Schianto di Vercurago, il 22enne Paolo in lenta ripresa al San Gerardo: 'Ragazzi, non correte!'

Per oltre due settimane è rimasto appeso a un filo, con un "pericolo di vita" imminente: sette giorni in coma e altrettanti, dopo essere stato risvegliato, sempre in Rianimazione. Poi, finalmente, un ulteriore passo in avanti e il trasferimento nel reparto di semi-intensiva.
Ora Paolo Racamato, il 22enne coinvolto nell'incidente stradale di Vercurago dove ha perso la vita Nino Ingallina, uno degli amici che era con lui, e la moglie Yanibel è rimasta gravemente ferita, praticamente illeso il conducente, sta meglio ma il suo percorso sarà in salita. La prognosi non è ancora stata sciolta: il rischio non è più così imminente, ma la situazione permane critica.


Paolo Racamato

Da quella notte del 22 luglio quando l'auto sulla quale viaggiavano è andata a sbattere lungo via Roma, diventando un ammasso di lamiere contorte, Paolo è ricoverato in ospedale al san Gerardo di Monza. Ci rimarrà tanto, tanto tempo. Una settimana esatta dopo lo schianto mortale i medici lo hanno risvegliato dal coma. Il suo fisico forte ha dato i segnali sperati ma per dichiararlo fuori pericolo completamente ci vorrà ancora tempo. Per il momento il trasferimento in semi-intensiva è già un grande passo avanti viste le condizioni con cui era arrivato in ospedale. Tanti gli organi compromessi e le situazioni da ristabilire da parte dei medici, per cui si è deciso di procedere un passo alla volta sistemandole in ordine di gravità e urgenza, dopo chiaramente il risveglio dal coma.
Il primo scoglio grosso era l'intervento al femore cui è stato sottoposto nei giorni scorsi. L'équipe chirurgica dell'ospedale monzese lo ha operato per sistemare l'importante frattura, posizionandogli un ferro e dei chiodi. All'arto inferiore c'è un trombo che si è formato ma che si lavorerà per farlo sciogliere tramite pastiglie solo quando tutto sarà finito. Per ora c'è un “ombrellino salvavita” che gli è stato inserito e che entra in funzione quando la situazione si fa critica e si forma qualche coagulo.



La seconda grande criticità ancora in essere per Paolo è il fegato che è stato lesionato per il 30%. I medici inizialmente avevano pensato di intervenire in laparoscopia per riassorbire la ferita. In questi giorni hanno deciso di attendere e di far passare del tempo, osservandone il decorso. Poi si vedrà. L'organo, infatti, tende a rigenerarsi e i sanitari lo monitoreranno in questi mesi. L'ultimo organo compromesso in maniera importante è stato un polmone ma la situazione è in via di miglioramento ogni giorno.



Il 22enne che vive a Lecco con la moglie, ma è originario di Merate, sicuramente dovrà fare tanta fisioterapia e ginnastica, non solo all'arto inferiore ma in generale. Il suo corpo, tra gli interventi, le ferite riportate, le cure cui è stato sottoposto è molto debilitato e ci sarà da lavorare tanto sulla ripresa muscolare. Il suo fisico, come hanno detto i medici, è forte: un altro della stessa età ma meno in salute non ce l'avrebbe fatta. L'unico grosso rischio sono le infezioni ma anche su quelle i medici sono accorti e hanno già messo in atto azioni precauzionali.
Accanto a lui ci sono sempre i suoi famigliari e gli amici che hanno sofferto con lui in queste settimane e sono stati con il fiato sospeso per la sua sorte. Ora ci vorrà tanta pazienza e costanza per ritornare alla vita normale, che i medici gli hanno già detto che ci sarà.
Paolo dal suo letto di ospedale, dove ha combattuto con tutte le forze nelle prime settimane per restare aggrappato alla vita e dove sta mostrando grande tenacia per superare i tanti scogli che ha davanti, è tornato a sorridere. Su quanto è accaduto è di poche parole, ma un appello ha voluto lanciarlo: “Ragazzi non correte!”.
S.V.
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