Calolzio: sulle note di Gigi D'Alessio l'addio a Nino Ingallina, 'non ti dimenticheremo'

Tanti amici non sono nemmeno entrati in chiesa: hanno atteso l'uscita del feretro dinnanzi alla parrocchiale, quasi vegliando il lenzuolo bianco tappezzato di foto spensierate e “citazioni”, ricordi che – hanno assicurato con un altro striscione – non se ne andranno mai. E salendo all'altare anche un cugino, ancora attonito per l'accaduto, ha promesso al 31enne “resterai sempre nel mio cuore e in quello di chi ti ha conosciuto”, snocciolando momenti di vita indelebili, dalle “bigiate” a scuola alle serate nei locali passando dalle “tendate” estive all'ultimo matrimonio.

Nino Ingallina

Partecipato addio, questa mattina, a Foppenico di Calolzio, per Nino Ingallina, vittima dello schianto di sabato notte al semaforo a Vercurago.  Un'esistenza, la sua, decisamente troppo breve, interrotta improvvisamente, sul più bello. Impossibile non chiedersi perché? Perché è successo proprio a lui e non a qualcun altro? Lo ha fatto anche don Valentino Ferrari. “Non abbiamo le risposte, umanamente non abbiamo le risposte” ha detto il sacerdote nella propria omelia.

L'uscita del feretro, portato a spalla dagli amici

“Di fronte al dolore della separazione e della morte, ci possono dare consolazione i ricordi delle cose belle – ha affermato, anticipando il saluto del cugino di Nino – Ma i ricordi fanno parte del passato: belli ma non bastano. Non bastano a colmare il vuoto” ha dunque asserito, ricordando come celebrare il funerale cristiano ci proietta in una dimensione che va oltre. Se nel cuore di chi ha conosciuto Nino ed in particolare di mamma Gina – a cui si è rivolto a più riprese – il dolore resterà per sempre, si può però scegliere – ha aggiunto ancor don Valentino – di riempire il vuoto mettendo un po' di fede, “di fiducia nel Signore che dia la forza di andare avanti” e un po' di speranza, consapevoli che la risurrezione per chi crede non è un'opinione ma una certezza. Ci si incontrerà di nuovo, un giorno. E a Nino non resta altro che allargare le braccia andando incontro al Padre.

Il lancio dei palloncini

“Quando senti tanto dolore, Gina, pensa al dolore di Maria. Pensa che lei conosce il tuo dolore” ha detto ancora offrendo consolazione ai famigliari, rifacendosi al brano del Vangelo letto poco prima, con la Crocefissione di Gesù a cui, fa però seguito, la rinascita, “non è tra i morti”. Invocata, quindi, a consolazione del dolore quella carità che si esprime anche con la vicinanza, non solo qui e ora.
Ed alle preghiere per Nino e per i suoi cari, è stato infine chiesto di accostare, per volontà della mamma stessa, preghiere per chi, per le conseguenze del drammatico schianto costato la vita al 31enne, ancora non è fuori pericolo.
Il contagioso sorriso di Ingallina si è spento. Ma “per tutti i giorni che verranno ti respirerò”, hanno promesso gli amici al loro “Ninuzzo”, sulle note di “Un nuovo bacio” di Gigi d'Alessio, mentre palloncini neri e azzurri si levavano verso il cielo.
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