Lecco: Fiore ospita Nico Piro e il suo Maledetti Pacifisti. ''Abolito il pensiero critico''

“Trovo inaccettabile che chi si opponga a questa guerra venga definito putiniano”. È una disamina severa e appassionata quella che Nico Piro ha sviluppato ieri sera in occasione della presentazione del suo libro “Maledetti Pacifisti”, pubblicato da People, la casa editrice di Giuseppe Civati, a metà dello scorso anno. 
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La serata, organizzata da Emergency Lecco – Merate, ANPI e Tavola della pace, si è svolta presso la pizzeria Fiore -Cucina in libertà e ha visto l’inviato di guerra del TG3 dialogare con la giornalista Paola Ciccioli. “La voce di chi è stato sul campo e conosce la realtà viene prima di chi la studia a tavolino. La realtà non è perfetta ma sporca e polverosa. Quando, dopo l’invasione dell’Ucraina, i media hanno iniziato a dipingere Putin come il male assoluto mi sono chiesta: ma si accorgono ora di chi è il presidente russo?” ha ricordato quest’ultima. L’allusione, neanche troppo velata, è ad una data cardine della storia recente della Russia e non solo. 
“Io il mio giudizio su Putin l’ho formulato il 7 ottobre 2006, quando fu uccisa Anna Politkovskaya. Per questo trovo inaccettabile che chi si opponga a questo conflitto venga definito putiniano. Si individuano dei putiniani immaginari per dimenticarci dei putiniani veri” ha aggiunto Piro. “Siamo immersi in una narrazione di guerra, in gioco c’è la tenuta stessa della democrazia. Se diventa impossibile parlare di pace senza essere tacciati di sostenere il nemico, domani chissà di cosa non potremo più parlare”. 
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Secondo il giornalista della RAI, la guerra ha certificato un problema strutturale e profondo: l’assenza di un reale pluralismo nei media italiani. “In un Paese come il nostro, una democrazia, l’informazione è davvero libera?” ha chiesto Nico Piro ai presenti. “Questo è un libro non solo sulla guerra ma anche sul giornalismo. Si ribadisce quanto il giornalismo, quello basato sulla verifica e sulla critica, sia fondamentale per la democrazia” ha aggiunto Ciccioli.
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Salvo rari casi, però, oggi a farla da padrone sembrano essere non i giornalisti ma gli “opinionisti con l’elmetto”. “Gente che da un anno e mezzo sta seduta sul divano a pontificare a reti unificate nonostante ci siano dei generali secondo cui questa guerra è sbagliata. Questa tesi, ovvero il fatto che questa guerra è sbagliata e non esiste una soluzione militare, rappresenta la base del libro ed è confermata ad un anno e mezzo di distanza” ha proseguito il dottor Piro. “Sembra che il pensiero critico sia stato abolito nel mondo dei media. Eppure, i sondaggi ci dicono chiaramente che gli italiani non vogliono sapere nulla di questa guerra e non vogliono che si continui ad investire in spese militari. Del resto, aveva ragione Orwelll: le voci che si levano più alte a favore della guerra sono quelle di chi la guerra non la combatterà mai”. 
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Per di più, la storia ha già mostrato i limiti di un certo tipo di narrazione. “Oggi ci dicono che aiutando l’Ucraina difendiamo la democrazia così come dopo l’11 settembre ci dissero che invadendo l’Afghanistan avremmo difeso la democrazia e creato sicurezza. Ebbene, dopo vent’anni di guerra l’Afghanistan è un paese instabile in cui dilagano la coltivazione di oppio e la produzione di eroina ed è emerso anche l’ISIS afgano” ha ricordato il giornalista. “Ancora prima, negli anni ’80, abbiamo armato i mujaheddin, dei tagliagole estremisti, affinché cacciassero i sovietici. Questo ha trasformato l’Afghanistan in un covo di terroristi. L’invasione di Putin è assolutamente ingiustificata ma bisogna stare attenti a chi si arma”. 
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Di certo, il 2024 si preannuncia un anno molto importante per l’evolversi della vicenda ucraina. “L’anno prossimo si voterà negli Stati Uniti e il tema della guerra sta diventando sempre più centrale. La campagna elettorale sta già producendo degli effetti su questo conflitto e sulla narrazione che lo circonda” ha spiegato ancora Nico Piro. “La controffensiva ucraina si sta esaurendo in modo del tutto fallimentare. Per fare vedere che sono in grado di prolungare la guerra, gli ucraini hanno iniziato a colpire in Crimea”. 
Infine, la chiosa, accolta dagli applausi del pubblico presente: “Il dibattito in corso è completamente distorto. Sembra che la guerra sia l’unica soluzione. Nessuno si chiede come si può fare a fare in modo che la gente in Ucraina smetta di morire. Nessuno si rende conto che stiamo camminando da un anno sul baratro nucleare. Una delle caratteristiche della guerra è l’imprevedibilità”. 
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Dopo aver risposto ad alcune domande del pubblico, l’inviato del TG3 ha rivolto un ultimo pensiero a Gino Strada. “era un medico con competenza e visione. Non si limitava a parlare in maniera chiara. Agiva e dava speranza alle persone. La sua voce oggi ci manca”. 
A.Bes.
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