Insoliti a km zero/4: ai piedi della Grigna, una piantagione di 'oro rosso'

Nella cucina milanese è utilizzato soprattutto per il famoso risotto, per conferire, oltre al colore giallo, anche il caratteristico sapore dalle note amarognole di rosa e miele. Senza dubbio, una bustina di zafferano si trova in tutte le case lombarde.
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Questa spezia, come noto, è ottenuta dagli stigmi, color cremisi intenso, del fiore Crocus sativus, pianta che cresce fino a 20-30 centimetri.
Proprio in questi giorni, a Cortenova, in Valsassina, è tempo di raccolta presso l’azienda agricola Hakuna Matata di Andrea Mascheri, realtà nata nel 2020, che nel nome richiama il capolavoro della Disney "Il Re Leone" e dunque l'infanzia del suo giovane promoter che ha mosso i primi passi nel mondo dell'oro rosso della tavola nel 2017.
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In quell'anno il 31enne, avendo un appezzamento di terreno dismesso dai genitori, ha deciso di mettere a dimora circa 1000 bulbi di zafferano, “così per provare a piantare qualcosa di diverso” racconta lo stesso Andrea, geometra, nella vita di tutti i giorni, per una società edile della Valle. Oggi il numero di bulbi è letteralmente incalcolabile. E nel tempo sono aumentate passando da 5 a 60 anche le arnie di sua proprietà. Dal 2018 ha infatti deciso di affiancare l'allevamento della api alla coltivazione dello zafferano, un'attività quest'ultima che a suo dire "non richiede particolari cure: i bulbi vengono messi nel terreno dopo la metà di agosto. La fioritura avviene dopo circa un mese, dipende molto anche dalle temperature: quest’anno settembre è stato particolarmente caldo e proprio in questi giorni stiamo iniziando la raccolta” spiega. I fiori vengono colti ogni mattina, portati all’interno del laboratorio e “da ognuno vengono tolti i 3 stimmi che, successivamente, vengono fatti essiccare. L'operazione richiede circa 2 o 3 ore”.
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Una volta "secco", il prodotto viene conferito tutto assieme all’interno di un vaso e solo dopo due mesi collocato in contenitori più piccoli, pronto alla vendita. "Perchè lo zafferano sprigiona al meglio le sue caratteristiche organolettiche in questo lasso di tempo e ancora meglio dopo i 6 mesi dalla raccolta” aggiunge Andrea. Per quanto riguarda la pianta che rimane nel terreno, dopo la raccolta delle infiorescenze, genera la parte vegetativa, “con dei ciuffi verdi, fino a gennaio circa. Sotto terra avviene la moltiplicazione dei bulbi stessi in altri più piccoli che, possono essere tolti dal terreno nel mese di maggio. Nel mio caso, vengono lasciati a dimora e tolti ogni due anni, per riprendere ad agosto a piantare e ricominciare tutto”.
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In questa sua avventura di agricoltore il valsassinese non è solo, è supportato della sua famiglia e della compagna Laura Aldegani che sicuramente offrono il loro contributo per la lavorazione di una spezia "di valore", ai piedi della Grigna.
M.A.
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