don Davide Milani, dall’assessore comunale alla cultura Simona Piazza e dai curatori dell’esposizione: Laura Polo D’Ambrosio, Giorgio Melesi, Susanna De Maron.
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Filippo Brunelleschi, Sacrificio di Isacco. Foto di Antonio Quattrone

Dopo l’introduzione dell’assessore Piazza che ha sottolineato ancora una volta l’importanza della collaborazione tra la parrocchia di San Nicolò e il Comune che mette a disposizione gli spazi di Palazzo delle paure, il prevosto ha ricordato ancora una volta come la rassegna “Capolavoro per Lecco” non sia solo un appuntamento artistico «perché occorrere ricordare i punti fermi: noi non siamo un’associazione che organizza mostre, noi siamo una parrocchia e questa proposta rientra in un progetto pastorale, perché da sempre la Chiesa ha usato il linguaggio dell’arte, per portare avanti una riflessione sull’annuncio e sul tempo che stiamo vivendo. Non facciamo dunque niente di nuovo».
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Vermiglio, Il sacrificio di Isacco

Parlando del disegno di Michelangelo che costituisce il pezzo più pregiato dalla mostra, don Milani ha detto che «questa opera ci è venuta incontro. E’ un’opera che ci ha intrigato da subito: il “Sacrificio di Isacco” ci consente di riflettere sull’essere padre e l’essere figlio. Solitamente si celebra il Natale per “via materna” con Maria al centro dell’attenzione, trascurando l’intervento di Dio e la figura di Giuseppe che viene marginalizzata». E allora Abramo, chiamato a sacrificare il figlio di Isacco e «chiamato da Dio per essere padre di un popolo» e la cui mano è fermata dall’angelo di Dio, suggerisce che ogni figlio non è dei propri genitori, «è figlio di Dio, ma anche in chiave laica figlio di una comunità» e pertanto dovrà portare avanti un proprio progetto personale, compiere scelte individuali, staccandosi inevitabilmente dai genitori.
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Lorenzo Ghiberti, Sacrificio di Isacco, Museo Nazionale del Bargello. Foto di Antonio Quattrone

Laura Polo D’Ambrosio si è invece soffermata sull’aspetto artistico. Il progetto di quest’anno di “Capolavoro per Lecco” nasce da una collaborazione con la fiorentina Fondazione Casa Bonarroti che appunto conserva il disegno esposto, prima d’ora peraltro esposto in una sola occasione, a Roma nel 2017. Si tratta di un disegno preparatorio per un rilievo, poi non realizzato, sulla tomba medicea. Risale agli anni Trenta del XVI secolo, al periodo in cui l’artista dipingeva la Cappella Sistina. Un disegno innovativo per la tensione umana dei personaggi e diventando perciò un punto di riferimento. Una tensione analoga si ritroverà nel Seicento nel “Sacrificio” di Caravaggio ora conservato agli Uffizi. Ed ecco, a documentare l’epoca caravaggesca, il quadro di Giuseppe Vermiglio, pittore milanese che era a Roma quando a Roma operava proprio Caravaggio e autore di diversi “Sacrifici”: quello esposto a Lecco è parte della collezione Gastaldi-Rotelli. 
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Michelangelo, Il sacrificio di Isacco

C’è un dopo, ma naturalmente c’è anche un prima, documentato appunto dalle repliche bronzee delle formelle per le porte del battistero di Firenze che Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi prepararono per il celebre concorso del 1401 nel quale prevalse il primo.
L’allestimento prevede un gioco tra spazi, colori e luci, ha spiegato l’architetto Giorgio Melesi: i visitatori saranno guidati da un colore sospeso in una luce che cambia come se ci trovassimo a camminare nel bosco.

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Infine, Susanna De Maron ha spiegato come anche quest’anno saranno gli studenti delle scuole superiori ad accompagnare i visitatori e a spiegare il percorso espositivo, studenti ai quali quest’anno sarà chiesta anche una collaborazione maggiore: sul fronte della comunicazione digitale, ma invitando anche un gruppetto a realizzare una propria opera d’arte che condensi l’esperienza vissuta. Mobilitati anche gli studenti del Politecnico che potrebbero accompagnare i visitatori stranieri.
La mostra sarà inaugurata il 5 dicembre alle 17 per poi essere aperta al pubblico nella giornata successiva, festa patronale di San Nicolò che unisce la ricorrenza religiosa e quella civica, come ha sottolineato lo stesso prevosto. Resterà poi aperta fino alla Quaresima.
D.C.
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