Lecco, 80 anni dall'avvio della Resistenza: l'Anpi presenta una serie di iniziative
Nella giornata del 9 settembre, a ottant’anni dall’avvio della Resistenza nel Lecchese, dopo l’inaugurazione della targa all’esterno della Canottieri, l’Associazione partigiani ha tenuto un incontro all’ostello di San Giovanni per presentare il programma delle iniziative in calendario per i prossimi due anni cercando di superare il rischio di commemorazioni sterili – come ha spiegato il presidente Enrico Avagnina – e quindi parlando piuttosto di “rimemorare” e cioè risignificare, offrendo nuovi spunti per una riflessione attuale sulla lotta di liberazione dal nazifascismo.
Enrico Avagnina
Si partirà dunque dall’installazione di nuove targhe nei luoghi significativi della Resistenza lecchese: la prima delle cinque previste è appunto stata quella inaugurata in mattinata alla Canottieri. Ma le semplici cerimonie di inaugurazione saranno anche accompagnate da momenti di approfondimento con l’attenzione rivolta in particolare alla cosiddetta Resistenza diffusa e cioè quella che pur non partecipando alla lotta armata ha fornito sostegno non indifferente alla sconfitta del nazifascismo. Ma attenzione anche alle donne, troppo a lungo rimaste in ombra, alle quali solo da pochi anni una serie di contributi sta restituendo il giusto riconoscimento del ruolo giocato nel corso di quei due anni della storia italiana, da un lato terribili e dall’altro importanti per il riscatto morale di un popolo. Tra gli argomenti da affrontare anche un’altra delle pagine poco frequentate: il confino al quale il fascismo condannava gli omosessuali; sul tema si terrà un incontro dal titolo “Adelmo e gli altri”.
Angelo De Battista
Nel contempo, sarà anche posata un’altra serie di pietre di inciampo in alcuni punti della città. Si tratta – come noto – di un progetto ideato dall’artista tedesco Gunter Deming che prevede il posizionamento di piccoli blocchi ricoperti d’ottone davanti alle porte delle case di ultima residenza di deportati nei campi di concentramento nazisti e là morti. Già, in città, nel 2019 anche su iniziativa dell’Amministrazione comunale e dell’allora assessore Salvatore Rizzolino, ne sono state messe due ad Acquate in memoria di Pietro e Lino Ciceri, padre e figlio, il primo di 63 anni morto nel lager di Gusen nel gennaio 1944 e il secondo di 21 ucciso nell’eccidio di Fossoli del 12 luglio 1944 quando furono fucilate complessivamente 67 persone, tra le quali quattro lecchesi: oltre a Ciceri, anche Franco Minonzio, Antonio Colombo e Luigi Frigerio.
Proprio quest’anno, tra l’altro, proprio dalla Fondazione Fossoli, l’organismo preposto alla memoria del campo di reclusione e transito della località di Carpi in provincia di Modena, è partita l’idea di ricordare le vittime della strage del 12 luglio con la posa di nuove pietre di inciampo. Inoltre, anche l’Aned, l’associazione dei deportati e dei loro famigliari, si è impegnata in un analogo progetto per commemorare le donne morte nei lager. Tra loro c’è anche la lecchese Emma Casati, operaia alla “Bonaiti” di Castello, arrestata e deportata dopo gli scioperi del 7 marzo 1944 e deceduta ad Auschwitz probabilmente nel novembre di quello stesso anno.
Nel corso dello stesso incontro è stato anche presentato il nuovo sito Internet dell’Anpi lecchese, realizzato tecnicamente da tre studenti dell’istituto Badoni, nell’ambito di un progetto della cosiddetta alternanza scuola-lavoro: Simone Colombo, Davide Parrotta e Kevin Corti. Il coordinamento è stato di Angelo De Battista. Oltre a una serie di informazioni di carattere generali, la particolarità del sito è la pubblicazione di una serie di documenti. Utili – ha spiegato proprio De Battista – per chiunque voglia approfondire quel momento storico accorgendosi in maniera evidente di come, contrariamente a quanto oggi si voglia far credere, la Repubblica Sociale non fosse altro che un’emanazione dei nazisti che occupavano l’Italia.
Ma utili anche, quei documenti, alle scuole che potranno scaricarli per promuovere tra gli studenti ricerche che spesso arrivano ad avere una valenza che va decisamente oltre il semplice scopo didattico. Ne è prova uno studio, questo pure pubblicato sul sito, effettuato negli anni scorsi da un alunno dello stesso istituto Badoni che ha disegnato una vera e propria mappa del ruolo della donna nella Resistenza lecchese. Pur con qualche ingenuità dovuta all’età – ha commentato De Battista – al momento si tratta dell’unico studio a largo raggio su questo argomento per il nostro territorio.
D.C.