Garlate: alla scoperta della lapide di Pierius, incontro il 15

Nel 1896, durante i lavori di ampliamento e ristrutturazione della chiesa parrocchiale di S. Stefano a Garlate, fu rinvenuta la lapide di Pierius, "uomo illustre" e attendente di Odoacre, morto nella battaglia dell'Adda nel 490 d.C. che si svolse nei nostri territori. Da qualche settimana l'epigrafe - svelata al pubblico sabato in occasione della Festa delle Corti - è custodita nel nuovo spazio espositivo realizzato nel portico esterno del Comune.
E proprio qui nella serata di venerdì 15 settembre il prof. Marco Sannazaro, professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale presso la Facoltà di lettere dell'Università del Sacro Cuore, presenterà il suo nuovo lavoro dedicato proprio a Pierius e alla sua epigrafe a Garlate.



CHI È PIERIUS
Le informazioni di cui disponiamo su Pierius non sono molte e riguardano solo gli ultimi tre anni della sua vita. Nel 488 è già comes, successivamente, il 18 marzo del 489, risulta beneficiario di una cospicua donazione di terre in Sicilia e in Dalmazia da parte di Odoacre, in cui viene designato amichevolmente «vir inlustris et magnificus frater». Sulla nazionalità e l’origine familiare di Pierius si possono fare solo delle supposizioni. Il nome è di origine greca e di derivazione geografica; nell’epigrafia dell’Italia settentrionale non risulta altrimenti attestato, qualche testimonianza epigrafica si ha invece per Roma. Nell’età di Odoacre le cariche «illustres» risultano ripartite tra i membri delle famiglie aristocratiche romane, la nobiltà palatina ravennate e l’elemento militare germanico; per analogia si può pensare che anche il nostro Pierius appartenesse ad una famiglia senatoriale romana, forse alla stessa del praefectus urbi del 440.

LA SEPOLTURA
La sepoltura di Pierius nella chiesa di Garlate non trova altra giustificazione se non quella che lo scontro con le forze di Teoderico e la morte del generale siano avvenute a non molta distanza durante la battaglia dell’Adda nel 490. In effetti pare improbabile pensare che tra Pierius e questa località sull’Adda ci fosse un rapporto particolare, per esempio l’esistenza di una tenuta del comes, che motivasse la traslazione dei resti del generale da un luogo lontano. Si tratterrebbe di una sepoltura di fortuna, curata da qualche notabile locale o dagli stessi compagni d’arme del generale attardatisi ad onorarne le esequie prima della ritirata. Se la semplicità dell’epitaffio e la grande imperizia del lapicida cui venne commissionato il perfezionamento dell’opera non rendevano particolare onore alla condizione elevata che Pierius aveva rivestito in vita, ci si era perlomeno preoccupati di seppellire in un luogo sacro chi aveva avuto qualche parte nella traslazione delle reliquie di S. Severino dal Norico.



Di seguito ciò che si legge sulla lastra.

[B(onae)] M(emoriae)
[Hic r]equiescit
[in pa]ce Pierius
[v(ir) il]lusiris
[qui vi]xit in secu
[lo an]nos pl(us) m(inus) I
[dep(ositus) s(ub)] d(ie) iiii idus Acus
[tas Lon]gino bes et Faus
[to v(iris)] c(larissimis) consul(ibus)

Alla buona memoria
Qui riposa
In pace Pierius
Uomo illustre
Che visse nel mondo
Più o meno 50 anni
Sepolto il IV giorno alle Idi di Agosto
Consoli Longino per la seconda volta
E Fausto, uomini eccellenti


Se ne potrà scoprire di più nell'incontro di venerdì, a partire dalle 21.00.
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