Introbio: consegnate altre 9 medaglie d'onore. 'I valsassinesi si sono distinti per eroismo'

Sono stati i ragazzi di terza delle medie di Introbio i protagonisti della cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore svoltasi questa mattina presso villa Migliavacca, sede del municipio nel piccolo comune valsassinese.
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In particolare, gli alunni hanno letto la poesia “Alle Fronde dei salici” di Salvatore Quasimodo e poi alcune testimonianze tratte dal libro “Valsassinesi internati nel III° Reich” di Angelo Favoni e Augusto Giuseppe Amanti. È stato proprio quest’ultimo, ex dirigente bancario oggi in pensione, a raccogliere i documenti necessari per presentare le domande per il riconoscimento dell’onorificenza.
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“Se avessero aderito all’esercito tedesco o alla repubblica di Salò, queste persone sarebbero rimaste a casa. Invece, essi hanno rifiutato. Non hanno tradito il giuramento di fedeltà nei confronti della patria e del re, nonostante quest’ultimo avesse lasciato l’esercito allo sbando dopo l’8 settembre” ha ricordato Amanti.
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Augusto Giuseppe Amanti

Alla presenza delle massime autorità della Provincia, i parenti di nove valsassinesi, militari o civili, internati dei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale hanno ritirato la Medaglia d’Onore. Si aggiungono ai 13 già premiati ieri durante un’analoga cerimonia a Lecco.
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Sergio Pomponio

“Durante il secondo conflitto mondiale i valsassinesi si sono contraddistinti con un gran numero di atti di eroismo e hanno pagato, in proporzione, più di altri territori in termini di caduti e deportati. Persone strappate ai loro affetti e ai loro cari attraverso continui rastrellamenti. Quelli che poi sono tornati hanno raccontato storie terribili e drammatiche di violenza e privazioni” ha ricordato il Prefetto Sergio Pomponio. “È la quotidianità del bene che tiene lontano il male. Dobbiamo essere sempre pronti a riconoscere il male e a respingerlo. Anche senza voler raccontare, i deportati, con la loro silenziosa presenza, hanno rappresentato una vittoria postuma sul male. Questa medaglia rappresenta il riconoscimento non solo del loro sacrificio ma anche della memoria di eventi che non dovrebbero più verificarsi”. 
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Adriano Airoldi

“Nelle nostre valli la storia è sempre presente, in qualsiasi momento. Ringrazio il signore Amanti perché è giusto che ricordare anche i più umili, coloro che sono rimasti nelle retrovie e sono stati dimenticati per un po’ di anni. Ringrazio i familiari per essere presenti oggi in questo momento molto importante” ha ricordato Adriano Airoldi, sindaco di Introbio. 

Di seguito, i profili dei nove premiati nell’ordine in cui sono state consegnate le medaglie: 
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Primo Bellati
È nato a Premana il 29 ottobre 1920. Conducente di cavalli, egli è chiamato alle armi nel marzo del 1940 nel settimo reggimento fanteria di Pinerolo. Nel maggio del 1940 viene trasferito presso il sesto reggimento, con cui partecipa per un breve periodo alle operazioni di guerra sulla frontiera alpina occidentale. Dopo l’armistizio riesce a raggiungere la sua famiglia a Premana dove rimane sbandato. Viene catturato il 23 ottobre 1944 durante un rastrellamento delle brigate nere e delle SS tedesche. Il 31 ottobre viene trasferito nel carcere di San Vittore per poi essere deportato vicino a Berlino. È liberato dall’Armata Rossa alla fine di aprile del 1945 e rimpatriato nel settembre dello stesso anno. Il 14 gennaio del 1976 gli viene conferita la Croce al Merito di guerra per l’internamento in Germania. Ritira la Medaglia d’Onore la figlia Teresina. 
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Giuseppe Bergamini 

È nato a Pasturo il 3 novembre 1922 e di mestiere faceva il contadino. Viene chiamato alle armi nel gennaio del 1942 nel battaglione Morbegno del Quinto Reggimento Alpini. Partecipa alle operazioni di guerra sul fronte russo dal 20 luglio del 1942 al 15 marzo 1943. È fatto prigioniero dai tedeschi a San Candido l’8 settembre del 1943 e internato in Germania nel Brandeburgo. Viene liberato dall’Armata Rossa il 31 gennaio 1945 e rimpatriato il 17 agosto presso il centro alloggi di Pescantina. Ritira la Medaglia d’Onore il figlio Amedeo Giovanni. 
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Davide Valsecchi

È nato a Ballabio superiore il 18 aprile del 1917 e di mestiere faceva il contadino. Viene chiamato alle armi nel maggio del 1938 nel battaglione Morbegno del Quinto Reggimento Alpini. Partecipa alle operazioni di guerra svoltesi sulla frontiera alpina occidentale dall’11 al 25 giugno 1940 e sulla frontiera greco albanese tra il 10 novembre del 1940 e l’aprile dell’anno successivo. Viene ricoverato in ospedale per congelamento di primo e di secondo grado ai piedi. Viene rimpatriato nell’aprile del 1941 e ricoverato nuovamente in ospedale a Genova e poi a Milano. Viene congedato nel novembre del 1941 e richiamato alle armi nel marzo 1942. È fatto prigioniero dai tedeschi il 9 settembre 1943 a San Candido e internato in un lager in Sassonia. Viene liberato dall’Armata Rossa il 23 aprile 1945 e rimpatriato il 1° settembre dello stesso anno presso il centro alloggi di Como. Il 6 maggio 1967 gli viene conferita la Croce al Merito di guerra per il periodo bellico e l’internamento in Germania. Ritira la Medaglia d’Onore la figlia Maria Antonia. 
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Filippo Goretti

