Bellano: alla festa patronale ricordati con gioia importanti anniversari di quattro sacerdoti

E’ stata celebrata questa mattina a Bellano la festa patronale dei Santi Nazaro e Celso, nell’omonima chiesa, festeggiando anche il 40° anniversario di ordinazione sacerdotale del vicario parrocchiale don Arnaldo Zuccotti nonché altri importanti traguardi.

La funzione è stata aperta dal rito del faro, tradizione antica e ricca di significato, tipica del rito ambrosiano: il celebrante dà fuoco ad un globo di cotone appeso all’ingresso del presbiterio, come riferimento al sacrificio totale che i martiri hanno fatto nella loro vita, interamente consumata per Cristo.
Ha parlato di un “bellissimo clima di festa e di gioia che respiriamo nella nostra bellissima chiesa” il parroco don Emilio Sorte, prima dell’inizio della cerimonia. “L’altare tutto addobbato con i Santi e le reliquie, tutti segni esterni che devono incidere ed entrare dentro di noi e far cresce il canto di entusiasmo e gratitudine al Signore” ha aggiunto, sottolineando come le proposte ludiche in questo fine settimana siano tante, indicando però al tempo stesso la celebrazione eucaristica come “ciò che dà senso a tutta la gioia di questi giorni”,

 

Ha poi ringraziato le autorità presenti: l’amministrazione comunale con il sindaco Antonio Rusconi, il suo vice Leonardo Poppo Enicanti, l’assessore Stefano Calvasina, il consigliere Franco Redaelli, e il comandante della stazione dei carabinieri
Ha anche introdotti i sacerdoti “festeggiati” quest'oggi dalla comunità insieme ai padroni, indicandoli partendo dal colore della Pianeta: rossa per don Enrico Vitali arrivato al traguardo dei 55 anni di sacerdozio; dorata per don Arnaldo Zuccotti che 40 anni fa ha celebrato la prima messa.
Ricordanti inoltre i 35 anni di ordinazione di due altri preti originari di Bellano, don Alberto Vitali e don Renato Cameroni.

Tutti i sacerdoti presenti, il primo a sinistra don Emilio Sorte;  con la Pianeta Rossadon Enrico Vitali
e accanto a lui con la Pianeta dorata don Arnaldo Zuccotti. Chiude il semicerchio don Mauro Ghislanzoni

Nell’omelia don Arnaldo ha ricordato il motivo della presenza in chiesa di autorità e fedeli: “per onorare San Nazaro e Celso, due martiri che hanno consumato la loro vita per il Signore”, aggiungendo un parallelismo con noi, non chiamati a versare i nostro sangue per Dio ma ad essere “amici di Gesù”, circostanza che potrebbe portarci ad essere considerati “antiquati e forse derisi. Ma questo è il martirio che fa parte della vita cristiana” ha detto, rimarcando altresì l'origine del termine martire e come tutti siamo chiamati dunque a essere testimoni di Gesù, diffondendone il Vangelo, rendendone gli altri partecipi. “Perché non possiamo essere felici da soli, così deve essere per la fede: il Vangelo è la bella notizia che riempie di gioia i nostri curi e la nostra vita. La dobbiamo annunciare”.

Citando anche il Cardinal Martini, don Arnaldo in un altro passaggio dell'omelia ha dunque ribadito
“dobbiamo ripartire da Emmaus per annunciare il Signore, sapendo che questo è il dovere, non solo dei preti e dei vescovi ma di ogni cristiano”. E lo dobbiamo fare,  in una società dove altri messaggi sembrano “più suadenti e che cambiano sempre”, privilegiando il dialogo fraterno come ha fatto Gesù nel Vangelo incontrando tante persone.

Al termine della funzione anche don Enrico Vitali ha voluto condividere la “gioia per essere qui oggi nella festa dei santi patroni, qui nella chiesa del mio battesimo, avvenuto proprio in questo giorno ottanta anni fa”. “Ai tanti sacerdoti bellanesi o che hanno esercitato qui il ministero e ora ci guardano dal paradiso chiedo di tenermi un posto là, vicino alla Madonna e a tutti i Santi: quella che per loro è già una festa eterna, possa esserlo allo stesso modo per noi tutti, per me e per tutti i vostri cari” ha concluso.

Sul sagrato della chiesa i volontari del Soccorso bellanese hanno proseguito la vendita di torte e altre prelibatezza iniziata ieri al Local Street Food permettendo ai concittadini di portare a casa un dolce per celebrare anche a tavola i patroni.
M.A.
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