Premana festeggia i suoi anziani, 'un tesoro nascosto nel campo'
Un momento prima di preghiera e poi di festa, un’occasione di ritrovarsi per coloro che, spesso, non si vedono da mesi (o addirittura da anni), un modo di dare il doveroso ringraziamento e riconoscimento ai tanti anziani e nonni che popolano Premana e che, in fondo, ne costituiscono le fondamenta e – ancora oggi – un pilastro imprescindibile.
Questo il senso della “Festa degli Anziani”, che la Conferenza San Vincenzo di Premana – in collaborazione con la Casa Madonna della Neve e Unitalsi, oltre che con il patrocinio del Comune – ha proposto sabato pomeriggio a tutti gli abitanti del borgo della Valvarrone con oltre ottant’anni di età. Una ricorrenza con una storia ultraventennale, ma che negli ultimi tre anni è stata costretta a soccombere (oppure – nel 2022 – a convivere con forti restrizioni) di fronte alla pandemia da Covid-19.
La cerimonia ha preso il via con la recita del Santo Rosario presso la chiesa parrocchiale, al termine del quale Don Matteo Albani ha preso la parola per un saluto ai presenti e per un breve pensiero. Il parroco ha raccontato di come – passando a trovare gli anziani e gli ammalati e a portare loro la Comunione o a confessarli – spesso si senta dire questa frase: “ormai cosa sono qui a fare? Mi sento inutile, non sono più capace di fare niente…”. “Vi invito a non dire e a non pensare mai queste cose” ha esortato Don Matteo, ringraziando gli anziani a nome di tutta la comunità per la loro preziosissima presenza. “Il Signore vi ha messo qui per un motivo. Bisogna accettare limiti, fatiche e qualche sofferenza, ma non pensate mai di essere inutili. La comunità vi deve molto, perché siete “un tesoro nascosto nel campo”, perché accompagnate ciascuno di noi con la vostra preziosissima preghiera, che è la cosa più importante che possiamo avere” ha affermato ancora il parroco, ribadendo in conclusione: “non siete inutili, anzi siete fondamentali testimoni di fede”.
Dopo la lettura del messaggio di Papa Francesco in occasione della Terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani dello scorso 23 luglio, i presenti hanno recitato la “Preghiera dell’anziano”, prima di recarsi presso il vicino “Barin” per un rinfresco e un momento conviviale in allegria.
Tante facce felici, tanta gioia allo stato puro, tanta voglia di vedersi, di scambiare quattro chiacchiere, di tornare al passato con un ricordo o un aneddoto, ma anche di parlare del presente, del futuro, delle proprie famiglie e… di intonare un bel canto da veri “proman”. Perché, certo, Premana è un piccolo centro, ci si conosce tutti e ci si incontra con facilità. Ma per i centosettanta ultraottantenni e i ventisette over novanta questo non è sempre così semplice e così scontato… da qui l’importanza e la bellezza di un momento come quello organizzato ieri pomeriggio, che, non a caso, ha visto una fortissima partecipazione.
“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione di questa festa, ma ancor di più tutti voi che avete accettato il nostro invito” ha esordito Margherita Selva, membro della Società San Vincenzo. “Se Premana è così bella e ha tante realtà positive, è merito vostro, che avete creato delle piccole cose, dalle quali ne sono poi nate di grandi” ha proseguito Selva, citando come esempi le baite sugli alpeggi – costruite con sacrifici e fatica – e un ambiente così bello e (tutto sommato) salvaguardato come è quello premanese. “Ci avete lasciato dei luoghi bellissimi e avete trasmesso la fede ai vostri figli. È vero che una persona anziana riesce a fare meno cose di una volta, ma con la vostra preghiera potete sostenere la vostra famiglia e la comunità, potete aiutare le persone ammalate e chiedere al Signore la pace per il mondo intero. Siete davvero preziosi per noi tutti” ha aggiunto ancora.
Anche Elide Codega – sindaco di Premana – ha preso parte alla festa e nel suo intervento ha voluto ringraziare le associazioni che permettono agli anziani di incontrarsi, di stare vicini e di poter condividere ancora tanti pensieri e tanti racconti. “Mi piace vedervi in compagnia e sorridenti. Voi avete costruito quello che è Premana e noi ora stiamo raccogliendo i frutti. Le generazioni future dovranno continuare a coltivare questi semi che stiamo ancora piantando” ha proseguito il sindaco, che ha infine promesso di lavorare per dare maggiori servizi a questa categoria, anche in una realtà difficile come quella di Premana. “Un punto di partenza è il sostenere le piccole cose, come il bell’incontro di oggi. Bisognerebbe farlo più spesso!” ha concluso Codega.
Spazio poi ad un riconoscimento per gli over novanta, consegnato personalmente dallo stesso primo cittadino premanese. In ordine di età, hanno ricevuto un omaggio: Codega Martina, Gianola Maria, Sanelli Maria, Ticozzelli Dolores, Buttera Redento, Codega Antonio, Gianola Giuseppe e Spazzadeschi Carlo per la classe 1933; Bellati Celsa, Bellati Emilia, Gianola Antonio e Gianola Carlo per la classe 1932; Rizzi Maria, Tenderini Mario, Pomoni Alfredo e Fazzini Maria per la classe 1931; Codega Maria, Gianola Dionisia e Bellati Antonio per la classe 1930; Regazzoni Romana e Gianola Antonio per la classe 1929; Bellati Irene e Codega Clelia per la classe 1927; Buttera Antonia per la classe 1926; Buttera Geremina per la classe 1925; Todeschini Brigida per la classe 1923 e Ambrosioni Ersilia per la classe 1920.