È nato a Ballabio il 26 maggio del 1926. Era operaio presso la ditta Rocco Bonaiti di Lecco. Partecipa allo sciopero generale del 7 marzo 1944 e per questo motivo viene arrestato dai fascisti nel pomeriggio di quello stesso giorno con altri lavoratori. Trasferito a Como dopo alcuni giorni a Bergamo con gli altri arrestati nelle fabbriche di Lecco, in totale 26 di cui 5 donne, egli parte il 17 marzo del 1944 per il campo di concentramento di Mauthausen, raggiunto tre giorni dopo. Gli attribuiscono la qualifica di prigioniero politico e muore appena diciottenne il 23 ottobre del 1944. Ritira la Medaglia d’Onore il nipote Giuseppe Invernizzi. 
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Deo Invernizzi
È nato a Ballabio l’11 maggio 1924 ed era contadino. È chiamato alle armi nell’agosto 1943. Viene inviato sul fronte italo – jugoslavo dove è fatto prigioniero dai tedeschi il 14 settembre 1943 e internato in un lager nel Brandeburgo. Il 10 agosto del 1944 è ricoverato presso l’infermeria per pleurite e tubercolosi. Viene liberato dall’Armata Rossa il 23 aprile 1945 e il 4 ottobre viene sottoposto a intervento chirurgico per poi essere rimpatriato presso il centro alloggio di Bolzano in precarie condizioni di salute. Purtroppo, egli muore per ascesso polmonare il 15 dicembre del 1950. Ritira la Medaglia d’Onore la nipote Antonella. 
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Giovanni Invernizzi
 È nato a Ballabio il 21 gennaio 1916 e di mestiere faceva l’operaio. È chiamato alle armi il 15 novembre 1937 nel 152esimo Reggimento Fanteria. Congedato il 15 settembre nel 1938, egli viene poi richiamato e partecipa alle operazioni di guerra nel giugno del 1940. Va a combattere sulla frontiera italo – jugoslava nell’aprile del 1941 e poi nei Balcani. L’8 settembre 1943 Giovanni Invernizzi si trova a Montecucco in provincia di Roma. Si allontana dal reparto e cerca di raggiungere la sua famiglia a Ballabio. Viene fatto prigioniero dai tedeschi il 12 settembre 1943 a Reggio Emilia e internato in Germania nella regione della Bassa Sassonia. Viene liberato dall’esercito inglese il 16 aprile 1945 e rimpatriato il 31 luglio presso il centro alloggio di Como. Il 25 gennaio 1966 gli viene conferita la Croce al Merito di guerra per il periodo bellico e l’internamento in Germania. Ritira la Medaglia d’Onore il figlio Virgilio.
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Lanfranco Invernizzi
È nato a Ballabio il 12 agosto 1912. È chiamato alle armi nel marzo 1933 nel Reggimento Savoia Cavalleria. Viene promosso a Caporale nell’aprile del 1934 e congedato nell’agosto di quello stesso anno. È richiamato alle armi il 31 marzo 1939 e ricollocato in congedo il 20 agosto. Viene definitivamente richiamato alle armi nel gennaio 1941 nel primo Reggimento Nizza Cavalleria e successivamente trasferito al quarto battaglione, terza compagnia movimento stradale, con il quale partecipa alle operazioni di guerra sul fronte jugoslavo. L’8 settembre 1943 si trova in Croazia come servizio scorta treni e piroscafi. È fatto prigioniero dai tedeschi il 14 settembre di quell’anno a Reggio Emilia mentre si trova in viaggio per una licenza. Viene internato in Polonia. Muore a Danzica il 27 gennaio 1945 in seguito alle ferite riportate durante un bombardamento aereo. Ritirano la Medaglia d’Onore i nipoti Diego, Francesca, Carlo e Fabio. 
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Gianfranco Lombardini
È nato a Ballabio il 31 agosto 1924 e faceva di mestiere l’operaio. Chiamato alle armi nella Marina Militare, egli si è trovato sbandato dopo l’8 settembre. Dalla ricostruzione degli atti di morte effettuata dalla commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri risulta che Gianfranco Lombardini, partigiano combattente effettivo nel gruppo Erna dislocato in Lombardia scomparve il giorno 8 marzo 1945 mentre era ristretto nel campo di concentramento di Bergen Belsen, prigioniero dei tedeschi. Si può dunque immaginare che sia morto durante le fasi di liberazione di questo campo e finito in una fossa comune. Ritirano la Medaglia d’Onore i nipoti Roberta, Rosaria e Rita Lombardini.
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Antonio Pensa

È nato a Taceno il 7 novembre 1920 e di mestiere faceva il carrettiere. Viene chiamato alle armi nel quarto reggimento fanteria carrista, dodicesimo battaglione carri l’8 gennaio 1941. L’8 maggio successivo viene trasferito presso il quinto reggimento fanteria a Trapani. Nell’aprile 1942 partecipa alle azioni di guerra svoltesi nei Balcani. Lungo il percorso di trasferimento da Ragusa in Croazia. L’8 settembre del 1943 viene sorpreso dai tedeschi, catturato e portato in Germania dove rimane fino all’agosto 1945. Rientra in patria il 12 settembre via Chiasso presentandosi al centro alloggi di Como. Ritira la Medaglia d’Onore la nipote Flavia Pensa.
A.Bes.
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