Oliveto: giardiniere schiacciato da un muro nel 2017, si apre il processo

L'infortunio, dall'esito funesto, risale a sei anni fa. Sei anni e quasi tre mesi fa, per la precisione. Era infatti il 19 luglio del 2017 quando, dopo il cedimento di un muro, Lirim Djaferi, operaio 50enne di origini macedoni e casa in Valtellina, moriva sul "posto di lavoro" a Oliveto Lario. Dipendente di una società sondriese specializzata nella progettazione e realizzazione di aree verdi, quel mattino l'uomo stava operando, con altri colleghi, all'interno del giardino della ex casa di riposo dell'ATM di Milano in frazione Limonta. Qualcosa, attorno alle 11, è andato evidentemente per il verso sbagliato: il sostegno di un terrapieno è infatti collassato, travolgendo lo straniero, spirato poi in posto nonostante l'intervento a Oliveto del personale sanitario, con tanto di attivazione, per velocizzare i soccorsi, dell'eliambulanza, oltre ovviamente ai vigili del fuoco e al personale di ATS. Proprio i verbali dell'ente preposto ha poi portato alla contestazione del reato di omicidio colposo, aggravato dal mancato rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro, in capo al datore di lavoro di Djaferi e di altro professionista, oggi non comparsi al cospetto del giudice monocratico del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore per l'apertura del procedimento penale a loro carico. A oltre 6 anni dal fatto, come già sottolineato. In questo ampio lasso di tempo, sono già stati risarciti gli eredi del macedone, non costituiti dunque parte civile nel processo.
I primi tre testimoni, introdotti dalla pubblica accusa, oggi sostenuta dal vpo Mattia Mascaro, saranno escussi il prossimo 17 gennaio. Seguiranno gli esami degli imputati per poi tornare in Aula "già" il 31 gennaio per il completamente dell'istruttoria.

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