'Chi ha paura della montagna?': le 'terre alte' protagoniste alla Sagra delle Sagre

Un incontro sulla valorizzazione dei territori montani e della cultura rurale, con ospiti illustri, per dare un segnale verso la riscoperta della montagna e delle opportunità di investire, conoscere, educare, vivere e lavorare nelle "terre alte".

Questo il senso del convegno tenutosi ieri sera presso la Sagra delle Sagre, appuntamento che il "padre" della manifestazione, Ferdinando Ceresa, ha deciso di introdurre in questo 2023 (con la promessa di ripetersi in futuro) per dare “un tocco in più” all'evento valsassinese, dando al contempo risonanza ad una tematica di grande rilevanza ed estrema attualità.

Nel tardo pomeriggio di ieri, è stato Giacomo Zamperini, consigliere regionale nonché Presidente della Commissione speciale Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine, a introdurre l'incontro, sottolineando in apertura "l'importanza di parlare di montagna: sia in termini di sicurezza, sia in termini di attrattività, innanzitutto per i suoi abitanti e in particolare per i giovani, ancor prima che in termini turistici". Zamperini ha proseguito il suo intervento ribadendo quanto sia fondamentale "conoscere, promuovere e valorizzare i territori montani, creando informazione e una vera e propria cultura per affrontare la montagna in sicurezza, anche riconoscendo i propri limiti".

Sulla sua scia, ha preso la parola Alessandro Spada - Capo della Stazione del Soccorso Alpino di Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana - il quale ha voluto mettere sul piatto dei dati oggettivi, primo su tutti "quel 25-30% di persone che soccorriamo che risultano completamente illese, le quali hanno dunque mobilitato la macchina del Cnsas, con relativi costi non indifferenti, a causa di una loro imprudenza o di un comportamento errato". "Di conseguenza - ha proseguito Spada - è prioritario lavorare su sicurezza e prevenzione a partire da questo 25%, del quale - sempre portando un'evidenza esclusivamente statistica - la maggior parte sono persone non del territorio. È quindi fondamentale esportare una cultura della montagna che tra la gente dei nostri luoghi si dimostra invece ben radicata". Per fare questo, conclude il Capo della Stazione del Cnsas, "è importante lavorare in sinergia con il CAI, da sempre una scuola di montagna che può fare davvero la differenza".

A questo punto, la palla non poteva che passare a Emilio Aldeghi - Presidente del CAI Lombardia - il quale ha introdotto un "diktat" non banale e troppo poco menzionato qual è "il mantenere una soglia di attenzione elevata - "triplicata" - quando si va in montagna, con la coscienza che ci si sta muovendo in un ambiente difficile. Inoltre - ha proseguito - è importante non uscire mai in montagna da soli, soprattutto quando si decide di percorrere un sentiero poco battuto, dove in caso di infortunio si potrebbe rimanere delle ore prima di essere soccorsi". Sulla stessa linea di chi lo ha preceduto, anche Aldeghi ha poi ribadito l'importanza di creare e diffondere una cultura montana, ricordando che il CAI offre corsi di formazione a tutti i livelli e per tutte le discipline, per permettere di affrontare in sicurezza diversi tipi di ambienti. "Dobbiamo tenere ben chiaro in mente che la montagna non è un luna park, che rendere la montagna attrattiva e promuoverne la cultura non significa incentivare un turismo facile. Bisogna lavorare per far conoscere la montagna per quello che è" ha concluso.

Ha fatto seguito l'intervento di Michele Schiavi - giovanissimo amministratore locale della Val Seriana e Consigliere Nazionale Anci - il quale ha spiegato che "a volte ci concentriamo troppo sulle cose che non vanno in montagna, mentre dovremmo provare a dimostrare - tra le altre cose - che i giovani possono rimanere in questi territori e trovare delle opportunità". Schiavi ha proposto di rilanciare "una sinergia tra i giovani amministratori di piccoli centri montani e gli altri giovani del territorio, impegnati in realtà associative oppure lavorative, come quelle agricole, che stanno veramente rinascendo". Obiettivo dunque far sorgere "una profonda collaborazione tra chi amministra il territorio e chi lo vive".

Per lavorare in questo senso sui territori montani, ha spiegato ancora il giovane Consigliere Anci, "sono necessari non solo dei finanziamenti, ma anche aggiornare le norme. Ed è questo l'impegno che si è presa la Commissione Montagna". Una nota poi, anche da parte di Schiavi, sul turismo: "se è vero che molte persone stanno riscoprendo la montagna come meta per i loro soggiorni, è altrettanto vero che non si può parlare di montagna solo in termini turistici. Un territorio è accogliente per i turisti solo se lo è anche per chi ci vive, in termini di servizi e di opportunità".
"La montagna è un mondo ricco di tante realtà che funzionano. Iniziamo a parlare di questo, oltre che dei problemi - certamente reali - da risolvere" ha concluso.

Al convegno "Chi ha paura della montagna?" ha preso parte anche l'europarlamentare Pietro Fiocchi, il quale nel suo intervento ha posto in primo piano "il problema culturale di una vera e propria dicotomia, di un profondo divario tra il cittadino e l'abitante della montagna. A Bruxelles si fa fatica a spiegare le Alpi, a far comprendere cosa significa la montagna; perciò, si sentono spesso delle grandi stupidaggini”.
"Tra le cose positive - sottolinea tuttavia Fiocchi - siamo sulla buona strada per delle riforme mirate al ripristino dei sentieri, alla pulizia dei boschi, oltre che alla promozione di attività culturali sui territori montani". Anche l'europarlamentare ha ribadito che "la montagna non è solo turismo, mentre è fondamentale anzitutto permettere a chi ci vive di poter restare", dichiarandosi su questo tema "a disposizione per ricercare fondi".

Prima del saluto di Ferdinando - Pucci - Ceresa - il quale, tirando in modo eccellente le somme, ha definito l'incontro di ieri "importante per la montagna: tanto per viverla in sicurezza, quanto per renderla nuovamente attrattiva per i suoi abitanti e in particolare per i giovani e, infine, per trarne i massimi benefici e il massimo godimento, in termini turistici e non solo" - Zamperini ha sottolineato come nelle "terre alte" vi siano importanti opportunità di investimento e come sia necessario preservare e tutelare anche tutto quel patrimonio immateriale di cucina, costumi, riti e via dicendo che la montagna si porta con sé.
A.Te.
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