Il Panathlon Club Lecco ospita Marco Riva, già in MotoGp
Motori in “pole position” per la serata conviviale del Panathlon Club Lecco presieduto da Andrea Mauri, che a Mandello del Lario, al Ristorante “Il Giardinetto”, ha ospitato un personaggio carismatico del mondo del motociclismo come Marco Riva, erbese di nascita, già general manager operation del reparto corse MotoGp di Yamaha dal 1998 al 2021.
Dopo aver conseguito il diploma di perito industriale meccanico, Riva ha lavorato per ben 13 anni in Gilera nell’Ufficio Metodi, R&D e Reparto Corse velocità in classe 250 cc e alla Parigi-Dakar. Dal ’93 al 98 ha avuto una parentesi a Civate alla Black & Decker (sviluppo prodotto) prima di approdare in Yamaha diventando poi responsabile di quello che viene definito il “Team invisibile” al fianco dei grandi campioni di MotoGp. In tanti anni, coronati da altrettanti successi, è stato al fianco di piloti come Colin Edwards, Jorge Lorenzo, Ben Spies, Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e soprattutto il fenomeno, il “dottore”, al secolo Valentino Rossi, il campione dei campioni. Con un personaggio di tale caratura non poteva che uscire una serata ricca di spunti di grande interesse. Anche perché Riva, affiancato al Panathlon dal preparatore fisico-atletico Antonio Cascini, ha proposto il mondo delle corse sotto un’ottica diversa e non focalizzata solo sui risultati.
"Nella mia vita – ha detto – sono stato fortunato perché ho sempre incontrato persone che professionalmente mi hanno insegnato tanto. E questo conta molto perché poi dietro alle vittorie in pista ci sono uomini con le loro competenze. In Yamaha, a Lesmo, si lavora con grande professionalità nella ricerca e sviluppo, e ci ha fatto piacere quando alcuni tecnici giapponesi che hanno lavorato da noi, tornando alla casa madre dopo anni, hanno riconosciuto di aver acquisito grandi competenze grazie al sistema italiano".
Come era naturale la domanda chiave è stata però quella di raccontare Valentino Rossi uomo. Riva è stato subito esplicito: "Valentino – ha spiegato – è un pilota dall’intelligenza superiore alla media, questo è un punto fermo di partenza. Dopodiché, oltre ad essere un talento naturale, aveva una capacità di analisi delle situazioni spaventosa. È stato anche tra i primi a sostenere il nostro percorso di sostenibilità a livello di gestione del team. Fra noi si era instaurato un rapporto di fiducia reciproca che ricordo con piacere: quando mi chiamava per cognome sapevo che aveva bisogno di qualcosa, quando invece usava il mio nome era per piacere. Un personaggio unico".
Sollecitato da Riva è poi intervenuto Antonio Cascini, già preparatore di Jorge Lorenzo: "Colgo l’occasione – ha detto – per sfatare la credenza popolare che i piloti di motociclismo siano dei superuomini. Sono atleti come altri che si impegnano nella preparazione, che soffrono per i postumi di incidenti e che devono essere motivati con un lavoro psicofisico. Poi ottengono risultati per noi sorprendenti ma con grande sacrificio e sofferenza".
Molte le domande dei soci panathleti coinvolti in una prospettiva diversa nell’analizzare lo sport del motociclismo rendendo più umana una disciplina che negli anni ha avuto una trasformazione a livello tecnologico e di sicurezza di grande spessore.
Marco Riva con Valentino Rossi
Dopo aver conseguito il diploma di perito industriale meccanico, Riva ha lavorato per ben 13 anni in Gilera nell’Ufficio Metodi, R&D e Reparto Corse velocità in classe 250 cc e alla Parigi-Dakar. Dal ’93 al 98 ha avuto una parentesi a Civate alla Black & Decker (sviluppo prodotto) prima di approdare in Yamaha diventando poi responsabile di quello che viene definito il “Team invisibile” al fianco dei grandi campioni di MotoGp. In tanti anni, coronati da altrettanti successi, è stato al fianco di piloti come Colin Edwards, Jorge Lorenzo, Ben Spies, Fabio Quartararo, Franco Morbidelli e soprattutto il fenomeno, il “dottore”, al secolo Valentino Rossi, il campione dei campioni. Con un personaggio di tale caratura non poteva che uscire una serata ricca di spunti di grande interesse. Anche perché Riva, affiancato al Panathlon dal preparatore fisico-atletico Antonio Cascini, ha proposto il mondo delle corse sotto un’ottica diversa e non focalizzata solo sui risultati.
Marco Riva, Andrea Mauri e Antonio Cascini
"Nella mia vita – ha detto – sono stato fortunato perché ho sempre incontrato persone che professionalmente mi hanno insegnato tanto. E questo conta molto perché poi dietro alle vittorie in pista ci sono uomini con le loro competenze. In Yamaha, a Lesmo, si lavora con grande professionalità nella ricerca e sviluppo, e ci ha fatto piacere quando alcuni tecnici giapponesi che hanno lavorato da noi, tornando alla casa madre dopo anni, hanno riconosciuto di aver acquisito grandi competenze grazie al sistema italiano".
Come era naturale la domanda chiave è stata però quella di raccontare Valentino Rossi uomo. Riva è stato subito esplicito: "Valentino – ha spiegato – è un pilota dall’intelligenza superiore alla media, questo è un punto fermo di partenza. Dopodiché, oltre ad essere un talento naturale, aveva una capacità di analisi delle situazioni spaventosa. È stato anche tra i primi a sostenere il nostro percorso di sostenibilità a livello di gestione del team. Fra noi si era instaurato un rapporto di fiducia reciproca che ricordo con piacere: quando mi chiamava per cognome sapevo che aveva bisogno di qualcosa, quando invece usava il mio nome era per piacere. Un personaggio unico".
Sollecitato da Riva è poi intervenuto Antonio Cascini, già preparatore di Jorge Lorenzo: "Colgo l’occasione – ha detto – per sfatare la credenza popolare che i piloti di motociclismo siano dei superuomini. Sono atleti come altri che si impegnano nella preparazione, che soffrono per i postumi di incidenti e che devono essere motivati con un lavoro psicofisico. Poi ottengono risultati per noi sorprendenti ma con grande sacrificio e sofferenza".
Molte le domande dei soci panathleti coinvolti in una prospettiva diversa nell’analizzare lo sport del motociclismo rendendo più umana una disciplina che negli anni ha avuto una trasformazione a livello tecnologico e di sicurezza di grande spessore.
