Nuova Lecco-Bergamo: tra raggi di curvatura da cambiare e costi lievitati si attende il progetto

Lo scavo di Calolzio in una foto del 2016
“La terza corsia a Pescate non deve diventare un'altra Lecco-Bergamo”, tuonava la settimana scorsa  Dante De Capitani elevando l'eterna incompiuta sull'altra sponda del lago quale scandalo nostrano. Ma a che punto siamo per la ri-progettazione della così detta variabile San Girolamo? Tutto sembra fermo - anche se qualche entrata e uscita di tecnici, lato Calolzio, nelle scorse settimane è stato notato - eppure qualcosa si muove. Bruciata anche l'ultima deadline per la presentazione del definitivo - prima annunciato per settembre 2022, poi per lo scorso giugno - di nuova Lecco-Bergamo probabilmente ora si tornerà a parlare il prossimo mese, quando si auspica che il commissario straordinario Luigi Valerio Sant'Andrea, incaricato di concretizzare le “opere essenziali” per le prossime Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, variante San Girolamo inclusa, sia riuscito, con i tecnici di Anas a trovare la quadra e dunque ad arrivare ad un disegno dell'opera cantierizzabile e soprattutto sostenibile economicamente. E già perché rispetto alla progettazione firmata a suo tempo dalla Provincia, quale ente che aveva in mano il pallino prima della statalizzazione dell'intervento, i costi sono sicuramente lievitati rendendo necessario un nuovo confronto con il Ministero dell'Economia (con passaggio anche alla Corte dei Conti).
Già una volta si era partiti a scavare, per poi dover bloccare tutto per ragioni anche economiche - quando emerse un problema sul trasferimento della terra di cantiere - e passare alle carte bollate, con il contenzioso instaurato dall'originale appaltatore dell'opera non ancora chiuso ad oggi, anzi. Prosegue infatti la vertenza legale che vede contrapposte la SALC spa (già ICS Grandi Lavori spa e prima ancora Ing.Claudio Salini spa) e la Provincia. Il primo round giudiziario - dopo la risoluzione del contratto nel 2018 - due anni fa aveva visto “vincere” la Villa Locatelli. Il Tribunale per le imprese di Milano aveva respinto l'istanza della società, escludendo inadempimenti in carico all'Ente pubblico. Un verdetto impugnato da SALC spa, con la Corte d'Appello che, su specifici aspetti, ha disposto una nuova CTU, ritenendo dunque di dover approfondire ulteriormente la questione.
Il nuovo progetto in fase di ultimazione, poi, parrebbe "salvare" alcune soluzione tecniche previste in quello redatto dalla Provincia, introducendone però altre, in primis per quanto attiene i raggi di curvatura, un elemento non secondario che determina poi - sulla base delle disposizioni vigenti - anche i limiti di velocità da rispettare. Senza dimenticare le criticità già note proprie dell'opera, quale la presenza di acqua e dunque la gestione dei sottoservizi, passati sotto la lente dei progettisti del commissario straordinario, sparito dai radar pubblici nella nostra zona,  ma“tamburellante” altrove basti pensare che, con quella per la variante di Cortina del 3 agosto, sono salite complessivamente a “quota 29 le conferenze di servizi svolte dalla Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 negli ultimi tredici mesi: un lavoro impegnativo e articolato che ha riguardato le fasi progettuali, amministrative e autorizzative dei progetti connessi alle Olimpiadi invernali e che proseguirà, senza sosta, anche nelle prossime settimane”. Ai lecchesi non resta che incrociare le dita.
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