Lecco: dal 3 una mostra di Carlo Maria Giudici, al 50° di 'vita artistica'
Dal 3 settembre al 1° ottobre, con inaugurazione sabato 2 alle 18.00, Palazzo delle Paure ospiterà una mostra del pittore lecchese Carlo Maria Giudici, giunto al 50° di vita artistica. L’esposizione, allestita per volontà dell’Amministrazione Comunale e del SIMUL, assume un significato speciale per l'autore delle opere, in quanto proprio tra le mura dello storico edificio in piazza XX Settembre tenne nel 1975, a soli vent’anni, una personale dal titolo "Angoli caratteristici della nostra Lecco".
Quasi una conferma, dunque, della riflessione profetica allora espressa dal giornalista che si occupava Mario Ferrario nell’articolo uscito il 12 febbraio 1974 sul giornale "Il Resegone", che scriveva: "Giudici dipinge più con il cuore e la mente che con la tecnica consumata delle varie scuole: il risultato è una splendida sincerità espressa in tele che dimostrano il suo impegno, la sua indiscutibile vocazione, la sua espressionalità che riescono a conquistare gli occhi. Paragonare il giovane Giudici per un momento a un nuovo Morlotti, vale a dire ad una futura e importante firma della pittura italiana, non ci sembra azzardato: ci sono tutti gli elementi “in nuce” per avvalorare tale ipotesi".
A questo scopo giova ricordare alcune riflessioni di critici raccolte durante la sua lunga carriera: "Si occupa di studio artistico impegnandosi in ricerche astratto-pittoriche con l’utilizzo di diverse tecniche e l’ausilio di materiali diversi raggiungendo una competente abilità espressiva e una efficace manualità, avvalorate dalla sua maturità creativa. In particolare studia e sperimenta, nel processo pittorico, il valore del colore che trasformato dal rapporto con la luce diventa fonte di vitalità"; "La relazione tra i colori che compongono il dipinto, le energie che questi producono sullo stato d’animo dell’osservatore"; "Come il carattere e la personalità dell’essere umano si identificano con un colore preminente".
Tutti, insomma, sono concordi nell’affermare che i soggetti dei dipinti sono invasi dalla luce, da una "spinta" che annienta le ombre e guida lo sguardo dello spettatore, da una luce calda avvolgente, solare, astrale, fugace o permanente. In questi cinquant’anni di vita artistica, Giudici ha partecipato a oltre duecento manifestazioni collettive, personali di pittura e performance live. Il suo impegno in ambito internazionale lo ha portato a superare le trecentocinquanta presenze in iniziative che riguardano l’arte in genere. Più di cinquanta i premi e i riconoscimenti ottenuti, più di sessanta i cataloghi e libri che trattano la sua attività pittorica, più di cento le persone, tra critici, giornalisti, galleristi, collezionisti, scrittori e poeti che hanno scritto di lui; sedici, infine, i titoli di accademico di merito o attestazioni equivalenti. Carlo Maria Giudici è a disposizione del pubblico presso il suo Studio per incontri riguardanti il mestiere e il sapere artistico. Da oltre venticinque anni, nel periodo estivo, il maestro si trasferisce in Valvarrone a Subiale di Introzzo dove la natura montana incontaminata è fonte inesauribile di ispirazione.
Questo uno stralcio della recensione critica redazionale pubblicata sul catalogo "Atlante dell'arte moderna 2021 - De Agostini": "Il suo ruolo d’artista, che si ispira alla natura per svelarne le invisibili sottoscrizioni, pone il Nostro in diretta correlazione con Paul Klee, anch’egli celebre per utilizzare forme sintetiche ed astratte al fine di rilevare ciò che è impossibile fruire ocularmente. Questo percorso condiviso ha guidato Giudici, durante la sua pluridecennale carriera, verso una pittura più libera e fantasiosa, caratterizzata da emozionali scoperte sempre nuove e profonde che hanno come riferimento il mondo naturale interpretato attraverso la sensibilità".
Durante il periodo espositivo, sarà possibile conoscere direttamente l’artista e vivere quelle emozioni che la bellezza delle sue opere esprime.
Quasi una conferma, dunque, della riflessione profetica allora espressa dal giornalista che si occupava Mario Ferrario nell’articolo uscito il 12 febbraio 1974 sul giornale "Il Resegone", che scriveva: "Giudici dipinge più con il cuore e la mente che con la tecnica consumata delle varie scuole: il risultato è una splendida sincerità espressa in tele che dimostrano il suo impegno, la sua indiscutibile vocazione, la sua espressionalità che riescono a conquistare gli occhi. Paragonare il giovane Giudici per un momento a un nuovo Morlotti, vale a dire ad una futura e importante firma della pittura italiana, non ci sembra azzardato: ci sono tutti gli elementi “in nuce” per avvalorare tale ipotesi".
La mostra, curata da Barbara Cattaneo con la collaborazione di Elena Negri e Chiara D’Anna, si intitola CARLO MARIA GIUDICI 1973 | 2023. Cinquant’anni di vita artistica", proprio per sottolineare l’intero percorso pittorico del lecchese nei diversi decenni della sua carriera. Si sviluppa in alcune sale della bellissima torre medioevale, in un itinerario tra molteplici opere e piccoli manufatti che abbracciano varie tecniche e trattano i temi prediletti del maestro, dove l’utilizzo della composizione nella sua gestualità espressiva, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano i lavori presenti.
Tutti, insomma, sono concordi nell’affermare che i soggetti dei dipinti sono invasi dalla luce, da una "spinta" che annienta le ombre e guida lo sguardo dello spettatore, da una luce calda avvolgente, solare, astrale, fugace o permanente. In questi cinquant’anni di vita artistica, Giudici ha partecipato a oltre duecento manifestazioni collettive, personali di pittura e performance live. Il suo impegno in ambito internazionale lo ha portato a superare le trecentocinquanta presenze in iniziative che riguardano l’arte in genere. Più di cinquanta i premi e i riconoscimenti ottenuti, più di sessanta i cataloghi e libri che trattano la sua attività pittorica, più di cento le persone, tra critici, giornalisti, galleristi, collezionisti, scrittori e poeti che hanno scritto di lui; sedici, infine, i titoli di accademico di merito o attestazioni equivalenti. Carlo Maria Giudici è a disposizione del pubblico presso il suo Studio per incontri riguardanti il mestiere e il sapere artistico. Da oltre venticinque anni, nel periodo estivo, il maestro si trasferisce in Valvarrone a Subiale di Introzzo dove la natura montana incontaminata è fonte inesauribile di ispirazione.
Questo uno stralcio della recensione critica redazionale pubblicata sul catalogo "Atlante dell'arte moderna 2021 - De Agostini": "Il suo ruolo d’artista, che si ispira alla natura per svelarne le invisibili sottoscrizioni, pone il Nostro in diretta correlazione con Paul Klee, anch’egli celebre per utilizzare forme sintetiche ed astratte al fine di rilevare ciò che è impossibile fruire ocularmente. Questo percorso condiviso ha guidato Giudici, durante la sua pluridecennale carriera, verso una pittura più libera e fantasiosa, caratterizzata da emozionali scoperte sempre nuove e profonde che hanno come riferimento il mondo naturale interpretato attraverso la sensibilità".
Durante il periodo espositivo, sarà possibile conoscere direttamente l’artista e vivere quelle emozioni che la bellezza delle sue opere esprime.