Lecco: riapre la casa del PIME. La storia di Agostino Sacchi
I lecchesi, e non solo loro, nel pomeriggio di domenica 24 settembre potranno tornare a visitare la Casa “Beato Giovanni Mazzucconi” di via Monte Sabotino, a Rancio, che riapre alla comunità dopo la chiusura imposta nel febbraio 2020 dal dilagare della pandemia. Si tratta della struttura che, dall’inizio degli anni Cinquanta, il PIME ha creato in un edificio con parco posizionato sulle prime pendici verso il Monte San Martino; è stata inaugurata ufficialmente il 2 giugno 1957, presenti per la città di Lecco il prevosto mons. Giovanni Borsieri e il vice-sindaco Carlo Erba.
Due anni prima, nel settembre 1955, i cittadini avevano partecipato numerosi alle iniziative promosse nel primo centenario del martirio di Giovanni Mazzucconi, originario di Rancio, missionario del PIME nella lontana Oceania. Un momento indimenticabile anche per coloro che hanno assistito alla processione che, partita dalla Casa PIME, raggiunse la Basilica di San Nicolò. Qui avvenne la solenne cerimonia di conferimento del Crocifisso a giovani missionari partenti, con l’allora arcivescovo di Milano Giovanni Montini, che nel 1963 diverrà il Pontefice Paolo VI.
L’edificio dal 1955 è stato più volte ampliato per ospitare i religiosi anziani e i loro confratelli che sono impegnati nell’assistenza, con suore e volontari. Tra quelli attuali c’è un missionario “con le ali”, il lecchese Agostino Sacchi, che oggi ha 84 anni e che ha volato in Brasile sulla sterminata Amazzonia. Nel giugno 1967, mentre l’oratorio San Luigi di Lecco San Nicolò salutava la partenza di don Giuseppe Tagliabue, divenuto prevosto di Mariano Comense, Sacchi informava gli amici che era in partenza per entrare nel noviziato di Busto Arsizio dei fratelli del PIME, impegnato a divenire un missionario non sacerdote, ma con voti definitivi di consacrazione, che saranno pronunciati in Basilica di San Nicolò nel 1973 con vescovi del PIME e il prevosto di San Nicolò, mons. Enrico Assi. Agostino era stato paracadutista alpino della Taurinense e rimarrà sempre affezionato a tale singolare esperienza di leva militare partecipando a raduni di ex commilitoni organizzati a Lecco con tanto impegno dal coetaneo Giuseppe Corti, allora residente in via Ghislanzoni. L’esperienza di parà è servita ad Agostino per ottenere il brevetto di pilota d’aereo impegnato per decenni a raggiungere le isolate missioni nelle più sperdute località dell’immensa Amazzonia.
Il programma di domenica 24 settembre prevede la Messa solenne alle 15.00, nella chiesa della Casa PIME. Seguirà alle 16.00 il buffet di ospitalità e alle 17.00 un intrattenimento musicale, che si concluderà alle 18.30. Il PIME ha reso noto che poi dal 30 settembre tornerà la funzione festiva aperta a tutti del sabato pomeriggio, alle 17.00, nel salone d’ingresso della Casa.
Due anni prima, nel settembre 1955, i cittadini avevano partecipato numerosi alle iniziative promosse nel primo centenario del martirio di Giovanni Mazzucconi, originario di Rancio, missionario del PIME nella lontana Oceania. Un momento indimenticabile anche per coloro che hanno assistito alla processione che, partita dalla Casa PIME, raggiunse la Basilica di San Nicolò. Qui avvenne la solenne cerimonia di conferimento del Crocifisso a giovani missionari partenti, con l’allora arcivescovo di Milano Giovanni Montini, che nel 1963 diverrà il Pontefice Paolo VI.
L’edificio dal 1955 è stato più volte ampliato per ospitare i religiosi anziani e i loro confratelli che sono impegnati nell’assistenza, con suore e volontari. Tra quelli attuali c’è un missionario “con le ali”, il lecchese Agostino Sacchi, che oggi ha 84 anni e che ha volato in Brasile sulla sterminata Amazzonia. Nel giugno 1967, mentre l’oratorio San Luigi di Lecco San Nicolò salutava la partenza di don Giuseppe Tagliabue, divenuto prevosto di Mariano Comense, Sacchi informava gli amici che era in partenza per entrare nel noviziato di Busto Arsizio dei fratelli del PIME, impegnato a divenire un missionario non sacerdote, ma con voti definitivi di consacrazione, che saranno pronunciati in Basilica di San Nicolò nel 1973 con vescovi del PIME e il prevosto di San Nicolò, mons. Enrico Assi. Agostino era stato paracadutista alpino della Taurinense e rimarrà sempre affezionato a tale singolare esperienza di leva militare partecipando a raduni di ex commilitoni organizzati a Lecco con tanto impegno dal coetaneo Giuseppe Corti, allora residente in via Ghislanzoni. L’esperienza di parà è servita ad Agostino per ottenere il brevetto di pilota d’aereo impegnato per decenni a raggiungere le isolate missioni nelle più sperdute località dell’immensa Amazzonia.
A.B.