In viaggio a tempo indeterminato/301: il filtro Gerry Scotti alla realtà

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Il vero problema è che in Italia tutti parlano italiano e noi parliamo italiano.
Capiamo tutto quello che la gente dice e tutti capiscono quello che noi diciamo.
Una delle parti interessanti del viaggio è non sapere sempre cosa succede attorno a te.
So che sembra strano, ma quello stato di incomprensione e straniamento ci aiuta a vedere con meno filtri la realtà che ci circonda.
Capire perfettamente la lingua invece, ti dà già un filtro costruito dai racconti e dalla parole degli altri.
Come vedere un video di Gerry Scotti che canta "Barbie Girl". Sai benissimo che è qualcosa di costruito e creato con l'intelligenza artificiale, ma allo stesso tempo non riesci più a vedere Gerry nello stesso modo.
Lo so, paragone alquanto azzardato. Ma il punto è che capire perfettamente i discorsi che fanno le persone, da quelli captati per caso camminando in una via affollata, a quelli più approfonditi fatti da chi conosci, cambia la tua percezione della realtà.
Diventa difficile vedere un posto con gli occhi ingenui di un bambino perché, volente o nolente, sei già stato un po' "contaminato".
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Avevo accennato già al nostro tentativo di visitare l'Italia come turisti stranieri. Vedere le cose da un'altra prospettiva aiuta sempre, in ogni circostanza, ma la maggior parte delle volte è un esercizio complesso.
Nel caso specifico del viaggio, ti permette di innamorati di un posto e vederne solo i lati positivi. È un po' come quando inizia una storia d'amore. Gli occhi a cuoricino ti fanno vedere solo le cose belle, persino i difetti di una persona sembrano pregi. "Ma che carino, russa forte quando è stanco" dopo qualche mese, o anno, si trasforma in "devo comprare dei tappi più potenti oppure divorziamo"
(ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale)(sì Paolo russa ma io ho il sonno pesante, quindi tranquilli non voglio chiamare l'avvocato!)
Sono convinta che sia questo uno dei motivi per cui gli stranieri amano così tanto l'Italia. Ha dei paesaggi da sogno, una storia che ha lasciato il segno con monumenti e opere d'arte dal valore inestimabile, una cucina tra le più varie e apprezzate... Se a tutto questo aggiungi anche che, con i nostri accenti diversi e il nostro gesticolare incontrollabile, a un giapponese possiamo sembrare tutti degli attori da film, ecco che hai ottenuto la ricetta perfetta per far innamorare follemente dell'Italia.
Poi poco importa se in realtà il tassista tanto sorridente passa tutto il viaggio a prendersi gioco dell'impacciato turista o se il venditore di souvenir gli vende una calamita al prezzo di un quadro degli Uffizi. Tanto non parla italiano, non capisce... forse!
In effetti sono arrivata a questo punto del discorso e mi sono resa conto che una specifica è d'obbligo. Non capire la lingua del luogo in cui ci si trova, non vuol dire essere così ingenui da pensare che tutto sia perfetto. Per rendersi conto che qualcuno ti sta prendendo in giro, non serve conoscere il suo alfabeto. Capire il linguaggio del corpo e ascoltare il sesto senso sono sicuramente aiuti più validi.

Ci sono però dei lati belli nel capire la lingua del posto in cui ci si trova.
Per prima cosa, la possibilità di interagire e scambiarsi emozioni, di andare più a fondo e integrarsi meglio. Viaggiando ci siamo accorti che anche solo un "ciao" o un "grazie" pronunciati nella lingua locale, possono abbattere barriere. Tutti si sentono più a loro agio e possono mostrarti dei tesori nascosti.
Puoi ascoltare e capire storie che magari appartengono a un passato che sta scomparendo. Puoi dare una luce e un colore diversi a un'opera d'arte o a una pietanza
È vero che inizierai a notare anche i lati negativi e le cose che non funzionano, ma nella maggior parte dei casi, sarai riuscito ad andare oltre la maschera e la sensazione sarà comunque impagabile.
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Parlare la stessa lingua delle persone del posto dove ci troviamo ha i suoi pro e i suoi contro, ma alla fine non è un vero Problema, o almeno non uno di quelli con la P maiuscola.
E so che ho iniziato questo articolo con le parole "il vero problema..." e ora con queste ultime righe sto per smontare tutto.
Ma non esiste filtro abbastanza potente per mascherare quello succede oggi nel mondo.
Nessun video creato con l'intelligenza artificiale potrà farmi dimenticare che mentre a Tropea un venditore di cipolle mi manda a quel paese sotto i baffi, a Gaza un bambino muore sotto le bombe.
Per cose del genere non parlare la stessa lingua credo non aiuti comunque.
E persino il marziano venuto a fare una vacanza nel pianeta Mondo, noterebbe la follia e l'orrore celati dietro la bellezza.
Angela (e Paolo)
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