Lecco: una targa ricorda l'avvio della Resistenza con la 'chiamata ai monti' di Invernizzi

Una targa per ricordare il luogo in cui è partita la Resistenza lecchese, la sera del 9 settembre 1943. E’ la prima di cinque targhe che a qui al 2025 saranno collocate in altrettanti punti della città significativi per la lotta di liberazione dal nazifascismo della quale ricorrono in questi due anni l’ottantesimo anniversario.

L’inaugurazione della prima targa è avvenuta questa mattina davanti alla sede della Canottieri da parte del presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani Enrico Avagnina e del sindaco Mauro Gattinoni. In realtà, la collocazione definitiva della targa non è ancora stata definita per via delle necessarie autorizzazioni da parte della Soprintendenza ai beni ambientali che hanno comportato qualche ritardo. Il luogo è quello nei pressi della caserma Sirtori oggi sede di alcuni uffici della questura ma che dal 1936 al 1943 ospitò il battaglione Morbegno del V Alpini. Fino all’armistizio ufficializzato l’8 settembre.

La sera del 9, una folla si radunò nei pressi della caserma. Occorre ricordare che allora, il torrente Caldone correva allo scoperto e costeggiava proprio la caserma. Ricorda la targa che, quella sera, «Gaetano Invernizzi, antifascista storico ed esponente del Partito comunista, appena liberato dal carcere fascista, tenne un discorso nei pressi della società Canottieri, indicò la via dei monti e della Resistenza armata e chiese ai militari di unirsi agli antifascisti. Il mattino successivo gli alpini lasciarono l’edificio della caserma e, in accordo con il colonnello Alberto Varusio, i partigiani prelevarono le armi e quindi si disposero sulle montagne intorno a Lecco. L’appello di Gaetano Invernizzi fu raccolto da molti dei presenti, ai quali si aggiunsero soldati sbandati ed ex prigionieri di guerra spagnoli, russi, francesi, fuggiti dal campo di prigionia di Grumello al Piano (Bergamo). Si formarono i primi gruppi di resistenti dislocati ai Piani Resinelli, in Campo de’ Boi e ai Piani d’Erna. Gaetano Invernizzi e Francesca “Vera” Ciceri salirono in Erna, dove, con Bernardo Carenini, costituirono la formazione partigiana “Carlo Pisacane”. La presenza di queste formazioni preoccupò i comandi germanici che reagirono con un rastrellamento che iniziò all’alba del 17 ottobre 1943. I partigiani opposero resistenza, ma dopo tre giorni di scontro i nazisti riuscirono a disperderli e a distruggere i possibili rifugi per l’inverno (baite, cascine, capanna Stoppani). Quella di Erna fu una delle prime battaglie della Resistenza italiana».

Mauro Gattinoni e Enrico Avagnina

Inaugurando la targa, il sindaco Gattinoni si è soffermato sulla necessità di tenere viva la memoria con le targhe distribuite in città, con le pietre d’inciampo, con i sentieri sui monti che ripercorrono i luoghi della Resistenza per continuare a generare interesse soprattutto da parte delle giovani generazioni nelle quali alimentare il senso di un “perché”. Se come sono andati gli eventi storici ormai è risaputo, occorre infatti ancora chiedersi perché molte persone di ispirazioni ed estrazione sociale differenti abbiano compiuto la scelta di opporsi al nazifascismo. Un’occasione dunque per risvegliare la sensibilità in una città che è medaglia d’argento proprio per i meriti conseguiti durante la Resistenza. Medaglia d’argento – ha concluso il sindaco - «lo siamo stati, lo siamo e vogliamo esserlo per sempre».

La giornata del 9 settembre era cominciata con una pedalata con una ventina di partecipanti sui luoghi della Resistenza in città organizzata in collaborazione tra l’Anpi e la Fiab (la Federazione ambiente e bicicletta) e che, partita da via Castagnera a Castello (dove sorgeva la fabbrica Bonaiti teatro degli scioperi del 7 marzo 1944 che hanno portato alla deportazione di molti operai) per toccare largo Montenero con la lapide ai Caduti per la Resistenza, la via Mascari (sede della tipografia dove vennero stampati alcuni numeri del “Ribelle” di Teresio Olivelli e dove poi avrebbe avuto sede il Cln), Pescarenico (dove avvenne l’ultima battaglia del 27 aprile 1945 con un omaggio anche alla lapide di via Previati che ricorda Alberto Picco) per concludersi appunto alla Canottieri.

La nuova targa si aggiunge a quelle già posate negli anni scorsi (in largo Montenero a ricordare don Giovanni Ticozzi, ad Acquate, ai Piani d’Erna, a Campo de’ Boi, in via Caduti lecchesi a Fossoli, alla Taverna ai Poggi in memoria di Pietro e Lino Ciceri) Nei prossimi due anni, come detto, altre quattro, ne saranno collocate: dove sorsero le sedi del Cln lecchese (la prima in via Previati a Pescarenico e la successiva in via Mascari), in corso Martiri per ricordare la battaglia del 27 aprile 1945 e a Castello in via Castagnera per ricordare gli operai deportati dopo gli scioperi del 7 marzo 1944.

 

Da parte sua, il presidente dell’Anpi Avagnina  ha sottolineato come le targhe siano frutto dell’attività didattica che l’associazione effettua in collaborazione con le scuole superiori anche attraverso una serie di progetti realizzati nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Progetti come il rinnovamento del sito internet dell’Anpi lecchese realizzato proprio dagli studenti.
D.C.
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