Monte Marenzo, chiusura RSA: spiazzati i famigliari delle anziane che ora lanciano un 'appello'
I famigliari delle 22 ospiti della RSA di Monte Marenzo non ci stanno. La notizia della chiusura - entro la fine dell'anno - della struttura con sede in via Mazzini gestita dalle Suore Somasche Figlie di San Gerolamo Emiliani ha colpito tutti loro come un fulmine a ciel sereno, arrivato in maniera assolutamente inattesa in un giorno di inizio agosto come tanti sotto forma di una telefonata, senza nessun segnale che nei mesi precedenti potesse far prevedere uno scenario simile.
"Non ci hanno nemmeno convocato per un incontro, ci è solo stato detto che la decisione della chiusura era già stata presa senza possibilità di tornare indietro, sostanzialmente per un problema di costi e per la mancanza di ricambio generazionale tra le Suore" ci ha raccontato con una certa amarezza la calolziese Marinella Rota, che ha affidato la madre - ora 94enne - alla RSA un paio di anni fa, dopo alcuni tentativi di "gestirla" in casa con l'aiuto di una badante. "Convincersi a lasciare una persona cara nelle mani di "sconosciuti" non è facile, ma lei a Monte Marenzo si è sempre trovata benissimo: mentalmente è ancora molto lucida quindi ha capito bene che cosa sta succedendo ed è andata un po' "in crisi", non vorrebbe andarsene per nulla al mondo. Ora abbiamo chiesto la disponibilità ad accoglierla alla RSA di Calolzio (il cui direttore Ivano Venturini si è mosso fin da subito nel tentativo di andare incontro alle esigenze di ospiti e operatori, ndr.), ma finora non abbiamo avuto nessuna risposta certa".
Intanto nel pomeriggio di domani, mercoledì 30 agosto, i vertici della RSA dovrebbero incontrare alcuni rappresentanti della Diocesi di Bergamo, per un colloquio dal quale potrebbe emergere qualche importante novità per il prossimo futuro. Anche in questo caso i famigliari delle anziane ospiti restano in attesa, con le dita incrociate.
"Non ci hanno nemmeno convocato per un incontro, ci è solo stato detto che la decisione della chiusura era già stata presa senza possibilità di tornare indietro, sostanzialmente per un problema di costi e per la mancanza di ricambio generazionale tra le Suore" ci ha raccontato con una certa amarezza la calolziese Marinella Rota, che ha affidato la madre - ora 94enne - alla RSA un paio di anni fa, dopo alcuni tentativi di "gestirla" in casa con l'aiuto di una badante. "Convincersi a lasciare una persona cara nelle mani di "sconosciuti" non è facile, ma lei a Monte Marenzo si è sempre trovata benissimo: mentalmente è ancora molto lucida quindi ha capito bene che cosa sta succedendo ed è andata un po' "in crisi", non vorrebbe andarsene per nulla al mondo. Ora abbiamo chiesto la disponibilità ad accoglierla alla RSA di Calolzio (il cui direttore Ivano Venturini si è mosso fin da subito nel tentativo di andare incontro alle esigenze di ospiti e operatori, ndr.), ma finora non abbiamo avuto nessuna risposta certa".
Nell'attesa, quindi, un gruppo di famigliari delle 22 "nonne" ha sottoscritto una lettera aperta (QUI IL TESTO COMPLETO) per ribadire la propria intenzione di non mollare, provando a cercare insieme una soluzione per scongiurare una chiusura che però ormai sembra inevitabile, con tanto di mobilitazione delle sigle sindacali. "Visto che la struttura ha affrontato in maniera eccellente situazioni come il Covid e altro, ci chiediamo se non è possibile gestire questo problema cercando risposte e proposte da parte delle Istituzioni o anche da altre vie", si legge nella missiva. "Noi ci stiamo muovendo su questa strada non solo per noi, ma anche e soprattutto per garantire una certezza negli anni alla struttura che ha ancora tanto da dare. Spesso si sente dire che la persona è al centro, frase spesso pronunciata e valida in tante situazioni, ma che altrettanto frequentemente viene svuotata del suo significato quando non viene raggiunto l'obiettivo, che è quello di soddisfare i bisogni e le aspirazioni".
"Questa lettera - la conclusione - ha lo scopo di trovare una soluzione a una scelta della RSA che capiamo, ma fatichiamo a condividere e cercheremo di non subire. Grazie a tutti coloro che ci hanno dato attenzione".
"A Monte Marenzo mia mamma e tutte le altre ospiti hanno conosciuto un ambiente perfetto per loro, frutto di tanta dedizione e sacrificio da parte di chi ci lavora" ha aggiunto la signora Marinella. "Siamo consapevoli che questa scelta non è stata facile per nessuno, ma se i problemi fossero venuti a galla prima magari si sarebbe potuta trovare una soluzione. Adesso sarebbe un peccato mollare".Intanto nel pomeriggio di domani, mercoledì 30 agosto, i vertici della RSA dovrebbero incontrare alcuni rappresentanti della Diocesi di Bergamo, per un colloquio dal quale potrebbe emergere qualche importante novità per il prossimo futuro. Anche in questo caso i famigliari delle anziane ospiti restano in attesa, con le dita incrociate.
B.P.