Prof. consegna 20.500 € ad un collega per comprare due auto, resta 'a piedi' e senza soldi
Avrebbe versato a un collega la bellezza di 20.500 euro – in più tranche, tra consegne di contante e bonifici postali – con l'intento di acquistare, per suo tramite, una vettura per sé e una per la moglie. Ma nessuno dei due mezzi, ad oggi, gli è stato consegnato. E quando ha provato a portare all'incasso uno degli assegni ricevuti “a garanzia” del gruzzoletto corrisposto, lo stesso è risultato scoperto, così si è trovato anche a pagare le relative spese di deposito. Cornuto e mazziato, insomma. Così si è descritto un professore del Fiocchi di Lecco, “fregato” da altro insegnante dello stesso istituto, trasferitosi in altra scuola dopo il covid. I fatti oggetto del procedimento, con il fascicolo approdato al vaglio del giudice Bianca Maria Bianchi, risalgono infatti a poco prima della pandemia.
A scuola, complici anche delle ore di lezione in compresenza, Attilio G. - l'imputato – sarebbe venuto a conoscenza della necessita del collega – diventato poi il denunciate – di acquistare una macchina nuova per la consorte. Si sarebbe dunque offerto di procurargliene una, importandola dall'estero, attraverso una concessionaria con cui – a suo dire – collaborava. Avendo bisogno anche di un vettura di piccole dimensioni per sé, la vittima, ritenendo di fare un buon affare si è quindi interessato per un altro mezzo, divenuti tre coinvolgendo anche un cugino che avrebbe poi corrisposto a Attilio G. altri 3.500, in aggiunta ai 20.500 pagati – con più versamenti – dal docente, trovatosi oggi in Aula a dover raccontare tutto al giudice.
Inizialmente – asseritamente - ferme in Germania per l'avvento del coronavirus, poi bloccate in dogana, le tre macchine non sono mai arrivate. Ed i soldi versati non restituiti.
Sentiti anche un altro professore al corrente della vicenda e il figlio del denunciante, il processo è stato aggiornato al prossimo 21 novembre quando saranno escussi ulteriori testimoni citati dall'avvocato Elisa Magnani quale legale di parte civile. Attilio G. è invece rappresentato dall'avvocato Sonia Riva che, in chiusura d'udienza, ha confermato al giudice come le trattative inizialmente intavolate per risarcire la vittima si siano arenate, per la mancata accettazione dalle condizioni poste.
A scuola, complici anche delle ore di lezione in compresenza, Attilio G. - l'imputato – sarebbe venuto a conoscenza della necessita del collega – diventato poi il denunciate – di acquistare una macchina nuova per la consorte. Si sarebbe dunque offerto di procurargliene una, importandola dall'estero, attraverso una concessionaria con cui – a suo dire – collaborava. Avendo bisogno anche di un vettura di piccole dimensioni per sé, la vittima, ritenendo di fare un buon affare si è quindi interessato per un altro mezzo, divenuti tre coinvolgendo anche un cugino che avrebbe poi corrisposto a Attilio G. altri 3.500, in aggiunta ai 20.500 pagati – con più versamenti – dal docente, trovatosi oggi in Aula a dover raccontare tutto al giudice.
Inizialmente – asseritamente - ferme in Germania per l'avvento del coronavirus, poi bloccate in dogana, le tre macchine non sono mai arrivate. Ed i soldi versati non restituiti.
Sentiti anche un altro professore al corrente della vicenda e il figlio del denunciante, il processo è stato aggiornato al prossimo 21 novembre quando saranno escussi ulteriori testimoni citati dall'avvocato Elisa Magnani quale legale di parte civile. Attilio G. è invece rappresentato dall'avvocato Sonia Riva che, in chiusura d'udienza, ha confermato al giudice come le trattative inizialmente intavolate per risarcire la vittima si siano arenate, per la mancata accettazione dalle condizioni poste.
A.M.