Calolzio: pellegrinaggio in Terra Santa per Mastroberardino, 'volontario' in convento

Della "vacanza" comunemente intesa ha avuto ben poco, eppure dalle sue parole non traspare nemmeno un filo di stanchezza; semmai, solo tanta serenità e soddisfazione per la consapevolezza di essere stato protagonista di un'altra esperienza "forte" sotto più punti di vista, capace di lasciare un segno e, magari, anche di rappresentare un esempio per altre persone.

Fabio Mastroberardino con Suor Assunta, durante le potature degli alberi

Il convento "Hortus Conclusus", alle sue spalle la collina

Fabio Mastroberardino, volto noto sul nostro territorio in qualità di consigliere comunale a Calolziocorte e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, è appena tornato dalla Terra Santa: per lui, come accennato, nessun viaggio da turista con lo zaino in spalla e la macchina fotografica in mano, ma un pellegrinaggio con un'evidente impronta di "attivismo", che lo ha portato a rimboccarsi le maniche come volontario nel convento "Hortus Conclusus" sito esattamente di fronte a Hortaz, paese di circa 5.000 abitanti a poca distanza da Betlemme, dove sostanzialmente non c'è più traccia di cristiani fatta eccezione per la presenza di quattro suore (la Superiora argentina, una giordana, un'italiana e un'indiana).
Ed è proprio per aiutare queste religiose - che all'interno della comunità musulmana si fanno carico di opere di bene gestendo, tra le altre cose, un ambulatorio medico e un asilo per bambini - che si è concentrato l'impegno di Mastroberardino e delle altre persone, una quindicina in totale, che sono partite con lui alla volta della Terra Santa per un'esperienza durata complessivamente poco più di dieci giorni, "sponsorizzata" dal parroco di Gorgonzola don Paolo Zago, guida ufficiale sul posto.

Il calolziese a Betlemme, al muro tra la Palestina e una zona israeliana

Una panoramica di Hortaz

"L'ho conosciuto grazie al mio lavoro, quando mi sono occupato del restauro della chiesa della cittadina milanese, e già lo scorso anno avevo partecipato con lui a un pellegrinaggio" ci ha raccontato il calolziese, di professione architetto. "Questa volta invece sono stato proprio nella zona di Hortaz, vivendo nel convento che ha una collinetta di sua "proprietà", ambita da tanti; la parte principale del nostro lavoro si è concentrata qui, per il rifacimento dei muretti a secco (che vengono sistematicamente abbattuti sia dai palestinesi che dagli israeliani) e la realizzazione di altre opere utili come le potature degli alberi, in base alle necessità. Può sembrare assurdo che in una terra con così tanti confini si senta il bisogno di alzare o consolidare ulteriori "barriere": il vero scopo, però, non era questo, bensì quello di far percepire in quel luogo una presenza cristiana, di testimoniare una cura e un'attenzione alla comunità".
A Hortaz, insomma, non c'era tempo per riposare. La giornata tipo di Fabio Mastroberardino e "colleghi" iniziava ancora prima dell'alba, tra le 4.00 e le 6.00 del mattino, per poi proseguire nelle ore successive con gli interventi sul promontorio sovrastante il convento, attrezzi di lavoro alla mano, sempre sotto il sole cocente della Palestina. Nel fitto programma del pellegrinaggio, poi, hanno trovato spazio alcune esperienze ancora più intense come un'uscita all'alba nel Deserto delle tentazioni di Gesù, nonché "visite" sul Giordano per il rito del Battesimo e in altri luoghi della fede cristiana come la vicina Betlemme e Gerusalemme (dove il calolziese era già stato in altre occasioni), per momenti di meditazione e preghiera insieme a don Paolo.

Uno dei muretti a secco che segnano un confine

"Personalmente ho vissuto tutto con grande intensità, sono stati giorni significativi per diversi motivi" ha commentato ancora Mastroberardino. "Osservando la Terra Santa da vicino si comprende bene l'incastro di etnie e religioni che la caratterizza, con una complessità che da qui non si riesce a cogliere fino in fondo. Credo sia importante cercare di conoscere ciò che sta alla base del conflitto tra Palestina e Israele, ma sospendendo poi il giudizio, senza schierarsi: ci sono ragioni da una parte e dall'altra, tutte motivate, sulle quali non sta a noi esprimerci".
B.P.
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