Civate: chiesa gremita per l'ultimo saluto a don Erminio, che amava San Pietro al Monte

Chiesa gremita questa mattina a Civate in occasione dei funerali di don Erminio Burbello, mancato due giorni fa all’età di settantanove anni. Il folto numero di sacerdoti ordinatamente disposti intorno all’altare rappresentava la dimostrazione plastica del segno profondo lasciato dal religioso nelle comunità che ha conosciuto e nelle persone che ha incontrato.
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Nel riquadro don Erminio Burbello

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“Io mi occupo della zona di Rho. Ho conosciuto don Erminio alcuni anni fa quando risiedeva a Inveruno e si apprestava a terminare il suo servizio. Per un sacerdote quello non è un momento facile ma lui era cosciente che ciò che contava davvero era Dio. Forte di questa consapevolezza, si è fatto da parte. Mi ha detto che voleva venire qui a Civate perché era innamorato di San Pietro” ha ricordato nell’omelia Sua Eccellenza Monsignor Luca Raimondi, vescovo ausiliare di Milano giunto appositamente in paese per presiedere il rito funebre. Accanto a lui erano presenti Monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco, Monsignor Gianni Cesana, attuale vicario episcopale, e don Gianni De Micheli, parroco di Civate fino a un paio di mesi fa. 
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“Don Erminio è stato una figura paterna e un aiutante prezioso sia per don Gianni sia per don Luca. La sua è stata una testimonianza di fraternità sacerdotale che andava ben oltre le parole. Egli viveva in un’essenzialità, in una povertà, coraggiosa. Sapeva che un uomo è ricco quando è cosciente e consapevole dell’amore di Dio nei suoi confronti” ha proseguito Monsignor Raimondi. “Una persona diventa prete perché sente che la sua vita è imbevuta della Pasqua di Gesù, dell’amore di Dio verso gli uomini. Un amore così forte che Dio considera ciascuno di noi più importante di lui. Fare il prete significa dire che la vita dei fedeli della mia comunità è più importante della mia. Ecco perché il primo saluto che Gesù rivolge da risorto è Pace a Voi”.
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In prima fila erano seduti tre sindaci, in rappresentanza di tre delle comunità in cui don Erminio Burbello ha vissuto: Angelo Isella di Civate, Paolo Pilotto di Monza e Giulio Nava di Canzo. Oltre alle autorità civili, anche le tante associazioni attive sul territorio hanno voluto rivolgere un ultimo saluto a don Erminio. Mentre la SEC e gli Alpini hanno esposto i rispettivi stemmi, l’associazione Amici di San Pietro, a cui don Erminio era intimamente legato, ha preso la parola durante la preghiera dei fedeli. 
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“Ci sei stato vicino fin dal tuo arrivo. Ci hai fatto sentire amati. Preghiamo affinché l’incontro con Dio ti dia pace” ha evidenziato una giovane volontaria. Don Erminio, infatti, era solito celebrare la Messa a San Pietro al Monte tutte le domeniche. “Mi ha invitato due volte in basilica e voleva farlo ancora. Mi ha sempre parlato con grande stima e affetto degli amici di San Pietro. Un giorno prima di Natale mi piacerebbe tenere una funzione in suo ricordo” ha aggiunto Monsignor Raimondi prima di benedire la bara. “Oggi salutiamo un prete che ha vissuto tutta la sua esistenza nella certezza che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Ci ha detto che moriva contento di essere prete. Pregate per i preti, perché il Signore sostenga la loro fede e il loro entusiasmo”.
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L’ultimo ad avvicinarsi al microfono prima della fine della cerimonia è stato don Luca Civardi. Accolto da un grande applauso, il suo saluto, sincero e potente, ha posto il sigillo su un rito molto sentito da una comunità di fedeli che si estendeva ben oltre i confini di Civate. “Le parole da usare per l'addio a don Erminio sono difficili da trovare perché la sua reazione a qualsiasi elogio o ringraziamento avrebbe spiazzato chiunque, persino quelli che lo conoscono da più tempo. Lo saluta chi ne ha accolto gli insegnamenti di uomo di fede, di sacerdote appassionato e di figlio docile alla forza di Dio” ha ricordato don Luca. “Lo saluta chi lo ha incontrato nel cammino della vita, magari colto di sorpresa da uno sguardo e una parola tanto immediati quanto profondi. Lo saluta chi lo ha visto camminare in montagna, dimentico della fatica, consumato solo dalla gioia. Lo saluta chi ha avuto bisogno di una parola di conforto, ricevendo assai più di una spalla su cui posare il capo”. 
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Infine, la chiosa: "L’elenco, magari troppo lungo, testimonia le ragioni della gratitudine per il passo deciso di don Erminio: lo sguardo alla meta, il cuore in Dio, la mano stretta alla nostra. Buona salita al cielo, caro don Erminio”. La salma è stata poi accompagnata dai fedeli in corteo fino al cimitero.
A.Bes.
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