Tragedia del Fellaria: in tantissimi in Basilica per l'ultimo saluto a Veronica Malini, 'eri vita'
"Veronica Maria non cade. Il Signore le tende la mano". E' spettato a don Massimo Berera trovare le parole giuste per consolare i tanti intervenuti, questo pomeriggio, in Basilica a Lecco, per tributare l'ultimo saluto alla seconda vittima della tragedia di mercoledì scorso alla base del ghiaccio Fellaria in Alta Val Malenco.
Veronica Malini
A ventiquattro ore dall'addio a Rosy Corallo con il suo Fabio travolto dal dolore, è toccato a Diego, Vittoria e Beatrice lasciar andare la loro mamma, circondati dall'affetto e dal sostegno di tanti, a cominciare da papà Francesco. Non c'era un posto a sedere libero lungo l'ampia e accogliente navata di San Nicolò, con persone rimaste in piedi per tutta la durata del rito funebre.
"Siamo 350 o forse più" ha aggiunto il sacerdote, sottolineando come spetti ora a ciascuno dei presenti restituire qualcosa di ciò che ha ricevuto da Veronica, mantenerne vivo non solo il ricordo, portarne avanti spirito e progetti, come già stanno facendo le colleghe del suo "MamiMondo", l'asilo bilingue e scuola d'inglese per bambini, avviato qualche anno fa da una mamma che ha voluto tornare suoi libri, studiando di notte per conquistare una laurea da 110 e lode, per poi scegliere di dare una svolta alla sua esistenza, di intraprendere un nuovo percorso, non privo di fatica, come i sentieri di montagna che tanto amava.
"Hai voluto cambiare il tuo cammino senza accuse e accusati" ha sottolineato, nei tanti pensieri d'affetto proposti poi sul sagrato, Francesco Manzoni, presidente della cooperativa Il Grigio, lavorativamente vicino a Veronica Malini nei vent'anni trascorsi come educatrice al CPS, tessendo con lei un legame che oggi l'ha portato a riconoscere come in quell'avventura "non era scontato essere una piccola stella in un cielo a volte buio", omaggiando così l'amica con un'immagine bellissima. "I complimenti dovrebbero essere fatti quando si è in vita" ha aggiunto un'altra oratrice, riuscendo a ottenere cenni d'assenso da tanti, per poi unirsi al ricordo corale della 54enne, iniziato con i messaggi dei suoi figli - QUI il testo completo - pronti a descrivere una "mamma-bambina" cresciuta con loro, una mamma a cui non era possibile nascondere nulla ma a sua volta trasparente, una mamma femminista, una mamma "atipica", non a suo agio tra i fornelli ma comunque apprensiva come da stereotipo di (quasi) tutte le mamme.
Ma Veronica Malini era anche una suocera che faceva sentire il genero "speciale e protetto". "Era l'unica persona - ha detto, commosso, il giovane abbracciato alla moglie - che poteva convincermi a camminare per ore nella neve dopo il pranzo di Natale". Veronica era "vita", hanno sottolineato - ancor più con le lacrime agli occhi - le amiche. "Per te anche la città aveva cuori e nomi", è stato detto rimarcando il suo esserci, la sua bellezza, naturale ma curata con attenzione, la piacevolezza del confrontarsi con una donna aperta, "tra tè, tisane e, quando c'era, immersioni di liquirizia".
"Bella Ciao", intonata all'unisono, l'ultimo omaggio, per rinfrancare credo e ricordo di una persona riuscita evidentemente a lasciare il segno nell'esistenza di tanti.