Valmadrera: è mancato Pierino Crimella, reduce dei campi tedeschi. Era il più anziano in città

Pierino Crimella e il libro dedicato alla sua storia
Se ne è andato l'uomo più anziano di Valmadrera. Addio a Pierino Crimella. Era giunto ad un passo dai 99 anni, "rincorrendo" un gruppetto di compaesane che hanno già tagliato il traguardo del secolo di vita e tengono ben stretto il titolo di decane della città. 
Ma Crimella, come ricorda il sindaco Antonio Rusconi stringendosi anche a nome di tutta l'amministrazione comunale ai figli Benvenuto, Rosella e Annarita, era anche uno tra gli ultimi testimoni del dramma della deportazione nei campi tedeschi dei soldati italiani fatti prigionieri dopo l'armistizio dell'8 settembre. 
Pierino, la guerra e le sue conseguenze, le portava tatuate nel cuore e sull'avambraccio sinistro. 144.IT.14, era questa la matricola assegnatagli dai nazisti. E 144.IT.14, per non dimenticare è anche il titolo del libro che, per il suo 95° compleanno, Pierino ha ricevuto in dono dai famigliari. 
Era stato presentato nel gennaio 2020, sul palco dell'Auditorium Casa dell'Economia, nell'ambito della cerimonia per la consegna delle Medaglie d'onore, lo stesso riconoscimento che il valmadrerese ottenne dal Presidente della Repubblica nel 2012, molti anni dopo la Croce al merito di guerra avuta già nel 1960, scegliendo poi di prestarsi a raccontare la sua dolorosa storia agli studenti nelle scuole ed a tutte le ricorrenze a cui veniva invitato. Con un intento, lo stesso proprio del volume: lasciare traccia di quel vissuto, perché nessun altro si trovi a patire la stessa esperienza. 
"Questo libretto nasce per rendere omaggio a papà Piero, alle morti e ai grandi sacrifici degli italiani internati in Germania e in Polonia dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Lo abbiamo scritto attraverso i ricordi di papà, alpino del Battaglione Morbegno che visse due lunghi anni di prigionia tra diversi campo di concentramento e impegnato come IMI in diversi lavori in quei territori" si legge nella prefazione del testo.
"Sono il primo di 15 fratelli. Pensare che io in guerra non dovevo neanche andare. Ma mi son trovato due anni in Germania" ci aveva raccontato Crimella. Catturato subito il giorno dell'armistizio a Merano, dopo esser stato richiamato alle armi, pur essendo già stato congedato - venne deportato dapprima a Stablack, ai confini con la Polonia e poi mandato quale ultima destinazione a Kattowitz, non lontano da Auschwitz. "Loro mi hanno mandato in miniera ma io son scappato: non volevo fare la morte del topo" è annotato tra i virgolettati del libro, arricchito anche con le memorie scritte di proprio pugno dall'uomo su un quaderno trovato durante le ricerche per chiedere la Medaglia d'Onore. Il riferimento è alla rocambolesca fuga seguita all'accordo siglato il 20 luglio 1944 da Hitler e Mussolini per trasformare gli internati militari in lavoratori civili (obbligati). Assunto da un fornaio, rimase al prestino fino alla liberazione, riuscendo anche ad aiutare i compagni di baracca, portando loro pane fatto cuocere - intenzionalmente - troppo.
"Quando sono arrivato in Italia non ha trovato la mia morosa a aspettarmi e ci sono rimasto male" aveva altresì sottolineato Crimella, rispondendo a qualche nostra domanda a margine della presentazione del libro. Il motivo? Qualcuno le aveva raccontato che il suo Pierino in Germania... si era trovato una bella biondina. Falso. E lei lo capì. 61 gli anni trascorsi poi con la sua Lina, perchè, come annotano ancora i figli nella prefazione del volume, poi la vita va avanti.

L'ultimo saluto a Pierino Crimella verrà tributato nella chiesa parrocchiale di Valmadrera, giovedì 24 agosto alle ore 15.30.

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