Lecco perduta/394: quando c'era la Società Alpina Operaia 'Antonio Stoppani'

Nella primavera 1995 la stampa lecchese pubblicava con risalto la seguente notizia: “Si è sciolta la Società Alpina Operaia “Antonio Stoppani”, fondata nel 1883. Il nuovo sodalizio era sorto da una scissione all’interno del CAI Lecco, ritenuto troppo borghese ed intellettuale per accogliere appassionati della montagna di richiamo popolare”.
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Dirigenti e soci della "Stoppani" nella sede di Via Mascari, anni '50

Nel maggio 1883 giovani lecchesi trovatisi sulla vetta del Resegone decisero di costituire una società alpinistica popolare. Assunse la denominazione di Compagnia Alpina fra gli Operai di Lecco, divenuta un anno dopo Società Alpina Operaia di Lecco e Mandamento. Nel 1898 venne aggiunto il richiamo ad Antonio Stoppani, il noto abate geologo nato nella vecchia Piazza del Mercato nel 1824, quindi nel cuore dell'antico borgo, sull’area portuale del lago.
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Le celebrazioni del 70° con il discorso del sindaco di Lecco, Luigi Colombo

Il non certo dimenticato Arnaldo Ruggiero ha ricordato nei suoi numerosi scritti di storia locale che la nascita dell’Alpina Operaia “Stoppani” rappresentò una “scossa” nell’ambiente cittadino, quando non esistevano ancora società come la Canottieri Lecco o la Ginnastica Ghislanzoni. Nella primavera 1995 cadeva il silenzio su quella realtà fondata da operai lecchesi. Il primo presidente era stato Luigi Pirotta, l’ultimo Giovanni Giovenzana, che dichiarò: “C'è grande tristezza per aver chiuso la “Stoppani”, ma ormai la società languiva. Ero entrato bambino, portato da mio padre Luigi. Ricordo le sedi, dalla casa Todeschini sul corso oggi Martiri della Liberazione, poi al Ristorante “Cervo d’Oro”, in alto a Via Cavour, dopo in Via Mascari, davanti alla chiesa di Santa Marta, e ancora in Viale della Costituzione, in locali attigui al bar del popolare Corrado e ai due cinema di allora, Nuovo e Mignon”.
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Luigi Andreotti, più volte assessore a Lecco e uno degli ultimi presidenti della Alpina "Stoppani"

Il vessillo della “Stoppani” era stato inaugurato il 1° agosto 1886, con l’intervento del senatore Mario Martelli, milanese, che aveva un bel palazzo a Maggianico, nelle vicinanze delle Ville Gomez e Ponchielli. La società aveva avuto il Rifugio “Riva”, sotto la parete Fasana, nel territorio comunale di Primaluna, e nel dopoguerra 1945 organizzò un ristoro estivo a Campo de’ Boi, particolarmente frequentato nel mese d’agosto.
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I partecipanti salgono al Resegone in una delle prime edizioni, anni 1965/1970

Il 70° dell’Alpina “Stoppani” venne sottolineato da un raduno escursionistico nazionale promosso a Lecco dalla FIE, nel 1953, che prevedeva nel programma anche la possibilità di percorrere i dodici itinerari del Lecchese verso le maggiori vette del territorio. La manifestazione ebbe un solenne ricordo presso il monumento a Stoppani, sul Lungolago, con discorso dell’allora sindaco di Lecco Luigi Colombo e alla presenza delle maggiori autorità. L’orazione storica venne tenuta dall’avvocato Arnaldo Ruggiero, che sottolineò la società popolare dov’erano passati tanti generosi pionieri dell’alpinismo lecchese e ricordò che la stessa arrivò ad annoverare oltre trecento membri. Nelle celebrazioni del 70°, evidenziò sempre Ruggiero, devono essere tutti ricordati in un generale abbraccio, pionieri di un escursionismo popolare e antesignani di vette e sentieri sulle montagne del territorio e anche oltre.
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Il monumento a Stoppani e la sua casa natale nell'attuale Piazza XX Settembre, presso i portici vecchi

Una conferma della numerosa presenza popolare nelle file della “Stoppani” viene dall’Assalto al Resegone, organizzato per la prima volta dalla Società Escursionisti Lecchesi con il presidente Carlo Villa, nel luglio 1966, con la collaborazione dell’Azienda Turismo presieduta da Giacomo De Santis. L’Alpina “Stoppani” è risultata per ben tre volte quella con il gruppo più corposo di partecipanti.
A.B.
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