Lecco perduta/396: quando c'era la pedalata manzoniana

Si è svolta nella recente prima domenica di ottobre, con notevole partecipazione popolare, quella che è stata chiamata la 50^ Camminata Manzoniana. Per la verità storica sono, invece, passati 50 anni dalla prima edizione del maggio 1973, che dopo nove riuscitissimi appuntamenti venne sostituita dalla pedalata: quindi, mezzo secolo dalla prima camminata ma non 50 edizioni della manifestazione stessa, che ha subito interruzioni con la biciclettata più volte ripetuta anche in notturna. Non è assolutamente il caso di ricordare le motivazioni “turistiche” con le quali venne sostenuto il cambio di passo, o in questo caso di pedale.
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Una partenza della pedalata manzoniana da piazza degli Affari

Vale, invece, la pena di sottolineare come è nata la prima Camminata Manzoniana del maggio 1973. Il progetto di una “marcia” nelle località dei Promessi Sposi sbocciò nel corso di una riunione, nel gennaio precedente, delle nuove guide appena promosse da un apposito corso di formazione organizzato dall’Azienda Turismo, con il presidente Nino Lupica. L'incontro si svolse nel saloncino presso la sede di allora in via Nazario Sauro. In quel corso furono promosse apposite lezioni tematiche, quelle del professor Claudio Cesare Secchi, presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani a Milano, e del dottor Mario Iori, allora direttore dell’Unione Industriali lecchesi, che delineò un quadro panoramico di ampio riferimento alla realtà ancora diffusa e presente di una Lecco operosa che si agganciava a quella turistica e culturale.
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Pedalata manzoniana del 1982

Nella riunione la proposta di una Camminata Manzoniana venne avanzata dalla nuova guida Giovanna Brambilla, che avrà poi un ruolo di primo piano nella Croce Rossa, non solo lecchese, che presentò a grandi linee un itinerario podistico che toccava le località manzoniane principali del famoso romanzo, con arrivo presso la villa al Caleotto. Vi fu subito il sostegno dell’Azienda Turismo e l’impegno organizzativo di tutto l’apparato AST, con il direttore Emilio Longhi, la segretaria Rosangela Massazza, lo staff operativo con Gianni Giudici, Antonio Moruzzi e Alberto Cappelli. Entusiasta sostenitore della camminata è stato anche il consigliere AST Angelo Gattinoni, il popolare Baldo del negozio di “vetrine manzoniane e blucelesti” nella centralissima via Roma.
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Pedalata manzoniana del 1984

Il comitato organizzatore venne irrobustito dal gruppo Grigna del quartiere Castello dell’ANA di Lecco e dalla rappresentanza delle guide manzoniane di antica data con Ines Pozzi Riva. Si misero a disposizione i radioamatori per i collegamenti in vari punti del tracciato. Vennero previsti posti di ristoro, il più impegnativo era quello collocato tra i ruderi del castello dell’Innominato, al termine della ripida salita che muove da Somasca di Vercurago, attivato dai marciatori giallo-rossi di Malgrate-Pian Sciresa con Francesco Ferranti. Il Comune di Lecco assicurò il suo sostegno alla Camminata Manzoniana delegando nel comitato l’assessore alla cultura Giuseppe Agostoni, che rappresentava la città nel comitato nazionale manzoniano insediato presso il palazzo Marino di Milano, con la presidenza dell’allora sindaco Aldo Aniasi.
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Pedalata manzoniana del 1989
La prima edizione registrò un successo di adesioni con migliaia di partecipanti, superando ogni più rosea previsione. Nella terza del 1975, una settimana prima della manifestazione, si era già raggiunto il numero di 7000, sfiorando poi i 10.000. Giunsero persone da tutta la Lombardia, ma anche dalla Liguria, dal Canton Ticino, dalla Toscana e dalla provincia di Bolzano.
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Renzo e Lucia in bicicletta

Cambiata la presidenza AST la camminata venne modificata in biciclettata, subendo “ritocchi” del primitivo tracciato non sempre ovunque percorribile con le due ruote a pedale. La stampa locale si limitò a sottolineare che “merita augurio di ogni fortuna organizzativa qualsiasi iniziativa, scarpinata o biciclettata, che si proponga di valorizzare i luoghi dei Promessi Sposi, anche se il primo appuntamento di primavera si trasferisce in autunno, forse in omaggio alla dolce stagione dei laghi”.
A.B.
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