Sommozzatori da Milano, Genova e Torino a Mandello ma la bambina annegata alla foce del Meria non si trova

Nello specchio d'acqua antistante la foce del Meria si sono alternati, anche dopo il calare della notte, i sommozzatori dei vigili del fuoco giunti a Mandello del Lario da Milano, Torino e Genova.

Riprenderanno a immergersi anche oggi, con un unico obiettivo: restituire ai famigliari il corpo della bambina di appena 11 anni annegata nel pomeriggio di Ferragosto sotto decine e decine di occhi increduli sulla piccola spiaggetta che si viene a creare nel punto il cui il torrente dopo aver attraversato il paese incontra il Lario. La minore - origini africane, casa a Bulciago - si era immersa, a pochi metri dalla riva, con due sorelle e un'amichetta. Tutte e quattro, forse per un passo di troppo verso "il largo", poco prima delle 16, hanno iniziato ad annaspare e dimenarsi. Sono state raggiunte da altri bagnanti: ne hanno ricondotte però sulla spiaggia tre. La quarta è stata invece letteralmente inghiottita dal Lago e, nonostante le ricerche, non si è ancora trovata.

Ingenti gli sforzi profusi, con l'attivazione - oltre che di un mezzo di soccorso da terra - anche dell'idroambulanza della Croce Rossa e della squadra nautica dei vigili del fuoco di Lecco impegnate nell'operazione Lario Sicuro. E poi ancora l'elicottero per una perlustrazione dall'alto della costa. Oltre ai sommozzatori, inviati a Mandello non solo da Milano ma anche da Liguria e Piemonte. A due passi dall'acqua il padre della bambina, con il suo carico di disperazione.

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