Bione: nuovo progetto per il centro sportivo, oltre 20 milioni a carico del Comune

Ha suscitato molta perplessità la nuova proposta di project leasing presentata dalla cordata di imprenditori che da mesi sta dialogando con il Comune di Lecco per la riqualificazione del centro sportivo del Bione. La nuova versione, consegnata dai privati lo scorso 30 giugno dopo che quella del novembre 2022 era stata considerata troppo onerosa da Palazzo Bovara, è stata esaminata da una commissione composta dai dirigenti Alessandro Crippa e Nadia Crippa e presieduta dal segretario generale Mario Spoto per poi essere presentata mercoledì sera dall’assessore allo Sport Emanuele Torri in seduta congiunta delle commissioni prima e quarta. 
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Si tratta di un progetto di fattibilità tecnico-economica relativo alla attivazione di un partenariato pubblico privato mediante una proposta di locazione finanziaria di opera pubblica avente per oggetto la progettazione esecutiva, la realizzazione, il finanziamento nonché la manutenzione e la gestione per 20 anni del centro sportivo. La cordata dei proponenti è composta da Tipiesse Spa che realizza gli impianti sportivi, Bcc Leasing Spa società del gruppo bancario cooperativo Iccrea che metterebbe il capitale, P&G Partecipazioni & Gestioni che governerebbe tutte le fasi del processo e sarebbe il soggetto manutentore e gestore, Myrtha Pools e A&Europe Spa che si occuperebbero della costruzione delle piscine, Enpower società che opera nel settore dell’energia e che realizzerebbe gli impianti, J+S Spa Architecture & Engineering studio che, con il geologo Davide Roverselli, ha curato la progettazione.
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Il primo elemento rilevante è che l’intervento proposto non riguarderebbe tutta l’area di 96.600 metri quadrati che oggi occupa il centro sportivo ma una superficie di 40.600 metri quadrati, escludendo l’attuale “area calda” - ovvero piscina e palazzetto - e le aree fredde di recente manutenzione (il campo 1, la pista di atletica, le torri faro e il rettifilo). L’idea progettuale in esame prevede una nuova piazza di ingresso nella zona dell’attuale campo 2 e un edificio principale che andrebbe a essere realizzato sull’attuale campo 3 con le piscine: una grande come l’attuale (25 metri per 16,5 con otto corsie e 1,80 metri di profondità) e due vasche piccole di 10,5 metri per 7, una per l’addestramento al nuoto e una vasca ludica. A completare l’impianto una tribuna di 97 posti. 
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A destra di questo corpo centrale ci sarebbero due sale fitness, mentre a sinistra un palazzetto dello sport omologato per il basket, la pallavolo e il calcetto con lo spazio per 233 spettatori. Da notare che la proposta presentata contempla per il palazzetto solo le spese di progettazione e non quelle per la realizzazione. La struttura sarebbe completata da una reception con bar, tavola fredda e cucina. 
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A sinistra del palazzetto è stato previsto poi un edificio polifunzionale di 800 metri quadrati su due livelli con un’area didattica, spazi per le associazioni sportive e aule che potrebbero essere messe a disposizione degli studenti che frequentano il centro. 
Nell’area esterna verso la pista ciclabile ci sarebbe poi la piscina scoperta divisa in tre aree: relax, nuoto e ludica con parco estivo/spiaggia e solarium che nella stagione invernale rimarrebbe a disposizione come area fitness all’aperto con accesso dalla pista ciclabile. 
Per quanto riguarda i campi sportivi, il campo 4 diventerebbe un campo da calcio in erba sintetica con illuminazione, il campo 5 sarebbe riconvertito in un campo a 11 in erba naturale, la zona dove ci sono i campi da tennis e quello da calcetto verrebbe demolita per fare spazio a tre campi da padel coperti. A completare l’intervento è prevista la sistemazione dei parcheggi con lo stesso numero di stalli che c’è ora.  
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Il costo del progetto presentato è di 17,6 milioni di euro: 15,2 milioni per i lavori, 1,5 milioni per le spese tecniche e 900mila euro per le spese varie. Soldi che il soggetto finanziatore anticiperebbe e che poi il Comune dovrebbe rendere con questa formula: una maxi rata iniziale di cinque milioni da versare una volta effettuato il collaudo a cui farebbe seguito un canone di locazione lordo di 834.574 euro all’anno per vent’anni, che al netto del contributo di gestione di 197mila euro annui che l’ente gestore corrisponderebbe sarebbe di 637.578 euro. 
A questi soldi vanno aggiunti i costi per le spese di bonifica che i proponenti prevedono a carico della amministrazione comunale e hanno quantificato in 3,2 milioni di euro. Su questa ipotesi la commissione tecnica di Palazzo Bovara ha elaborato una relazione che contiene delle richieste di integrazione e specifiche, una volta ricevute le quali si riprenderà in esame tutta la proposta e l’amministrazione sarà chiamata ad esprimere o meno il pubblico interesse. 

