In viaggio a tempo indeterminato/301: tutti in Albania!

Se Instagram e Tiktok sono lo specchio della realtà, allora quest'estate almeno il 50% delle persone sono andate in vacanza in Albania.
I reel su questo Paese spopolano e abbondano.
"Le 5 cose più belle da vedere in Albania", "L'Albania costa davvero poco?", "I Caraibi dell'Europa", "L'Albania è davvero il paradiso low cost?", "Quanto si spende per una settimana in Albania".
Aiuto!
A volte mi perdo a guardare questi contenuti social, per poi pentirmene 10 minuti dopo.
In genere mi assale un misto tra curiosità, interesse, tristezza, rassegnazione, disgusto e paura.
Che poi sono esattamente le stesse sensazioni che avevo provato sulla ruota panoramica nepalese tenuta insieme con il nastro adesivo.
La cosa positiva è che in questo caso, però, non rischio la vita e nemmeno la nausea o i giramenti di testa (forse!).


È la prima volta che ci capita di tornare in un Paese verso cui l'opinione pubblica è così tanto cambiata in un così breve tempo.
Due anni fa, quando mostravamo i video della nostra avventura albanese, i commenti erano pieni di curiosità ma anche scetticismo.
L'Albania era vista come un Paese forse interessante, ma non di certo adatto a un turismo di massa. Un luogo con tante contraddizioni, tanti pregi ma anche tanti difetti, legati principalmente a un travagliato passato non troppo lontano.
Fino al 1991, infatti, l'Albania era chiusa in una dittatura di stampo comunista, molto simile a quella che vive attualmente la Corea del Nord.
Nessun contatto con l'esterno, tv e giornali controllati dal regime, nessuna forma di culto o religione consentiti, repressione di ogni forma di opposizione con lavori forzati, carcere o pena di morte. 
Un Paese che è sempre stato vicinissimo a noi geograficamente, ma che viveva una situazione lontana anni luce dal boom economico dell'Italia degli anni '80.
E nessuno ne parlava dell'Albania fino a quella famosa nave che da Valona sbarcò a Brindisi nell'agosto del 1991.
A bordo, migliaia di migranti che fuggivano dal loro travagliato Paese, in cerca di un futuro migliore. Approdavano in una terra che sognavano e amavano. L'avevano vista di nascosto nei programmi tv della Rai, l'unica emittente estera che riuscivano a ricevere orientando illegalmente le antenne tv.
Da lì tutti iniziarono a sentir parlare dell'Albania. Quel nome risuonava nelle notizie e sulle bocche della gente.
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Sono passati più di trent'anni e tanto sembra essere cambiato. L'Albania quest'estate, si è improvvisamente trasformata dal Paese "da cui scappavano" al Paese "dove andare in vacanza".
Un twist improvviso, di quelli che fanno girare la testa e perdere l'orientamento.
Tutta colpa, o merito, dei social network che hanno pubblicizzato le bellezze naturalistiche di questa nazione.
È questa la teoria più accreditata al momento per spiegare il grande afflusso turistico degli ultimi mesi. Italiani, spagnoli, tedeschi... gli europei sembrano aver puntato i riflettori su questa terra, prima ignorata.
Sarò sincera, una parte di me gioisce moltissimo per questa situazione. Gli albanesi si meritano questo successo. La loro gentilezza e accoglienza abbiamo avuto modo di conoscerle e apprezzarle nei mesi passati qui due anni fa. 
La vedo un po' come la rivincita del bambino preso in giro a scuola che poi da grande diventa apprezzato e osannato.
Un tipico cliché da commedia americana che applicato a una nazione stride un po', ma credo renda perfettamente l'idea.
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C'è però anche un'altra parte di me, forse quella più consapevole, o diciamo realista, che teme che questo successo social possa avere ripercussioni negative.
In primis su quell'accoglienza albanese che ci ha rapito il cuore la volta scorsa. Perché, come spesso accade, c'è chi apprezza ma anche chi se ne approfitta. Come dice un mio amico, "io la porgo anche l'altra guancia, ma alla fine solo due ne ho!" Quest'anno credo che gli albanesi abbiano dovuto porre molte guance, chissà quanti saranno pronti a rifarlo il prossimo anno con lo stesso sorriso.
Altra questione è legata a quella che definirei una pubblicità ingannevole. "Le Maldive europee", "i Caraibi del Mediterraneo" queste le espressioni usate per descrivere un Paese che ha sicuramente un mare bellissimo e acqua cristalline, ma che è ben lontano da quei paradisi esotici. Questo ha fatto sì che le aspettative di chi organizzava un viaggio in Albania, fossero settate verso spiagge bianche tropicali e resort da sogno. 
Ecco, ripeto, il mare è bello ma tra le Andamane e Ksamil c'è un bel po' di differenza.
"Informarsi prima di fare un viaggio in un nuovo Paese potrebbe essere utile, invece di lamentarsi!" mi dice Paolo ogni volta che incappiamo in un reel "L'Albania non è il paradiso che ti aspetti".
Ed è proprio così, ma mi rendo conto che non sono molti quelli che stanno ad analizzare l'aspetto storico/politico di un Paese prima di andarci una settimana ad Agosto. Perché, parliamoci chiaro, è più semplice e veloce lasciarsi attrarre da due belle immagini con il drone e una musica accattivante, piuttosto che da una pagina piena di parole, date e numeri.
Sono sicura che qualcuno avrà amato l'Albania, qualcuno l'avrà odiata e a qualcuno sarà rimasta indifferente.
Qualcuno ci tornerà l'anno prossimo e qualcuno non ci metterà mai più piede.
Per quanto mi riguarda, io sono contenta di tornarci e sono curiosa di andare a vedere come è cambiata e che storia ha da raccontarmi questa volta.
Angela (e Paolo)
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