Olginate: spariscono soldi dal c/c, donna condannata
Risalgono a marzo 2019 i fatti per cui una donna è stata condannata quest'oggi dal Tribunale di Lecco ai sensi dell'articolo 493 TER del codice penale per “utilizzo indebito di carte di credito o di pagamento”.
A presentare denuncia contro ignoti presso la stazione dei carabinieri di Olginate era stata una vicina di casa dell'odierna imputata, insospettitasi quando lo sportello del bancomat le aveva negato un prelievo per mancanza di disponibilità sul conto. Dalle movimentazioni dello stesso erano risultati almeno 2000 euro di operazioni sospette, tra prelievi e pagamenti.
“Tenevo il mio bancomat in un cassetto di casa, chiuso in una cartelletta e senza pin” aveva spiegato in aula la persona offesa “Non so dire quando mi sia stata sottratta, anche perchè la usavo ogni due a volte anche tre mesi. Non ho mai visto nessuno entrare in casa e prendermela”. Gli unici a poter conoscere tutti i suoi spostamenti ed orari, a suo dire, sarebbero stati i vicini.
Confrontando orari e luoghi dei movimenti bancari con i filmati di videosorveglianza degli istituti dove sarebbero avvenuti i prelievi “illeciti”, i Carabinieri sono quindi risaliti alla donna grazie alle immagini della Banca Intesa di Olginate, dove l'imputata sarebbe stata riconosciuta mentre verificava il saldo da uno sportello. “L'abbiamo riconosciuta perchè per un periodo ci siamo recati quotidianamente alla sua abitazione: il marito era ai domiciliari” aveva spiegato il vicebrigadiere Tommaso Longo, chiamato a deporre come testimone sulla vicenda giudiziaria.
Quest'oggi le parti hanno presentato al giudice Gianluca Piantadosi le proprie conclusioni: condanna a un anno di reclusione, la richiesta del vpo Mattia Mascaro, mentre il difensore ha domandato l'assoluzione per non aver commesso il fatto. “La querelante ha puntato il dito contro la vicina di casa solo perchè già nota alle forze dell'ordine” ha chiosato l'avvocato Tania De Fazio del foro di Lecco, in sostituzione della collega Sonia Bova. L'odierna imputata, infatti, era già stata condannata due anni fa dal Tribunale di Lecco a 7 mesi di reclusione in quanto ritenuta colpevole di un furto di preziosi avvenuto ai danni di un ex maresciallo dei Carabinieri, per cui all'epoca la donna lavorava come collaboratrice domestica a Garlate.
Dopo una breve camera di consiglio il giudice monocratico Gianluca Piantadosi ha letto la sentenza di condanna, comminando all'imputata un anno di reclusione e 300 euro di multa.