Nel frattempo anche i consiglieri comunali hanno espresso i propri dubbi e formulato alcune osservazioni. Corrado Valsecchi, rappresentante di Appello per Lecco, ha messo in fila alcune delle principali criticità di questo progetto. Innanzitutto le bonifiche necessarie, che sono sempre state il tallone d’Achille di quell’area che sorge di fatto su una sorta di ex discarica: “Prima di qualsiasi decisione è necessario fare delle verifiche perché c’è il rischio che l’Arpa non dia i permessi necessari in base alle nuove normative. Inoltre trovarsi la cifra di tre milioni ha senso, a quel punto l’amministrazione se lo sistema da sé. Mi sembra qui che l’imprenditore non vuole più fare l’imprenditore e accettare il rischio di impresa perché c’è di mezzo la pubblica amministrazione. Il percorso deve essere trasparente: è un partneriato di che cosa? Noi paghiamo l’intervento e gli diamo la gestione per 20 anni, senza calcolare che non si sa che ne sarà della parte esistente non presa in considerazione dall’intervento. A me sta a cuore che il centro venga riqualificato ma non a tutte le condizioni”. 
D’accordo sui punti sollevati anche il capogruppo dem Pietro Regazzoni: “Quello del destino dell’attuale area calda non è un tema secondario, se non sarà riqualificata avrà dei costi importanti sia lasciandola in piedi sia abbattendola. Sulla procedura dobbiamo capire dove dobbiamo mettere il rischio, qui è il Comune a essere chiamato a fare l’imprenditore. C’è poi il tema della sostenibilità economica e finanziaria di questo progetto che richiede almeno 21 milioni, senza contare che non sappiamo quanto costerebbe realizzare il palazzetto. Non è chiaro nemmeno chi finanzia la costruzione dei parcheggi e chi ha deciso e su quali base l’ammontare del canone di gestione a 197mila euro”. 
Anche il leghista Stefano Parolari ha posto l’accento sulla necessità di capire prima la natura delle bonifiche da effettuare, il costo del palazzetto, il calcolo del canone di gestione e la questione finanziaria: “Questo canone e questo leasing verrebbe ivato e noi l’Iva non la compensiamo con altri costi. Stiamo anche attenti al fatto che il Bione è troppo grande per una città come Lecco, le associazioni non ce la fanno a corrispondere le tariffe effettive per l’uso degli spazi e il Comune dovrà sempre metterci un contributo per l’uso delle strutture esterne”. 
La consigliera Clara Fusi ha poi evidenziato il fatto che parte dell’area è di proprietà demaniale e nella proposta non è chiarito come questo utilizzo funzioni così come non viene indicato come saranno calcolate le tariffe di accesso: “Tante domande e dubbi rispetto a un investimento importante”. 
Pessimista Filippo Boscagli (Fratelli d'Italia): “Stiamo parlando dell’ennesimo progetto morto prima di arrivare al punto. Il mio auspicio è che si arrivi a una soluzione per un’area di cui si parla da 15 anni. Sembra sempre di essere all’anno zero, non sappiamo quando avremo un centro sportivo moderno”. 
Un tema su cui si è concentrata anche la maggioranza: “Ai cittadini il tema del Bione interessa e un punto fermo lo dobbiamo mettere - ha detto Paolo Galli di Ambientalmente - Ci sono dei punti positivi in questo progetto ma non possiamo lasciare sulle spalle dell’ente per vent’anni questo macigno economico. Manca un piano B: il cittadino vuole la piscina, non gliene frega niente dei campi da padel e di cinque campi da calcio. Se facessimo un intervento solo sulla piscina che cosa comporterebbe?”. 
“Ad un certo punto dobbiamo arrivare a dare una risposta ai cittadini - ha aggiunto Chiara Frigerio di Fattore Lecco - Dobbiamo portare la discussione su un piano più aperto e condiviso possibile: ci servono cifre più chiare e valutare investimenti e passaggi intermedi. La cifra è davvero importante e serve un piano B”. 
Una proposta su cui concorda anche Peppino Ciresa: “Rimangono tanti dubbi su questo progetto che è bello ma forse è un po’ faraonico. Serve un piano B per non affardellare troppo l’ente per i prossimi 20 anni, se ci interessa la piscina iniziamo con la piscina e poi vedremo il resto”. 
“Questa sera ci lasciamo con tanti punti di domanda importanti e con una situazione che deve rimanere sotto l’attenzione di tutti. Bisogna parlare di risposte, mancano gli elementi per valutare e questa tematica va condivisa il più possibile con un quadro completo. Il tempo corre e dobbiamo prendere una decisione prima o poi” ha sottolineato Emilio Minuzzo a cui ha fatto eco Alberto Anghileri: “Il centro sportivo al Bione serve ma metterlo a posto è molto complicato, soprattutto per quanto riguarda la parte calda. Tutti i progetti visti fino a oggi richiedono uno sforzo economico enorme: bisogna necessariamente dare una risposta ma con delle difficoltà oggettive molto serie". 
È apparso invece più sereno e determinato l’assessore Torri: “Se decidiamo di non percorrere questa strada l’alternativa è che tutto venga fatto dall’amministrazione comunale con i tempi che conosciamo. Vista la priorità e l’urgenza, non mi preoccupa l’investimento o il canone anche se la proposta va migliorata. Consideriamo che oggi il centro sportivo sta funzionando perché l’amministrazione contribuisce economicamente per tenere aperto: solo lo scorso anno abbiamo messo 400mila euro”.
M.V.
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