Sparatoria di Corso Como: chiesti altri 4 anni e 8 mesi per Baby Gang, proposta più alta per un 26enne garlatese
Settimana scorsa è stata chiesta a suo carico una condanna a 4 anni e mezzo. Quest'oggi - chiaramente per altra vicenda - lo stesso PM, il sostituto Francesca Crupi, ha alzato ulteriormente l'asticella "suggerendo" per il trapper Simba La Rue una pena quantificata in 5 anni e 8 mesi. E' andata meglio al "collega", lecchese di nascita, Baby Gang: per la titolare della pubblica accusa Zaccaria Mouhib è da giudicare colpevole - come del resto tutti gli altri coimputati - con l'irrogazione, nello specifico, al 22enne, di una condanna pari a 4 anni e 8 mesi. Ovviamente al netto dello sconto garantito dal rito, l'abbreviato.
Ora, dunque, si attende la pronuncia del GUP che chiuderà, almeno in prima battuta, il caso della sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e 3 luglio 2022 nella zona della movida milanese. Due africani, in via Tocqueville, a ridosso di corso Como, vennero gambizzati a seguito dell'esplosione di almeno due colpi di pistola.
Rissa, rapina, lesioni aggravate e porto abusivo di arma da sparo le accuse mosse dagli inquirenti, a vario titolo, agli otto soggetti mandati a giudizio, con ulteriori due posizioni da valutare invece da parte del Tribunale per i minorenni.
6 anni la richiesta di condanna più alta tra quelle snocciolate quest'oggi, al termine della propria requisitoria, dal PM meneghino Francesca Crupi, già titolare anche del fascicolo sulla così detta faida tra trapper, destinato ad arrivare a sentenza entro la fine del mese. E' stata avanzata per Ndiaga Faye (senegale, classe 1997, con casa a Garlate): sarebbe stato lui a premere materialmente il grilletto. Chiesti poi 4 anni e 8 mesi per il connazionale Pape Ousmane Loum (classe 1998, di Lecco) e per il balcanico Eliado Tuci (classe 1990, di Vignate), già condannato nel gennaio 2023 con Baby Gang per rapine commesse a Milano. E ancora, 4 anni e 4 mesi per Alassane Faye (classe 1996, di Garlate) e Andrea Rusta (albanese, di Lecco). Più leggera la pena invocata per Malippa, al secolo Mounir Chakib, classe 1998, calolziese, manager di Simba La Rue: 3 anni e 8 mesi. Non sussistente, per i difensori, il reato di rapina per il quale è stata chiesta l'assoluzione, con la concessione delle attenuanti generiche per i restanti capi d'imputazione, contestando infine l'entità dei risarcimenti per le parti offese.
Ora, dunque, si attende la pronuncia del GUP che chiuderà, almeno in prima battuta, il caso della sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e 3 luglio 2022 nella zona della movida milanese. Due africani, in via Tocqueville, a ridosso di corso Como, vennero gambizzati a seguito dell'esplosione di almeno due colpi di pistola.
Rissa, rapina, lesioni aggravate e porto abusivo di arma da sparo le accuse mosse dagli inquirenti, a vario titolo, agli otto soggetti mandati a giudizio, con ulteriori due posizioni da valutare invece da parte del Tribunale per i minorenni.
6 anni la richiesta di condanna più alta tra quelle snocciolate quest'oggi, al termine della propria requisitoria, dal PM meneghino Francesca Crupi, già titolare anche del fascicolo sulla così detta faida tra trapper, destinato ad arrivare a sentenza entro la fine del mese. E' stata avanzata per Ndiaga Faye (senegale, classe 1997, con casa a Garlate): sarebbe stato lui a premere materialmente il grilletto. Chiesti poi 4 anni e 8 mesi per il connazionale Pape Ousmane Loum (classe 1998, di Lecco) e per il balcanico Eliado Tuci (classe 1990, di Vignate), già condannato nel gennaio 2023 con Baby Gang per rapine commesse a Milano. E ancora, 4 anni e 4 mesi per Alassane Faye (classe 1996, di Garlate) e Andrea Rusta (albanese, di Lecco). Più leggera la pena invocata per Malippa, al secolo Mounir Chakib, classe 1998, calolziese, manager di Simba La Rue: 3 anni e 8 mesi. Non sussistente, per i difensori, il reato di rapina per il quale è stata chiesta l'assoluzione, con la concessione delle attenuanti generiche per i restanti capi d'imputazione, contestando infine l'entità dei risarcimenti per le parti offese.