Casargo: l'esercito pacifico delle penne nere per l'ultimo saluto a buon Marco Beri
Amava le montagne, è stato salutato con un'ondata d'affetto. Sono state davvero tante le persone che questo pomeriggio si sono ritrovate a Casargo per tributare l’ultimo saluto a Gian Marco Beri, pensionato, già imprenditore nel campo edile, vice capogruppo degli alpini, morto sabato vinto da una malattia che se l'è portato velocemente via.
A stringersi attorno alla moglie Alice, alle figlie Samanta e Tecla e alla sorella Rosy, amici e conoscenti come pure le penne nere non solo del gruppo locale ma anche arrivate appositamente in paese dal lecchese come dalle provincie di Como e Sondrio.
Tutti presenti per ricordare una persona semplice, dal cuore d’oro, a cui era impossibile non voler bene. Un uomo – ha detto il parroco don Bruno Maggioni "che non donava ciò che aveva ma ciò che era: per questo lascia il segno".
La sofferenza improvvisa quella che l'ha poi strappato alla vita non ha "intaccato la sua bellezza" ha riconosciuto ancora il celebrante, ricordando anche come relazionarsi con Gian Marco sia stato come "trovare un cammino in una terra inesplorata".
Alpino ma anche cacciatore, Beri nel tempo libero si dilettava nella lavorazione del legno, plasmando anche modellini in miniatura delle chiesette del territori. "Ora vai in Cielo, aiuta chi ha bisogno e porta con te i tuoi bellissimi cappellini in legno e fai sorridere gli angeli e Gesù", ha chiosato dunque il sacerdote.
Ed al Cielo ha richiamato anche il coro parrocchiale, che ha accompagnato il rito funebre, ha intonato “Signore delle Cime” e quel «Su nel Paradiso, lascialo andare, per le tue montagne» che ben racchiude l'amore di Gian Marco per le cime, per i “suoi” alpini con i quali ha condiviso lavoro e adunate nonché la sua grande umanità dimostrata rimboccandosi le maniche ogni volta che c'è stato bisogno.
L’esercito pacifico degli alpini ha dato una risposta compatta per l'arrivederci a questo loro commilitone andato avanti, tutti qui a risponde "presente" per Gian Marco Beri.
Il feretro, dopo il rito funebre, ha lasciato la chiesa portato dai giovani del gruppo di Casargo, per poi raggiungere il tempio crematorio.
A stringersi attorno alla moglie Alice, alle figlie Samanta e Tecla e alla sorella Rosy, amici e conoscenti come pure le penne nere non solo del gruppo locale ma anche arrivate appositamente in paese dal lecchese come dalle provincie di Como e Sondrio.
Gian Marco Beri con l'adorato Blink, al centenario del gruppo di Casargo il mese di giugno
Numerosi gli alfieri con i labari, tanto da riuscire a malapena a stare attorno all’altare. Non sono altresì mancati il Presidente della sezione ANA Emiliano Invernizzi ed i sindaci Antonio Pasquini (Casargo) e Giuseppe Malugani (Margno).Tutti presenti per ricordare una persona semplice, dal cuore d’oro, a cui era impossibile non voler bene. Un uomo – ha detto il parroco don Bruno Maggioni "che non donava ciò che aveva ma ciò che era: per questo lascia il segno".
La sofferenza improvvisa quella che l'ha poi strappato alla vita non ha "intaccato la sua bellezza" ha riconosciuto ancora il celebrante, ricordando anche come relazionarsi con Gian Marco sia stato come "trovare un cammino in una terra inesplorata".
Alpino ma anche cacciatore, Beri nel tempo libero si dilettava nella lavorazione del legno, plasmando anche modellini in miniatura delle chiesette del territori. "Ora vai in Cielo, aiuta chi ha bisogno e porta con te i tuoi bellissimi cappellini in legno e fai sorridere gli angeli e Gesù", ha chiosato dunque il sacerdote.
Ed al Cielo ha richiamato anche il coro parrocchiale, che ha accompagnato il rito funebre, ha intonato “Signore delle Cime” e quel «Su nel Paradiso, lascialo andare, per le tue montagne» che ben racchiude l'amore di Gian Marco per le cime, per i “suoi” alpini con i quali ha condiviso lavoro e adunate nonché la sua grande umanità dimostrata rimboccandosi le maniche ogni volta che c'è stato bisogno.
Edo Balbiani
A Edo Balbiani, molto provato dalla morte dell'amico, quale capogruppo di Casargo è toccato il commosso saluto al suo vice, descritto come una persona “con il sorriso sempre sulle labbra - ha detto - che era sempre preoccupato per la riuscita delle iniziative proposte ma che alla fine era sempre felice di come erano andate".L’esercito pacifico degli alpini ha dato una risposta compatta per l'arrivederci a questo loro commilitone andato avanti, tutti qui a risponde "presente" per Gian Marco Beri.
Il feretro, dopo il rito funebre, ha lasciato la chiesa portato dai giovani del gruppo di Casargo, per poi raggiungere il tempio crematorio.
M.A.