La comunità di San Giovanni celebra le religiose birmane e saluta Suor Lucy: era a Lecco dal 2009

Una Messa speciale quella celebrata nella prima mattinata di oggi, sabato 26 agosto, nella Chiesa di San Giovanni a Lecco. I fedeli della comunità si sono infatti riuniti in preghiera insieme a don Claudio Maggioni e ad altri due sacerdoti per ricordare il 126° anniversario della fondazione della congregazione delle suore di San Francesco Saverio in Birmania, ovvero le religiose in servizio presso l'antica chiesa di Santa Marta, nel cuore del vecchio borgo cittadino, e presso le parrocchie di Castello e San Giovanni stesso, dove sono da tempo considerate un punto di riferimento per tutti.

Quella odierna è stata inoltre l'occasione per salutare e ringraziare suor Lucy Kainan, che è stata destinata alla segreteria di monsignor Andrea Ferranti, nunzio apostolico della Santa Sede in Birmania. Si tratta di un volto noto in città, dove risiede ormai dal 2009: il suo servizio è iniziato nel 2009 con un triennio trascorso a San Giovanni, dove è tornata poi nel 2016 dopo qualche anno in San Nicolò.

"Mi sono trovata molto bene qui, mi sono sempre sentita a casa" ci ha detto suor Lucy al termine della funzione di questa mattina in Chiesa, non senza un pizzico di commozione per il suo imminente addio. "Lascerò l'Italia il 29 agosto e mi stabilirò a Yangon, l'ex capitale del Myanmar: è una città abbastanza ricca e tranquilla, dove ha sede anche una prestigiosa università. Lì, in quello che è il mio Paese natale, dovrò occuparmi probabilmente di questioni molto diverse da quelle a cui ero abituata qui: a Lecco mi sono sempre alternata tra la catechesi, l'aiuto in Oratorio e l'attività di segreteria in Parrocchia, mentre in Birmania lavorerò di fatto per la Santa Sede. Mi dispiace dover salutare, ma so che la volontà del Signore è questa".

A celebrare la funzione odierna, come dicevamo, è stato don Claudio Maggioni, che durante la sua omelia si è concentrato proprio sull'importanza della presenza all'interno della comunità delle suore birmane, "che con la loro capacità di farsi riconoscere mettono in chiaro che cosa significa credere". "Credere vuol dire seguire, non è solo un atto della mente: chi crede non lo fa per sè stesso, ma per portare luce e rendersi visibile agli occhi degli altri, perché il mondo non sia condannato ma salvato. Quindi ringraziamo di cuore le religiose di questa congregazione, di cui è impegnativo fare parte se si segue una concezione individualistica della vita: sono necessarie castità e obbedienza, quell'obbedienza che ha spinto Suor Lucy a salutarci per andare fino in Birmania. Per tutti noi è un bell'esempio".