Mandello: tra i bagnanti alla foce del Meria, ignari della morte - proprio lì - di Fatou

La spiaggia alla foce del Meria in una foto scattata ieri pomeriggio
Nella prima domenica post tragedia, siamo tornati a Mandello, dinnanzi allo stesso spicchio di Lago in cui, martedì, giorno di Ferragosto, ha perso la vita Fatou, undicenne senegalese annegata mentre giocava nell’acqua con le sorelle e un’amichetta.
La spiaggia all’altezza della foce del Meria era piena di bagnanti che prendevano il sole e si rinfrescavano in un torrido pomerigigo di fine agosto. I bambini giocavano e si divertivano. Come se nulla, solo sei giorni prima, fosse successo.
“Era da tanto che non venivamo. Devo dire che ho trovato un posto un po’ lasciato andare, non mi piace. Non so se torneremo. Una volta c’era sempre qualcuno che controllava anche se la spiaggia è libera” ha commentato Elisa, mentre il marito osservava i due figli giocare. “Siamo a conoscenza di quanto accaduto a Ferragosto. Il lago è pericolo di per sé, ci vuole un po’ di attenzione. Noi diciamo ai bambini di entrare in acqua al massimo fino alla vita”.
“Non sapevo della morte della ragazzina, è la prima volta che vengo qui. A poca distanza dalla riva il lago diventa già molto profondo ma devo dire che, almeno personalmente, non mi fa paura” ha sottolineato Marco, un giovane monzese sdraiato al sole.
“I miei genitori poco fa mi hanno riferito del dramma. Sinceramente, non me lo spiego. Se uno sta un minimo attento, secondo me, queste cose non succedono” ha aggiunto Alessio, anche lui monzese nonché studente al Politecnico.
Al largo, il flusso di barche in transito era continuo. “Noi veniamo qua da anni e in questi giorni abbiamo visto passare le motovedette delle forze dell’ordine, cosa che prima invece non accadeva. Noi abbiamo sentito della morte della ragazzina ma non eravamo qui” ha spiegato Zazo, mentre la moglie finiva di sistemare gli zaini prima di andare. “Viviamo a Milano e veniamo a Mandello perché ci troviamo bene. Ci piace il posto e l’acqua è pulita. Ci sentiamo sicuri fino ad un certo punto. Il lago, comunque, dopo cinque metri diventa subito molto profondo. Bisognerebbe fare il bagno solo se si sa nuotare”.
“I nostri bambini fanno il bagno solo con i braccioli. Certo, gli imprevisti ci sono ma mi sono sentita sicura. È la prima volta che veniamo qui e non sapevamo di quanto è accaduto” ha evidenziato Maria, giunta a Mandello assieme al marito e ai due figli da Varese.
“Mi piace molto qui. C’è gente di tutti i tipi e sono tutti educati. Poi l’acqua è pulita. Sicuramente ci ritornerò in sella ad una delle mie Moto Guzzi” ha commentato Fabrizio, conoscitore di Mandello anche per il marchio dell’Aquila. “Non sapevo di quanto è successo a Ferragosto. La mia opinione è questa: davanti a me questo pomeriggio c’era una famiglia di tedeschi, i figli avevano braccioli e corsetto e guai se lo toglievano. Tanti genitori non hanno lo stesso atteggiamento. Lasciano entrare i propri figli in acqua anche se non sanno nuotare”.
A.Bes.
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