Si rinnova ad Introbio l’antica devozione alla Madonna di Biandino
Nei primi giorni di agosto Introbio, in Valsassina, rinnova lo storico appuntamento con la Madonna di Biandino, chiesetta collocata a quasi 1600 metri di quota. L’antico oratori è stato costruito tra il 1660 ed il 1670, dopo le suppliche dei “bergamini” che facevano notare i quattro mesi estivi trascorsi sui monti di Biandino e località vicine dove 150 anime restavano senza possibilità di assistenza religiosa. Venne, così, costruita la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve che il 5 agosto rievoca l’eccezionale nevicata sul colle Esquilino in Roma, segnando il perimetro dove è stata costruita la grande basilica di Santa Maria Maggiore.
Nel 1836 una terribile epidemia di colera invase la Valsassina, mietendo vittime numerose in diversi Comuni. Introbio, pur essendo passaggio obbligato sul fondovalle, e, quindi, esposto al contagio, non ebbe vittime. Il miracolo venne attribuito alla Madonna di Biandino, dove gli abitanti di Introbio erano saliti in processione con canti e preghiere per invocare la protezione di fronte al terribile morbo. Venne allora pronunciata la promessa di ripetere la “salita” di preghiere e di penitenza se la Madonna avesse salvato Introbio dal colera.
Da quel lontano 1836 il voto viene puntualmente rinnovato nel giorno del 5 agosto. Un primo appuntamento per i fedeli sarà nella serata di venerdì 4 agosto, alle ore 21, quando, all’insegna del motto “Aspettando la festa della Madonna della neve”, alle ore 21 una fiaccolata muoverà dalla chiesa sussidiaria di Santa Caterina per raggiungere il sagrato della chiesa parrocchiale.
Il 5 agosto, all’alba, le campane di Introbio suoneranno a distesa per invitare al raduno di preghiera previsto alle 5.30 nella parrocchiale; è un incontro di preghiera che precede la partenza della processione che raggiunge Biandino, dove la Messa solenne verrà celebrata alle ore 11. Nel pomeriggio, alle 17.30, i partecipanti che hanno raggiunto Biandino in mattinata si raduneranno in località Ca’ del Dolfo, dove si formerà la processione di rientro verso la parrocchiale di Introbio, cantando le litanie della Madonna e poi il solenne Te Deum di ringraziamento.
Nella lunga storia di fede della Madonna di Biandino c’è da ricordare il benemerito parroco di Introbio don Arturo Fumagalli che si impegnò nell’immediato dopoguerra 1945 a ricostruire la chiesetta di Biandino distrutta da rastrellamento nazista il 13 ottobre 1944. La Madonna delle Neve che si trova ora nella chiesetta risale al 1946, dipinta da don Mario Tantardini. L’originale venne, infatti distrutto durante l’incendio e la devastazione.
Nel 1836 una terribile epidemia di colera invase la Valsassina, mietendo vittime numerose in diversi Comuni. Introbio, pur essendo passaggio obbligato sul fondovalle, e, quindi, esposto al contagio, non ebbe vittime. Il miracolo venne attribuito alla Madonna di Biandino, dove gli abitanti di Introbio erano saliti in processione con canti e preghiere per invocare la protezione di fronte al terribile morbo. Venne allora pronunciata la promessa di ripetere la “salita” di preghiere e di penitenza se la Madonna avesse salvato Introbio dal colera.
Da quel lontano 1836 il voto viene puntualmente rinnovato nel giorno del 5 agosto. Un primo appuntamento per i fedeli sarà nella serata di venerdì 4 agosto, alle ore 21, quando, all’insegna del motto “Aspettando la festa della Madonna della neve”, alle ore 21 una fiaccolata muoverà dalla chiesa sussidiaria di Santa Caterina per raggiungere il sagrato della chiesa parrocchiale.
Il 5 agosto, all’alba, le campane di Introbio suoneranno a distesa per invitare al raduno di preghiera previsto alle 5.30 nella parrocchiale; è un incontro di preghiera che precede la partenza della processione che raggiunge Biandino, dove la Messa solenne verrà celebrata alle ore 11. Nel pomeriggio, alle 17.30, i partecipanti che hanno raggiunto Biandino in mattinata si raduneranno in località Ca’ del Dolfo, dove si formerà la processione di rientro verso la parrocchiale di Introbio, cantando le litanie della Madonna e poi il solenne Te Deum di ringraziamento.
Nella lunga storia di fede della Madonna di Biandino c’è da ricordare il benemerito parroco di Introbio don Arturo Fumagalli che si impegnò nell’immediato dopoguerra 1945 a ricostruire la chiesetta di Biandino distrutta da rastrellamento nazista il 13 ottobre 1944. La Madonna delle Neve che si trova ora nella chiesetta risale al 1946, dipinta da don Mario Tantardini. L’originale venne, infatti distrutto durante l’incendio e la devastazione.