Bellano: rientrati i ragazzi della GMG dopo 13 giorni di tour ed un'esperienza 'globale'

Se non sono gli ultimi ad essere tornati a casa, si sono comunque contesi degnamente il primato di "più girovaghi". I 16 bellanesi partiti l'ultimo giorno di luglio alla volta di Lisbona per prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù sono tornati a casa solo sabato.

Un viaggio, il loro - in compagnia di nuovi amici di Usmate Velate, Carnate e Ronco Briantino per un totale di cinquanta persone - studiato a tappe attraverso Spagna, Portogallo e Francia. All'andata hanno toccato infatti Barcellona, Saragozza, Salamanca e Fatima per poi giungere a Lisbona. Tornando, poi, si sono fermati anche a Siviglia, Malaga, Valencia e Nimes, in un pellegrinaggio-vacanza davvero intenso e ben studiato.

"Le tre giornate a Lisbona sono state impegnative: caldo, sole e tanta, tanta gente - racconta Andrea, uno dei ragazzi che hanno partecipato a questa arricchente esperienza - Ma la GMG è stata una bella esperienza di fede e di amicizia con i giovani della nostra Diocesi e di tutto il mondo. È stata un'occasione che ci ha fatto sperimentare che la Chiesa è una grande famiglia, che non siamo mai soli, che vale la pena mettersi in gioco per seguire Gesù e che dobbiamo testimoniare la gioia dell'incontro con Lui".

Gli fa eco don Simone, che spiega i momenti centrali della GMG: "abbiamo raggiunto Lisbona e lì abbiamo preso parte alla Via Crucis con Papa Francesco, dormito al Campo de Grasa e il mattino dopo abbiamo vissuto la messa con il Santo Padre. Questi i momenti centrali di tutte le giornate mondiali della gioventù, la veglia del sabato e la messa della domenica mattina".
Tante le emozioni provate anche dal sacerdote, iniziando dagli incontri con gli oratori che hanno accompagnati i bellanesi durante il viaggio. "E' nato un bel rapporto, abbiamo formato un bel gruppo con cui abbiamo condiviso le giornate, belle ed intense".

Quanto alla GMG in sé, il sacerdote spiega "con un milione e mezzo di persone e più, ci ha fatto vedere l'universalità e la grandezza dell'essere Chiesa, di cui, magari, stando a Bellano, non ci si rende conto. In realtà siamo tanti e veniamo da tante storie diverse e Paesi diversi" afferma don Simone, poco più che coetaneo di alcuni giovani del suo gruppo. Un gruppo, quello dell'alto Lario, che ha iniziato fin da subito a tessere legami di amicizia con i compagni di viaggio degli altri oratori coinvolti.

Per concludere don Simone ha ricordato le parole del Pontefice che ha invitato ad "essere radici di gioia", chiedendo dunque di portare la gioia sperimentata in questa esperienza nelle comunità e nella vita ordinaria che riprende tra poco, con la fine delle vacanze". Ha inoltre sottolineato "l'attenzione e il non aver paura, a superare le difficoltà con la certezza dell'aiuto di Dio e della presenza di altri che ci tendono la mano", ricordando che ognuno di noi "deve tendere la mano e prestare soccorso a coloro che hanno difficoltà".

M.A.
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