Da Casargo a Lissone, Antonio 'apre le porte' del suo speciale Museo contadino

“Ho 56 anni e frequento Casargo da quando ho 3 mesi: mi portavano i miei genitori”. Inizia così il suo racconto Antonio Fossati, residente a Lissone (MB) ma casarghese adottivo, visto il tempo che trascorre in Alta Valsassina, che per lui non è solo un luogo di ferie e relax – oltre che di origine della moglie e di residenza della suocera - ma anche un posto dove recuperare oggetti che, dopo un "leggero" restauro, vanno a comporre il suo speciale Museo contadino.


Antonio Fossati



L'idea è nata durante il lockdown del 2020, quando Antonio ha iniziato a ragionare sull'ipotesi di ridare una nuova vita al materiale che da tempo custodiva in un ripostiglio in casa: oggetti appartenuti al bisnonno, che oltre al lavoro di contadino si occupava anche della costruzione di mobili, come suo figlio che ne ha fatto un'occupazione a tempo pieno. Il brianzolo li ha gelosamente custoditi a Lissone, “per una questione di affetto e di rispetto”: il banco da falegname e attrezzi vari, dalla pialla ad altri utensili, sono stati tutti riposti in garage.





Il sogno di dare loro "una seconda vita" è stato poi il motore che ha spinto Antonio a trovare una nuova collocazione, a dividerli in zone all’interno di un locale. Ed ecco così il "Museo di vita contadina" dei suoi antenati, che raccoglie anche altri oggetti ricevuti in regalo da persone che, conoscendo la sua passione, hanno deciso di donarglieli, magari anche solo per una mancanza di interesse o di spazio a casa propria. Il pezzo forte della collezione è rappresentato da una serie di pinze ricevute da un casarghese, che a sua volta le aveva avute in eredità da un parente, poi rivelatosi bisnonno della moglie di Antonio ed entrate poi a far parte della sua piccola esposizione personale.





"I miei piccoli restauri non sono fatti per migliorare l’aspetto degli oggetti, ma semplicemente per non lasciarli in balia dell’usura, come nel caso dei manufatti in ferro o del tarlo per quanto riguarda quelli in legno" spiega Antonio, riallacciandosi all'arte giapponese del Kintsugi, una vera e propria filosofia che spinge ad "accentuare" le imperfezioni per ricavarne degli elementi di fascino e di unicità, come parti importanti della storia dell’oggetto stesso.




Un ulteriore importante settore della piccola esposizione è la fotografia, altra passione di Fossati: le immagini sono riportate su alcuni pannelli, per ora a una sola facciata. Ma il museo - vista l’enorme mole di materiale - sembra destinato a crescere...
M.A.
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