Lecco perduta/386: il ministro Folchi 'inaugura' la città turistica

Era il 1961 quando l’onorevole Alberto Folchi, ministro del turismo e dello spettacolo del governo di Amintore Fanfani, visitò Lecco, richiamato dalla città manzoniana, dal suo lago, dalle sue montagne e da una serie di iniziative appena realizzate o in procinto di esserlo. Erano gli anni del boom economico, che era boom turistico sulle rive del Lario e sulle sue montagne, dove però scarseggiavano le attrezzature di ricettività alberghiera. In quel periodo venne dato grande risalto dalla stampa locale, e non solo, all’inaugurazione del moderno e ampio Hotel Griso, panoramico sul lago, dalla sponda di Malgrate lungo la strada provinciale verso Como, che diverrà poi, nel 1967, quella anche di ingresso alla superstrada verso Milano, nel cuore della Brianza.


Il ministro Folchi nella sala del consiglio comunale conversa con il sindaco e altre autorità

Nello stesso periodo venne inaugurato il nuovo accogliente dancing, discoteca e ristoro dell’Orsa Maggiore, in località Pradello, ai confini fra Lecco e Abbadia, sulla riva del lago. Folchi nella sua visita vi sostò per un drink, quasi di inaugurazione. Ma era tutta la vita cittadina che registrava in quegli anni ’60 eventi importanti e quasi memorabili. Nel 1960, il 2 giugno, festa della Repubblica, si concludeva a Lecco la grande cronometro del Giro d’Italia, da Seregno alla città manzoniana, che vide il trionfo del fuoriclasse francese Jaques Anquetil, che sarà poi il vincitore finale. L’arrivo era su corso Martiri di Liberazione, già nel territorio del rione di Pescarenico, di fronte al bar dello sportivissimo Micheletti, metà granata e metà bluceleste.


Il ministro Folchi accompagnato dal vice sindaco Alessandro Rusconi, nel municipio di Lecco

Quel giorno la RAI TV, con la telecronaca del non certo dimenticato Adriano De Zan, inaugurò tre “settori di ripresa” nei chilometri terminali della tappa. Sino ad allora c’era la ripresa in diretta sul rettilineo d’arrivo. I tre punti di ripresa dalla zona dei ponti sull’Adda al centro cittadino rappresentarono una passerella non indifferente sulla città di Lecco, gremita di tifosi dello sport delle due ruote a pedale.


Il titolo con l'interrogativo di grande attualità negli anni '60 del Novecento

La visita di Folchi avvenne all’inizio di quel 1961 che registrò poi l’eccezionale impresa dei Ragni sulla vetta del McKinley, in Alaska, impresa dedicata al centenario dell’Unità d’Italia (1861-1961). Il ministro arrivò presso il Comune di Lecco, dove era atteso dalle maggiori autorità con il sindaco Angelo Bonaiti e il vice Alessandro Rusconi. Nel saluto del primo cittadino presso la sala consiliare venne sottolineato l’impegno turistico e culturale del Comune di Lecco che, dal 1955, dedicava ad Alessandro Manzoni, a scadenza biennale, un convegno di studi con l’intervento di noti e affermati relatori. Non mancò una panoramica locale dalla Calcio Lecco in serie A alla storica Canottieri alla Moto Guzzi di Mandello del Lario, non solo nota per i suoi piloti ma altrettanto famosa per le prestazioni internazionali dei suoi vogatori.


I porti dei barcaioli stavano scomparendo

La città di Lecco registrava un inizio di intense manifestazioni di richiamo turistico, a cominciare dal Giugno Lecchese varato nel 1962 da Renato Corbetta, che era assessore in Comune, ma anche "numero uno" dell’Ente Lecchese Manifestazioni. Arriverà qualche anno dopo, nel 1966, la presidenza dell’Azienda Turismo di Giacomo De Santis, nominato dal PSI, che aveva il ministro competente in Achille Corona, subentrato proprio a Folchi.
Spuntano gli anni in cui tante iniziative diventano “oro”, dalle noci dello spettacolo in generale, ai cuochi e a quanto altro ancora, come il Festival Internazionale del Jazz, quando si scrisse: “La nostra città si è trasformata in New Orleans, con folla strabocchevole per le strade. Spettacolare la parata nel centro cittadino, ma anche nei Comuni vicini dove a Mandello e Abbadia anche i sindaci sono accorsi ad applaudire”.


La rappresentanza lecchese alla presentazione del "Cuoco d'oro" a Genova

Veniva data come grande notizia l’ormai sicuro recupero della dimenticata minuscola Isola viscontea nelle acque dell’Adda che sarebbe divenuta uno spettacolare ristorante con richiami internazionali. Il progetto declinò in breve tempo, nonostante alcune autorizzazioni già ricevute dal Comune, e sull’Isola cadde il silenzio, rotto diversi anni dopo, eravamo già abbondantemente nel Duemila, dalla lodevole iniziativa di Corrado Valsecchi e del suo movimento “Appello per Lecco” che invitò la gente a conoscere “l’isola che non c’è”.


L'Isola viscontea doveva diventare un grande ristorante

Intanto era cambiato anche il turismo sul lago, passando dai barcaioli al motore. Il dibattito sui progetti vecchi e nuovi ruotava poi intorno all’interrogativo “Più turismo o industrie nel futuro di Lecco?”. Recentemente il sindaco Mauro Gattinoni ha dichiarato che “Lecco ha il turismo nel sangue, con i piedi sul ramo lecchese del Lario a la testa appoggiata alle guglie del maestoso Resegone, con altri monti circostanti”.
Il ministro Folchi, nel lasciare Lecco dopo l’intensa visita di quel 1961 dichiarò ad un paio di rappresentanti della stampa locale: “Questa è una città che mi ha sorpreso per la sua vivacità, per la sua ricchezza di progetti, di idee, di iniziative, di laboriosità. Da oggi la considero parte del mio collegio elettorale nel Lazio”.
A.B.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.