Lecco perduta/390: la 'Quattro rifugi' della SEL, tradizione dimenticata

Ha superato le cinquanta edizioni la “Quattro rifugi” della Società Escursionisti Lecchesi che ha animato per oltre mezzo secolo l’autunno nella seconda metà del Novecento. L’iniziativa era stata promossa per riscoprire le "baite" della società ricostruite dopo i notevoli danni della distruzione nazista nel periodo bellico. Ogni domenica era dedicata a un rifugio nella “catena” dei quattro; l’ultima tappa coincideva ai primi giorni di novembre con la celebrazione anche a ricordo dei Caduti presso il Locatelli-Rocca ai Piani Resinelli.


Il rifugio Locatelli Rocca ai Resinelli con la prima neve della stagione

La prima, invece, era al Passo di Camisolo, dove il rifugio è dedicato alla memoria di Alberto Grassi, il primo caduto lecchese nella guerra 1915/1918; era un socio SEL. L’edificio era stato realizzato trasformando un precedente “ricovero” di minatori che operavano nelle gallerie del Camisolo. Al Grassi i selini arrivavano con la possibilità di scegliere tra due belle escursioni: la prima parte da Bobbio e, con l’attraversata del Passo del Toro, conduce alla meta con due ore abbondanti di cammino. L’altro percorso parte dalla Bocca di Biandino e richiede un’ora e mezzo.


Il rifugio Azzoni presso la vetta del Resegone

La seconda tappa dei quattro rifugi era quella ai Piani di Artavaggio, a quota 1650. Inaugurato nel 1927 è dedicato alla memoria di Nino Castelli, campione lecchese dal remo allo sci, ma associa nel ricordo anche Arnaldo Sassi, il presidentissimo che ha guidato per ben 42 anni la Società Escursionisti Lecchesi. Questa struttura ha avuto momenti anche di gloria cinematografica quando nell’estate 1962 venne realizzato il film “Una mano sul fucile”. Nella troupe film c’era Alfredo Marelli, che sarà il popolare signor Arturo di Canale 5 con Casa Vianello e dedicherà la sua trasmissione a Telenova “Storie di Lombardia” al Lario lecchese, alle sue montagne, ai luoghi dei Promessi Sposi e anche a paesi della Valsassina, lungo il corso del Pioverna.


Piatto ricordo della 6770

Il terzo rifugio era l’Azzoni presso la vetta del Resegone, che aveva avuto momenti di celebrità nazionale con l’escursione verso la vetta del cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano, nel 1925, che era partito da Morterone su una portantina sorretta da robusti montanari. La prima domenica di settembre del 1981 un altro arcivescovo tornava al rifugio Azzoni: era il cardinale Carlo Maria Martini. L’iniziativa era stata promossa dal gruppo ANA del quartiere lecchese di Belledo, con le Penne nere Eugenio Alborghetti e Luigi Corti. L’evento si svolse nonostante il tempo avverso con una forte precipitazione piovosa, ed è ricordato anche perché quel giorno una troupe televisiva TSL raggiunse per la prima volta la vetta del Resegone.


 Lo stemma della SEL

La quarta e ultima tappa era quella presso il rifugio Locatelli-Rocca ai Piani Resinelli, dove avveniva anche la castagnata sociale di autunno. Era un appuntamento per buoni camminatori, per escursioni nel verde, nell’aria salubre, nel sano esercizio di una arrampicata lungo il solco della Calolden. Lì in non poche occasioni era già caduta la prima neve della stagione. 


Un titolo della stampa locale sulla "Quattro rifugi"

Ad Artavaggio, dove la salita poteva essere evitata dalla comoda funivia che parte da Moggio, gli escursionisti SEL volevano ritrovare il sapore della vecchia montagna, lungo il sentiero che si arrampica da Moggio. Insomma, tanti bei ricordi con la quattro rifugi 6770. La somma aritmetica dell’altimetria delle strutture forniva la denominazione della manifestazione alpinistica. Peccato che l’iniziativa non si ripeta più.
A.B.
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