Trent’anni or sono l’addio allo storico dott. Giovanni Battista Mangioni

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Giovanni Battista Mangioni
La basilica di San Nicolò in Lecco, nel pomeriggio dl 14 settembre 1993, trent’anni or sono, vedeva la celebrazione del funerale del dottor Giovanni Battista Mangioni, 88 anni, fondatore e direttore della casa di cura vicino al ponte Kennedy di via Leonardo da Vinci, inaugurata nel 1951. 
Moltissimi i presenti, fra i quali il nipote professor Costantino Mangioni, direttore sanitario a Monza, in anni giovanili presidente della FUCI a Lecco, altri parenti, il consiglio di amministrazione, il personale medico ed ausiliario della clinica, le suore Misericordine di via San Nicolò, le crocerossine. Voce guida dei canti era Carla Anghileri Colombo, mamma di cinque figli, tutti avuti con l’assistenza del dott. Mangioni. Nell’omelia il prevosto mons. Roberto Busti si soffermò sulla riflessione della vita che nasce dopo difficoltà, fatica e timori della madre e che poi si consolida nella gioia del lieto evento. “Nessun altro, meglio del dott. Mangioni che ha assistito migliaia di neonati – ha detto Busti – è stato testimone e protagonista di un avvio di cammino terreno che anticipa e racchiude un altro cammino di riscatto eterno”.
Un pronipote dello scomparso, Marco Maggioni, studente di teologia al seminario San Carlo Borromeo, in Roma, ha letto pensieri lasciati dallo scomparso.
Al rito era presente il civico gonfalone di Lecco con la Polizia Locale. Nel dicembre 1989 Mangioni aveva ricevuto il civico riconoscimento di San Nicolò, con il sindaco Giulio Boscagli. Nel 1948 era stato eletto consigliere comunale per la D.C.  e poi assessore nella Giunta del sindaco Ugo Bartesaghi, allora democristiano. Era l’ultimo assessore vivente di quell’esercutivo che ha aperto un lungo periodo di attività politico-amministrativa in municipio conclusa con il voto del giugno precedente 1993, che aveva visto la nomina a sindaco di Giuseppe Pogliani della Lega, superando nel confronto definitivo la candidata della sinistra-centro Rosangela Granata. 
La stampa locale ricordò che una notte di terribile maltempo nel 1948, su una barca dove i remi c’era un esperto pescatore di Pescarenico, Mangioni raggiunse l’isola viscontea, navigando su un’Adda furiosa, per assistere al parto di un bimbo, non essendo possibile per la madre raggiungere la terra ferma.
A.B.
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