Lecco-Petronà: l'inchiesta partita da Monti, aspirante collaboratore di giustizia 'ostacolato' dalla compagna. Nei 'guai' ancora Gentile, portato in Silea da Bianco

Gli inquirenti lo accusano di concorso esterno all'associazione mafiosa per aver favorito l'assunzione di almeno un presunto sodale in Silea, la municipalizzata lecchese che gestisce la raccolta rifiuti, forte della sua posizione all'interno dell'organigramma della società. 
Il Gip Chiara Esposito, pur riscontrando elementi di vicinanza ad alcuni membri della così detta cosca Carpino, ha ritenuto però di non inserire Beniamino Bianco, classe 1969 e casa a Oggiono, nel lungo elenco dei destinatari delle misure cautelare a cui – con un ingente dispiegamento di militari – quest'oggi si è data esecuzione, a un anno di distanza dalle richieste avanzate dalla Procura di Catanzaro. Non evidenziati dalle indagini, secondo il GIP, gli eventuali vantaggi in favore della consorteria riconducibili alla condotta del funzionario, non più dipendente di Silea già da due anni. E mancano dunque, sempre nell'interpretazione del giudice, gravi indizi di colpevolezza, riscontrati invece in relazione alla posizione degli altri due lecchesi toccati dalla maxi inchiesta “Karpathos”, ambientata prevalentemente nei dintorni di Petronà, in Calabria, ma con ramificazioni anche, per l'appunto, all'ombra del Resegone. Con tanto di immancabile citazione, in più passaggi dell'ordinanza e quest'oggi in conferenza stampa per bocca dello stesso Procuratore della DDA Nicola Gratteri, di Franco Coco Trovato, originario della vicina Mercedusa. Un indagato, tra l'altro, annotano gli investigatori, si sarebbe anche messo a disposizione per vegliare la casa al mare a suo figlio Emiliano, ristabilitosi in città dopo aver scontato lunga detenzione dopo la condanna per Oversize.
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E' nipote del boss – figlia del fratello Pino, morto da incensurato pochi anni fa, dopo una vita votata alla musica – poi Giuseppina Trovato, ora ai domiciliari (in evidente stato di gravidanza). Anche a lei, classe 1985, è contestato il concorso esterno. Ma a “inguaiarla” non è stata la sua famiglia d'origine bensì l'ormai ex compagno Danilo Monti, personaggio chiave dell'inchiesta.
“Karpathos” sarebbe originata infatti, come spiegato da Gratteri, proprio dalle dichiarazioni rese dal giovanotto – oggi 34enne - “aspirante collaboratore di giustizia”, condannato quale supposto esecutore dell'uccisione a sangue freddo di Francesco Rosso, macellaio 35enne freddato – per vendetta contro il padre - il 14 aprile 2015 a Simeri Mare. “Partendo da quell'omicidio ci siamo imbattuti nella cosca che controlla Petronà” ha detto il Procuratore. 
Nella ricostruzione della DDA, “Giusy” Trovato, avrebbe cercato di far desistere Monti dal diventare un “pentito”, mantenendo i rapporti con altri sodali e ricevendo anche sostentamento da parte di alcuni indagati. Tra loro Claudio Gentile, 40enne di Valmadrera, considerato poi contiguo alla cosca Carpino di Petronà, quella appunto al centro dell'attività investigativa - “coinvolta negli anni duemila in una sanguinosa faida, operante nella presila catanzarese e con ramificazioni in Liguria e Lombardia” - ed appartenente al gruppo criminale di Cerva,  sodalizi “ ora ricadenti sotto l’influenza del locale di Mesoraca (KR), dediti principalmente alle estorsioni in danno degli imprenditori edili e dei commercianti della zona attuate mediante incendi e danneggiamenti, alle rapine a mano armata, al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, al traffico di cocaina e marijuana” come scritto nella nota stampa diffusa quest'oggi dai Carabinieri.
Gentile, è lo stesso Gentile dell'inchiesta Cardine-Metal Money portata a termine, nel 2021, dalla Guardia di Finanza e dalla Questura di Lecco, con fulcro in una vecchia conoscenza della Giustizia quale Cosimo Vallelonga attorno al quale – dalle risultanze investigative – gravitava tra l'altro un traffico illecito di rifiuti. Tra i coinvolti anche Monti,  in un susseguirsi dunque di nomi (o cognomi) ricorrenti in più inchieste.
E Gentile è anche lo stesso Gentile che per un breve periodo ha lavorato per Silea. “Favorito”, in ingresso, da Bianco secondo i PM. Senza alcun vantaggio – documentato – per la cosca, per il GIP.
A.M.
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