Omicidio di Germanedo: si è aperto il processo, per il consulente di parte l'86enne non era in grado di intender e volere

Sarà una “giuria” prevalentemente in rosa a giudicare Umberto Antonello, l'86enne lecchese chiamato a rispondere dell'omicidio della moglie Antonietta Vacchelli, sua coetanea. Donne, infatti, quattro dei sei membri “popolari” - oltre ai due supplenti – come pure i due componenti togati.
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Il tribunale di Como
Si è aperto questa mattina, in Corte d'Assise a Como – competente per i reati più gravi commessi anche sul nostro territorio – il processo a carico dell'anziano, reo confesso, comparso in Aula accompagnato da un operatore di Casa Abramo, la struttura presso cui, dai giorni successivi l'uxoricidio, è associato in regime di detenzione domiciliare. 
Ad attenderlo in Tribunale il suo legale – l'avvocato Richard Martini – ed il figlio Stefano, indicato, insieme alla nipote Martina, quali persone offese, entrambi non intenzionati a costituirsi però parte civile, come confermato su esplicita domanda della presidente Valeria Costi, la stessa che, nel medesimo ruolo, si è occupata anche dell'omicidio di Sogno e dunque del procedimento a carico di Roberto Guzzetti, poi condannato quale responsabile della barbara uccisione della pensionata torrebusina Maria Adeodata Losa, freddata nella sua abitazione con una serie di fendenti. 
Nella notte del 6 febbraio scorso, invece, sarebbe stata strangolata – non in bagno come ipotizzato originariamente dagli inquirenti – bensì nel letto dell'appartamento di famiglia, in via Eremo a Germanedo, Antonietta Vacchelli, originaria di Cremona ma approdata già in gioventù nel lecchese, prima a Oliveto Lario e poi, con il compagno di una vita, a Lecco. Lo stesso compagno che, quest'oggi, avvolto in una felpa nera, ha assistito in prima fila all'espletamento delle formalità di prima udienza, con il giuramento dei giudici popolari in fascia tricolore e l'apertura poi del dibattimento, in mancanza di questioni preliminari da affrontare. 
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L'abitazione della coppia
Pesantissima l'accusa mossa a suo carico: omicidio volontario pluriaggravato (dal legame di parentela e dalla minorata difesa), ipotesi di reato ostativa alla possibilità di adire a riti alternativi. Antonello dovrà dunque affrontare il dibattimento, con l'istruttoria che si preannuncia comunque molto snella. Su accordo delle parti, il sostituto procuratore Pasquale Gaspare Esposito – al suo primo caso di assassinio in carriera – ha prodotto infatti una serie di documenti, la cui acquisizione ha poi permesso di sfoltire - e non poco - la lista dei testimoni da escutere. Non saranno sentiti i Carabinieri intervenuti nell'abitazione di via Eremo la notte del fattaccio come pure i colleghi che si sono occupati poi dei rilievi, con le loro relazioni inserite dunque nel fascicolo del collegio. Ed ancora basteranno le dichiarazioni già rilasciate da due medici che hanno avuto in cura la vittima, afflitta da tempo da dolori, ricondotti, in sede di autopsia ad un tumore. Anche l'esito di tale esame è stato messo nelle disponibilità dei giudici, senza che accusa e difesa ritengano necessario interpellare nuovamente il perito che l'ha esteso. Residuano da ascoltare, dunque, nell'elenco stilato dal PM, solo Stefano e Martina Antonello (per appunto figlio e nipote dell'imputato) nonché una ulteriore partente, con i primi due comuni anche alla lista depositata dall'avvocato Martini che ha chiesto poi l'audizione di un amico di famiglia oltre che del proprio consulente di parte, il dottor Giuseppe Giunta, noto psichiatra lecchese, estensore di una relazione secondo la quale l'86enne non sarebbe stato in grado di intendere e volere nel momento nel fatto. A tal proposito, come già in incidente probatorio, il difensore ha insistito affinché sia disposta una perizia psichiatrica. La Corte, sul punto, si è riservata la decisione all'esito dell'istruttoria. Chiara comunque a questo punto la ricostruzione difensiva dell'accaduto, con l'imputato che in un raptus o comunque fuori di sé, avrebbe stretto le proprie mani al collo della moglie, sveglia ma dolorante, per mettere fine alle sue sue sofferenze. 
Si torna in Aula, dunque, il prossimo 15 novembre. Nel mentre Umberto Antonello, come da richiesta del responsabile della comunità, è stato autorizzato dalla presidente Costi a lasciare Casa Abramo per una serie di visite mediche nonché – dettaglio di colore – per partecipare, con altri, alla proiezione di Io Capitano, film di Matteo Garrone sul tema dei migranti e della detenzione, appuntamento inserito nel cartellone di appuntamenti della Festa della Madonna del Rosario.
A.M.
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