Valmadrera: straziante ultimo saluto alla giovane Federica, che ha amato 'fino all'ultimo'

Ha davvero amato fino all'ultimo istante Federica Uccheddu. Lo ha sostenuto don Isidoro Crepaldi nell'omelia, facendo più volte riferimento al suo forte legame con il marito Maurizio Bernardo, ma lo ha testimoniato concretamente lei stessa nel suo ultimo gesto "terreno", ovvero la donazione degli organi - cuore, fegato, reni e pancreas - grazie ai quali potrà ridare la speranza di una nuova vita ad altre persone. Per questo motivo spiccava il labaro bianco e rosso dell'AIDO tra la folla che questa mattina si è riunita nella Chiesa Parrocchiale di Valmadrera - mentre fuori imperversava un forte acquazzone sotto un cielo che meglio non poteva rappresentare il "grigio" di questa giornata - per tributare l'ultimo saluto a "Chicca", la donna di appena 40 anni venuta a mancare nei giorni scorsi per le conseguenze di un aneurisma.
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Una bella immagine di Federica Uccheddu

Ricoverata all'ospedale Manzoni di Lecco dopo essersi sentita male in casa, la giovane aveva dato inizialmente più di un segnale confortante di ripresa, acconsentendo anche di persona a un intervento chirurgico; in seguito, però, sono insorte alcune complicazioni che purtroppo non le hanno lasciato scampo, nonostante i tentativi dei medici di salvarla.
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"Siamo senza parole, solo la fede può aiutarci in questo momento, perchè di fronte a queste scomparse così improvvise vengono a galla tante domande" ha affermato il parroco durante l'omelia, cercando di portare un po' di conforto ai genitori Anna e Alberto, già dipendenti degli Istituti Airoldi e Muzzi di Lecco, all'affezionata sorella Michela, al marito Maurizio - che Federica aveva conosciuto da adolescente - e alle numerose persone che hanno affollato la Chiesa. "Sappiamo che la vita è segnata da queste realtà tragiche, ce lo ricorda anche la guerra che in questi giorni sta uccidendo tantissimi innocenti, ma quando si tratta di altri la cosa ci tocca solo fino a un certo punto; forse non ci si pensa davvero finchè non succede a un proprio caro, finchè non arriva una "sberla" improvvisa che fa crollare tutto, sogni, desideri e progetti. La vita è un'avventura straordinaria, e Federica lo ha sperimentato tutti i giorni con Maurizio, con la sua famiglia e con gli amici".
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"Nella lettura che abbiamo appena ascoltato - ha proseguito il celebrante - Paolo vuole farci constatare che tutti siamo stati creati per amore, ma che allo stesso tempo siamo limitati e basta poco per farne le spese. Dio ha dato tutto se stesso e ha sperimentato la morte per primo. Di fronte a essa l'unica cosa che rimane è l'amore, tutto il resto ci interessa poco. Federica ha amato fino all'ultimo istante: tutte le altre domande che ci stiamo facendo sono legittime, ma intanto sappiamo che ha compiuto davvero la sua vita. Non riusciamo a spiegare tutto, ma ci affidiamo a Dio come ha fatto lei. Dio ha dato la vita per noi, e solo lui può donarci la vita eterna. Federica è ancora qui, ma in una dimensione non visibile: rimarrà nei cuori di tutti con la sua bellezza, con il suo desiderio di fare, con la sua tenerezza. E così sappiamo che c'è un po' di luce, quella del Risorto".
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Straziante, poi, il ricordo della 40enne - che lavorava nella filiale lecchese dell'azienda Orocash di Osnago - nelle parole di "Manu e Michi", rispettivamente il cugino e la sorella, a cui era legatissima.
"Per noi ci sei sempre stata, e in questo momento vogliamo ricordarti come la persona solare che eri, perchè è così che rimarrai nel nostro cuore", il loro pensiero. "Sei stata come una mamma, sempre pronta a sostenerci e incoraggiarci quando vacillavamo. Con me Manu, eri sempre disponibile, mi sostenevi nei miei obiettivi calcistici e quando potevi venivi alle miei partite. Per me Michi, invece, eri un grande appoggio nello studio universitario, mi hai sempre detto di non mollare: ora ti prometto che mi laureerò per te (in Comunicazione alla IULM, ndr.) ti dedicherò tutto. Tu ci hai insegnato a camminare, ora dovremo farlo senza di te ma sappiamo che ci starai sempre vicina".
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A scandire gli ultimi istanti della celebrazione, poi, un'Ave Maria in lingua sarda, in omaggio alla terra di origine della famiglia Uccheddu. Infine un momento di preghiera tra le lacrime - particolarmente lungo, come se nessuno volesse davvero lasciar andare Chicca - sull'uscio della Chiesa, all'esterno della quale il feretro è stato poi accompagnato alla cremazione.
B.P.
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