Monte Marenzo: l'infermiera del dottor Oscar Zannini compie 100 anni, auguri a Alida Colombo

Alida Colombo compie cent'anni, proprio quest'oggi, 24 luglio. I festeggiamenti sono però già cominciati ieri, quando l'arzilla anziana, originaria di Monte Marenzo ma a lungo cittadina calolziese, ha ricevuto la visita dell'assessore ai Servizi Sociali della Giunta Ghezzi, Tina Balossi, che l'ha raggiunta presso l'istituto Suore Somasche di San Girolamo Emiliani, dove è ospite da qualche tempo.
Presenti anche Angelo Fontana - presidente dell'area sociale della Polisportiva di Monte Marenzo, sempre particolarmente attento nei confronti dei cittadini avanti con l'età – ed i figli della signora Alida, Mario e Pietro, oltre alla nipote Monia.

Tina Balossi, nonna Alida Colombo e Angelo Fontana

Spaiano, per la precisione, la località d'origine della numerosa famiglia Colombo: Alida era la seconda di sei figli, con i fratelli cresciuti, come si usava allora, giocando in cortile, con quel poco che si aveva.
Riuscita a studiare, cosa non da tutti, invece, la festeggiata ha conseguito dapprima la quinta elementare, ottenendo poi anche il diploma di infermiera professionale, titolo che le ha poi permesso di  lavorare alla mutua a Calolzio, prendendo il posto della signora Foitilia Rondalli, andata in pensione. 
Da Monte Marenzo, in bicicletta, scendeva ogni giorno in bicicletta, raggiungendo al bisogno gli assistiti anche a domicilio, per le iniezioni. "Non ho mai perso un giorno!", sottolinea ancora oggi orgogliosa, ricordando altresì commossa l'arresto, nel febbraio del 1944, del dottor Oscar Zannini con cui ha lavorato per una decina d'anni. Il medico, come noto, venne instradato poi, dopo essere passato per San Vittore e Fossoli, verso Dachau. “Era una brava persona” aggiunge, sottolineando altresì come, quelli, “erano tempi difficili per la guerra".

Anche lei stessa rischiò di finire male: un giorno – racconta – due soggetti in borghese si presentarono infatti alla Mutua per fare delle domande e prima di andarsene bruciarono il suo diploma di infermiera. Un episodio che, ancora oggi, la rattrista. Ma legati al suo lavoro, ci sono poi tanti ricordi belli, anche perché la professione le ha permesso di conoscere e aiutare molte persone.

Con i figli a Cà Martinone

 

Venendo agli affetti, nonna Alida dovette aspettare ben quattro anni per sposare il suo Francesco. “Cecchino”, come lo chiamava, venne infatti inviato in guerra e, fatto prigioniero, rimase bloccato in Algeria per lunghi mesi.
Al suo ritorno, le nozze e il trasferimento a San Gregorio, a "Cà Martinone", dove la giovane coppia – lei aveva solo 24 anni – condivideva spazi e vita con i genitori di lui. "Avevamo di tutto: mucche, vitelli, galline, anatre, maiale".

Il trasferimento a Calolzio, nella frazione di Sala, risale ad anni dopo, quando già era mamma di Mario, Felice e Pietro che l'hanno poi resa nonna di 5 nipoti e bisnotta di altri 9 pronipoti.
“La sua numerosa famiglia – sottolinea Tina Balossi -  è motivo per Alida di grande gioia. Quanti fatti vissuti! E tutti raccontati con precisione e lucidità. Di tanto in tanto si ferma, guarda lontano e dice: "Il mondo è cambiato, molto cambiato!"”.

Nonna Alida ha sempre affrontato la vita di petto dimostrando un carattere forte e tenace. E ancora oggi quando parla ai suoi figli non ha perso l'abitudine di alzare l'indice in segno di ammonimento.
“E' molto legata ai suoi figli, sa che le vogliono bene e ammette: "loro mi hanno sempre sostenuta ed aiutata". Ai giovani, soprattutto ai suoi nipoti spesso dice : "Non stancatevi mai di imparare!" Quando me ne vado con gli appunti nella borsa una volta in più – la chiosa dell'assessore - mi rendo conto che condividere il tempo con le persone anziane e ascoltare la loro vita è sempre un privilegio”.
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