Premana: Brumana nei primi 50 all'arrivo del Tor des Gèants

L’edizione 2023 del Tor des Gèants - massacrante gara di corsa in montagna che si corre sulle Alte Vie della Valle d’Aosta, con 330 chilometri e 24.000 metri di dislivello positivo - ha visto la partecipazione del premanese Andrea Brumana. Quaratenne, elettricista nella vita di tutti i giorni, l'atleta, da una ventina di anni, si è appassionato allo skyrunning, disputando - tra le altre corse - per 15 volte la classica locale, il Giir di Mont. 
Abbiamo raggiunto telefonicamente Andrea nel pomeriggio di ieri, dopo averlo lasciato giustamente riposare dalle fatiche della gara. 
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Prima partecipazione al Tor des Gèants?
No, questa è stata la mia terza partecipazione, la prima è stata nel 2014 a cui è seguita un’altra nel 2018.

Quali obiettivi ti sei prefissato quando hai deciso di iscriverti alla competizione? 
L’obiettivo era quello di completare il percorso in un tempo inferiore alle 100 ore.
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Direi che sei riuscito a raggiungere alla grande il tuo obiettivo, hai tagliato il traguardo in un tempo di 98 ore e 29 minuti, arrivando tra i primi 50 atleti al traguardo su 1.200 iscritti. Tuo il 43° posto, primo dei lecchesi. Quali sono state le maggiori difficoltà durante il tragitto? 
Siamo partiti domenica mattina alle 9,30 da Courmayeur con il sole, faceva caldo, c’erano 35 gradi e questo fino a lunedì, poi mercoledì è stata una giornata tranquilla, per quanto riguarda il clima, mentre nella notte, ero in quota e mi sono imbattuto in un temporale con una grandinata di circa 2 ore. Mi trovavo da solo: per la maggior parte il percorso si corre in solitaria, gli avversari erano lontani, a circa 20 minuti. Qui c’è stato un momento in cui mi sono detto che dovevo uscire velocemente da quella situazione che poteva essere pericolosa, come lo può essere quando si è raggiunti da un temporale in alta quota. Ho continuato a correre e sono arrivato "fuori" dal temporale”. 

Proprio dopo quella notte, ad attenderti al Rifugio Magià ci doveva essere tua moglie Nadia ma, a causa di un errore di comunicazione - ricordiamo infatti che i telefoni cellulari nella zona non hanno campo e gli atleti sono dotati di un GPS che permette loro di essere seguiti da lontano - tu sei transitato prima del previsto e non ti vi siete incontrati. 
Si, un errore di trasmissione mi aveva addirittura dato per ritirato dalla gara, invece io ero transitato dal rifugio ma in anticipo rispetto alla tabella di marcia e mia moglie che mi ha sempre raggiunto in quell’occasione non era lì. Quindi mi sono fermato per mangiare velocemente e ripartire, senza aver effettuato il cambio dei vestiti, quindi con l’abbigliamento bagnato, scarpe e calze comprese. 
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Andrea con la moglie Nadia Rota, la mamma Stefania Bellati e il cugino Marco Bellati

Proprio questo disguido, dell’ultima giornata, ti ha causato diversi problemi giusto? 
Beh si, indossare le calze bagnate per tutte quelle ore senza poterle cambiare, mi hanno fatto venire delle vesciche ai piedi che negli ultimi chilometri mi hanno fatto mantenere un’andatura più rallentata rispetto a tragitto precedente. 

Una gara certamente non alla portata di tutti questa, tenendo anche conto della mancanza di riposo cui gli atleti sono sottoposti, quanto sei riuscito a riposare? 
Da quando sono partito, domenica, fino alle 13 di giovedì quando ho tagliato il traguardo, ho dormito circa 15 minuti. 

Terza partecipazione dunque la tua, su un percorso che conosci abbastanza, mentre lo percorri stai fisso sul tuo obiettivo o riesci a guardarti attorno?
Sicuramente, soprattutto la notte in solitaria bisogna tenere occupata la testa, per rimanere svegli, mentre di giorno ho fatto anche diverse fotografie del panorama e alcuni video, mi sono goduto la gara e quello che di bello la Valle d’Aosta sa offrire. 
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Oltre a tua moglie, sul campo, anche la tua famiglia, mamma, fratello e cugini ti hanno sostenuto, senza contare i tifosi collegati al pc o allo smartphone che da Premana facevano il tifo per te. Tuo fratello Giovanni attraverso i suoi canali social aggiornava costantemente tutti con video, immagini e un tifo da stadio, nel perfetto stile premanese, incitandoti da lontano con il nome di  “brum brum" come tutti ti chiamano. 
Si, la tifoseria era con me, anche da lontano so che mi seguivano e incitavano, oltre tutti quelli che mi hanno aspettato al traguardo, compresa la mia tifosa più piccola, mia nipote Zoe, figlia di mio fratello Giovanni. 

Ancora complimenti a questo atleta premanese che è riuscito a raggiungere il suo obiettivo e ha compiuto una gara davvero bella, mantenendo sempre una buona andatura.
Moira Acquistapace
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