“Sono gli anziani a trasmetterci l’appartenenza al Popolo santo di Dio. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro. Essi consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro. Onoriamoli” – dal “Messaggio agli Anziani” di Papa Francesco (2023).
Questo il senso della “Festa degli Anziani”, che la Conferenza San Vincenzo di Premana – in collaborazione con la Casa Madonna della Neve e Unitalsi, oltre che con il patrocinio del Comune – ha proposto sabato pomeriggio a tutti gli abitanti del borgo della Valvarrone con oltre ottant’anni di età. Una ricorrenza con una storia ultraventennale, ma che negli ultimi tre anni è stata costretta a soccombere (oppure – nel 2022 – a convivere con forti restrizioni) di fronte alla pandemia da Covid-19.
La cerimonia ha preso il via con la recita del Santo Rosario presso la chiesa parrocchiale, al termine del quale Don Matteo Albani ha preso la parola per un saluto ai presenti e per un breve pensiero. Il parroco ha raccontato di come – passando a trovare gli anziani e gli ammalati e a portare loro la Comunione o a confessarli – spesso si senta dire questa frase: “ormai cosa sono qui a fare? Mi sento inutile, non sono più capace di fare niente…”. “Vi invito a non dire e a non pensare mai queste cose” ha esortato Don Matteo, ringraziando gli anziani a nome di tutta la comunità per la loro preziosissima presenza. “Il Signore vi ha messo qui per un motivo. Bisogna accettare limiti, fatiche e qualche sofferenza, ma non pensate mai di essere inutili. La comunità vi deve molto, perché siete “un tesoro nascosto nel campo”, perché accompagnate ciascuno di noi con la vostra preziosissima preghiera, che è la cosa più importante che possiamo avere” ha affermato ancora il parroco, ribadendo in conclusione: “non siete inutili, anzi siete fondamentali testimoni di fede”.
Tante facce felici, tanta gioia allo stato puro, tanta voglia di vedersi, di scambiare quattro chiacchiere, di tornare al passato con un ricordo o un aneddoto, ma anche di parlare del presente, del futuro, delle proprie famiglie e… di intonare un bel canto da veri “proman”. Perché, certo, Premana è un piccolo centro, ci si conosce tutti e ci si incontra con facilità. Ma per i centosettanta ultraottantenni e i ventisette over novanta questo non è sempre così semplice e così scontato… da qui l’importanza e la bellezza di un momento come quello organizzato ieri pomeriggio, che, non a caso, ha visto una fortissima partecipazione.
“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione di questa festa, ma ancor di più tutti voi che avete accettato il nostro invito” ha esordito Margherita Selva, membro della Società San Vincenzo. “Se Premana è così bella e ha tante realtà positive, è merito vostro, che avete creato delle piccole cose, dalle quali ne sono poi nate di grandi” ha proseguito Selva, citando come esempi le baite sugli alpeggi – costruite con sacrifici e fatica – e un ambiente così bello e (tutto sommato) salvaguardato come è quello premanese. “Ci avete lasciato dei luoghi bellissimi e avete trasmesso la fede ai vostri figli. È vero che una persona anziana riesce a fare meno cose di una volta, ma con la vostra preghiera potete sostenere la vostra famiglia e la comunità, potete aiutare le persone ammalate e chiedere al Signore la pace per il mondo intero. Siete davvero preziosi per noi tutti” ha aggiunto ancora.
Anche Elide Codega – sindaco di Premana – ha preso parte alla festa e nel suo intervento ha voluto ringraziare le associazioni che permettono agli anziani di incontrarsi, di stare vicini e di poter condividere ancora tanti pensieri e tanti racconti. “Mi piace vedervi in compagnia e sorridenti. Voi avete costruito quello che è Premana e noi ora stiamo raccogliendo i frutti. Le generazioni future dovranno continuare a coltivare questi semi che stiamo ancora piantando” ha proseguito il sindaco, che ha infine promesso di lavorare per dare maggiori servizi a questa categoria, anche in una realtà difficile come quella di Premana. “Un punto di partenza è il sostenere le piccole cose, come il bell’incontro di oggi. Bisognerebbe farlo più spesso!” ha concluso Codega.
Spazio poi ad un riconoscimento per gli over novanta, consegnato personalmente dallo stesso primo cittadino premanese. In ordine di età, hanno ricevuto un omaggio: Codega Martina, Gianola Maria, Sanelli Maria, Ticozzelli Dolores, Buttera Redento, Codega Antonio, Gianola Giuseppe e Spazzadeschi Carlo per la classe 1933; Bellati Celsa, Bellati Emilia, Gianola Antonio e Gianola Carlo per la classe 1932; Rizzi Maria, Tenderini Mario, Pomoni Alfredo e Fazzini Maria per la classe 1931; Codega Maria, Gianola Dionisia e Bellati Antonio per la classe 1930; Regazzoni Romana e Gianola Antonio per la classe 1929; Bellati Irene e Codega Clelia per la classe 1927; Buttera Antonia per la classe 1926; Buttera Geremina per la classe 1925; Todeschini Brigida per la classe 1923 e Ambrosioni Ersilia per la classe 1920.
“Sono gli anziani a trasmetterci l’appartenenza al Popolo santo di Dio. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro. Essi consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro. Onoriamoli” – dal “Messaggio agli Anziani” di Papa Francesco (2023).
A.Te.